PERSONAGGI
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LIA, moglie di Guido; ancora bella, un tempo attrice. 
GUIDO, marito di Lina; interessante, famoso doppiatore di telenovelas. 
AMY, attrice diventata celebre in America;  in gioventù, con Lina e Guido, allieva  dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica.  
TONY, produttore cinematografico americano di origine italiana, marito di Amy; spirito avventuriero, tra sentimento e senso degli affari. 
VOCE DI GIANNI, il direttore del doppiaggio, fuori campo. 
 
LUOGHI
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Non è necessaria una rappresentazione realistica dei vari luoghi, interni ed esterni; le luci, gli spostamenti a vista, le entrate e le uscite degli attori attraverso le battute definiscono lo spazio dell'azione, consentendo di entrare con facilità nella dimensione teatrale, soprattutto suscitata dalla parola. Il gioco dei quattro attori è uno "spettacolo in prova". 
TEMPO
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Dei protagonisti  si mostrano comportamenti che non si differenziano in maniera vistosa neppure con un lungo passaggio di tempo, almeno nell'ambito della nostra civiltà, perché riguardano amore, gelosia, fedeltà, lavoro, successo, sacrificio, coerenza, ambizione, coppia, famiglia, stress e così via. L'epoca della storia è tuttavia caratterizzata dal doppiaggio, che appartiene ai nostri giorni.
 

I - SOGGIORNO BORGHESE INTELLETTUALE. 
Il telefono squilla piu' volte.
Lia entra  di corsa e afferra il ricevitore. 
LIA - Sììì? Non c'è. E' in televisione per uno speaker. Ah, "un anello da rifare.... alla 'dap'"...Cercherò di rintracciarlo. Comunque..." per domani mattina primo e secondo turno come stabilito, e poi il terzo per recuperare il festivo", glielo dirò. Se riesco a vederlo... 
Ascolta l'interlocutore al telefono. ride amara.

Ah! certo, posso sentirlo al telegiornale e nello sceneggiato! E al cinema, De Niro e Dépardieu hanno la sua voce!... 
ASCOLTA. 
Sì sì, i soldi!.. L'hanno schiavizzato, doveva restare anche povero?!  Va bene, lo cerco. E gli dico di telefonarvi subito. Se lo trovo.... 
Lia riattacca. guarda l'ora all'orologio da polso. 
Potrebbe essere ancora alla "cidiesse".... 
Cerca un numero in un'agenda. compone un numero 
Se ha finito il turno, è andato in tivù...E quando è al doppiaggio tiene sempre il cellulare spento. 
Occupato... 
Tira fuori un cellulare, lo apre. 
Proviamo al cellulare... Spento, lo sapevo.  
Rifà il numero del telefono normale. 
Sempre occupato...Ne faccio un altro...A un certo punto ci dovrò riuscire! 
Continua a provare i numeri. 
Ah! finalmente! Gianni sono Lia. Guido è ancora lì? "Già via"! Speravo di trovarlo da voi, l'hanno cercato con urgenza...Grazie, so dove andava dopo. Ciao. 
Lia cerca un altro numero sull'agenda, comincia a comporlo, poi si ferma e riabbassa il ricevitore. Prova al cellulare. 
E' inutile, non è ancora arrivato. Era uscito da dieci minuti: cinque di strada, poi il posteggio...deve farsi scrivere il "passi"...sei piani di ascensore...Almeno riattaccasse il cellulare... 
Lia si abbandona su di una sedia. fa alcuni respiri profondi, alla maniera yoga; assume una posizione concentrata  e assente.
Una pausa. poi si rialza di scatto, gli occhi dilatati. 
Gianni ha detto "dieci minuti" : e se invece era un quarto d'ora? Lo mettono subito allo speaker e non riesco più a parlargli! 
Compone un numero, lo rifà più volte freneticamente. 
Perché non mettono un altro numero?, è un tiggì! Ah! meno male! Studio undici? Sì sono Lia, devo parlare subito con Guido...E' già andato via! Ma non è possibile...Ah, "stava solo nell'annuncio in diretta"... E dove lo trovo adesso?! Se è andato alla nuova società, non c'è ancora il  telefono e il cellulare là non prende. Sì, lo cercavano....Grazie...vedrò un po'.... 
Lia riattacca il ricevitore. si abbandona sulla sedia. 
Non ne posso più!  
Riprende la respirazione in posizione yoga.
Una pausa.
Guido entra d'impeto, getta su di una sedia il soprabito, un pacco di fogli, la borsa.
Lia riapre gli occhi e ha un sobbalzo. 
LIA - T'hanno trovato! 
GUIDO - Ero ancora al turno.  Oggi in  RAI andava la diretta, stavo affrettandomi. Ma gli altri avevano cambiato l'orario. 
LIA - Hanno chiamato qui. Stasera... 
GUIDO - Lo so già. 
LIA - Lo sai già? 
GUIDO - Mi hanno trovato al cellulare. Quelli della "ciccidì". 
LIA - Quelli della "dap"! 
GUIDO - Quelli della "dap" non li ho sentiti. Quelli della "ciccidì" mi vogliono stasera per uno straordinario, il film va in visione fra tre giorni, se non accettavo saltava tutto.... 
Urla. 
E ci si mettono anche quelli della "dap"! Che cosa vogliono, quelli della "dap"? 
Lia ha ripreso la posizione yoga. scandisce, atona. 
LIA - Vo-glio-no-che-tu-va-da-sta-se-ra-per-un-tur-no.
.
Guido si abbatte su una sedia. 
GUIDO - Anche loro! Non ne posso più. 
LIA - E tu non andarci. Che succede, se non ci vai? 
GUIDO - Che il film non partecipa al concorso. Ma se non vado da quegli altri, li blocco per la visione. 
LIA - E allora? 
GUIDO - Finisco un turno da una parte e corro da un'altra; stacchiamo  telefoni e cellulari per inghiottire due bocconi; non abbiamo vacanze se non quelle decise dal doppiaggio, sempre che la RAI ce le consenta...  E' una vita che cerco di far quadrare gli orari! 
LIA - E allora? 
Guido inghiotte l'aria , incapace di replicare.
Una pausa. 
LIA - Avrei dovuto dirlo tanti anni fa, "E allora?". Che cosa sono diventate le tue giornate? Orari di doppiaggio, salette, studi, anelli, nastri, turni!... Noi,  per te, esistiamo? Quanti anni ha tuo figlio?  
GUIDO - Mmm!!! Era dopo che avevo doppiato "Il grande John"... quindi... 
LIA - Ecco il sistema per ricordare gli anniversari! 
GUIDO - Ah! non è momento di scenate! Adesso c'è da pensare alla "dap" e alla "ciccidì", che danno da mangiare al figlio del "grande John", alla figlia dell'"Eroe del deserto" e anche a te! 
Guido compone al telefono vari numeri di telefoni fissi e di cellulari a ripetizione. ne cerca altri sull'agenda e li prova, con ostinazione da automa. Lia ha smesso lo yoga e osserva con rabbia e compassione. 
GUIDO - Ah! finalmente! Gianni? Sì, mi ha detto...Ma non possiamo farlo domani mattina, prima del turno? Ah, "già preso per un'altra urgenza"... Io ho un impegno alla stessa ora..Potrei registrare da solo, quando c'è l'intervallo... Ma sì, dai! me la cavo benissimo! , anzi meglio, se non sento le battute di lei!, poi le mettete insieme voi, tanto dovete passarle in moviola!...Oh! grazie, sei un amico! Ci vediamo domani. 
Guido si abbandona immobile sulla sedia. 
LIA -  Ce l'abbiamo fatta anche questa volta. E finchè ce la faremo, continueremo  a vivere nella confusione e nel disagio. 
Guido compone un numero; lo rifa' piu' volte perche' risulta  occupato. 
Non ho tempo per le riflessioni filosofiche. Devo avvertire la "ciccidì"...
che vado stasera... 
Si ferma di colpo. 
Ma quelli della "ciccidì" lo sapevano che stasera andavo da loro, gliel'ho detto quando mi hanno chiamato al doppiaggio, prima della RAI! 
Riaggancia il ricevitore, raggiante. 
Allora tutto a posto! Abbiamo anche il tempo di cenare. 
Si guarda attorno. 
Dove sono i ragazzi? 
LIA - Ricky è a inglese, Melba a judo; non pretenderai che tutti quanti accorrano festanti, perché tu hai finito prima! 
GUIDO - Non lo pretendo, ma mi farebbe piacere. Dopo tutto è per loro che mi do tanto da fare. 
Si avvicina a Lia. Il suo tono è affettuoso. 
Non te ne sarai dimenticata, come abbiamo cominciato noi due, quando avevamo appena terminato l'Accademia? 
LIA - Recitare! Quello era lo scopo! Eppure mi è sembrato naturale, poi, rinunciare. Inevitabile, forse. Oppure una vigliaccheria? 
Una pausa. 
Non lo so.  
Apparecchia la tavola.  
Non ho voluto mai saperlo fino in fondo. Va bene la minestra di verdura? 
GUIDO - Benissimo. E un pezzo di formaggio, senza appesantirmi,
ma qualcosa devo mangiare, corro da stamattina...Eppure, la voce resiste;
si è fatta perfino più interessante, me lo ha detto il direttore del doppiaggio...Tanto che...non volevo parlartene perché è ancora tutto da verificare...ma vorrebbe darmi il nuovo film!..Verrà a doppiarsi la protagonista, e io doppio il partner, che è americano...Non so bene di che cosa si tratti, ma sarebbe un bel colpo!  
LIA - Sì... Ti faccio una spremuta, hai bisogno delle vitamine, se ti ammali, come fanno? 
Esce. 
GUIDO - Prendo anche una pastiglia effervescente. Meglio prevenire... 
Mette un po' d'acqua in un bicchiere e ci fa sciogliere  una pastiglia, poi beve.  
GUIDO - Ieri Giorgio non aveva più un filo di voce, ha dovuto arrendersi. Non potevamo aspettarlo, si è dovuta cambiare tutta la distribuzione.
Lo sceneggiato, quello è stato un guaio: per forza!, quattrocento puntate con la stessa voce, e poi improvvisamente gliela cambi? Abbiamo doppiato degli anelli più avanti...scene dove lui non c'era...Un casino! 
Lia torna con un vassoio carico di cibi.
Siedono uno in faccia all'altra.
Guido accende il televisore; se ne sentono i suoni, mentre il video non si vede.
Mangiano. Guido passa da un canale all'altro. 
LIA - Volevo dirti... 
Guido cambia i canali. Al suono di una voce, ridacchia. 
GUIDO - Roberto! Lo riconosco subito...Figurati, così nasale non c'è che lui!... 
Continua a cambiare i canali, mangiando.
Lia lo osserva.  
LIA - Inevitabile rinunciare, forse... 
GUIDO - Eh? Senti senti come gracchia Margherita quando vuol fare la sexy! Eppure funziona, sai! Funziona un sacco!  Perché ha qualcosa di isterico, di morboso...Qualcosa che attira, ecco! 
Lia gli passa il formaggio e la spremuta.
Continua a osservarlo. 
LIA - E per anni ne ho sentito la mancanza... 
GUIDO - Ma non è possibile! Anche mentre mangio, Antonio con le sue pastiglie per la tosse! Sembra che annunci una guerra, un terremoto, un cataclisma! 
LIA - Guido, ha detto che c'è stato un attentato! Decine di morti...una bomba! 
GUIDO - Ah sì? Per una volta ha azzeccato il tono. Povero Antonio, il suo sogno era di recitare parti tragiche... 
Spegne il televisore. 
LIA - Non sentiamo che cosa è successo? 
GUIDO - Ne succedono di continuo. Ci stiamo abituando. 
Prende soprabito, borsa e fogli. 
Vado. Se sei ancora sveglia, ci vediamo quando torno. 
Lia lo abbraccia stancamente. 
Stavi dicendo qualcosa, prima?... 
LIA - Non era importante. 
Guido esce. Lia comincia a sparecchiare. Si ferma poi, colpita da un pensiero. La sua espressione si fa intensa. 
LIA - "Io sono un gabbiano..." 
Ripete, ascoltandosi. 
"Un gabbiano...un gabbiano..." Sì, un gabbiano. Fallita come lei, Nina... 
Finisce di sparecchiare. Squilla il telefono. 
Sì? Ah Clelia...Hai sentito? E' il programma con l'indice di ascolto più alto. Eh!, ne avrà ancora per trecento puntate...
No! Non rimangono assieme!, sembra che vada così,  invece cambia tutto, perché lui scopre di essere il padre del bambino.
Non posso dirti altro, Guido ha la proibizione categorica di raccontare come va a finire...
Ma stai tranquilla che non muore!  Se lo sceneggiato va avanti ancora per due anni!; non è un personaggio che possono perdersi, quello! In America la gente ha fatto delle marce di protesta quando volevano liquidare il protagonista; quelli del programma si erano stufati dell'attore, perché aveva messo su delle pretese assurde; ammazzargli il personaggio era sembrata l'unica soluzione.
Invece l'hanno poi conservato ma lo hanno affidato a un altro attore: un bel comunicato e via! Sono andati avanti come prima; da noi ha continuato a doppiarlo lo stesso attore, e c'è gente che non si è nemmeno accorta del cambiamento.  
Ride. 
Certo, in casa uno va e viene continuando a fare i suoi lavori...la voce che gli arriva è sempre quella!..
Sì, in pratica Guido c'è dalla prima all'ultima puntata. Stasera è già venuto, abbiamo cenato ed è andato via. Ah, per lavorare lavora, i soldi non ci mancano... 
Le sfugge una frase. 
Ma dove sono i miei sogni? Il mio gabbiano... 
Riprende a parlare, dopo una reazione dell'altra. 
Ma sì, scherzavo, non volevo dire proprio niente. Clelia, ti lascio,  devo preparare la cena per Ricky e Melba, questa casa è un albergo. Ciao. 
RIATTACCA IL RICEVITORE. 
Io sono un gabbiano... 
Raccoglie le ultime cose dalla tavola ed esce.
 
II - SALA DI DOPPIAGGIO 
Guido e Amy entrano d'impeto.
Amy tiene sulle braccia un fascio di rose rosse, Guido porta l'elegante sacca da viaggio di lei. 
GUIDO - Ero impaziente di rivederti.
Un'ora prima stavo già all'aeroporto... 
AMY- Io... avevo quasi paura di incontrarti. 
GUIDO - Delusa? 
AMY - E tu? 
GUIDO - Più bella di allora. Ne hai fatta di strada! 
AMY - In America è facile. Ti butti e qualcosa trovi. 
GUIDO - Tu hai trovato un produttore. 
AMY - Me lo sono guadagnato, Sono la sua attrice preferita, almeno per il momento. 
GUIDO - Ti ha sposata!... 
AMY - Finchè dura.  
Si guardano con tenerezza. 
E noi, di nuovo insieme, come ai tempi dell'Accademia! 
GUIDO - " In Turgheniev c'è un brano che dice: 'Beato chi, in una notte come questa...'" 
AMY - "...'ha un tetto per ripararsi e un suo tiepido cantuccio'...Io sono un gabbiano...Ma che c'entra?" 
Scoppiano a ridere. 
GUIDO - Quando arrivavi a quel "Ma che c'entra?", erano risate generali! 
AMY - Perché sembrava proprio una battuta che col "Gabbiano" non c'entrava. Almeno per il modo in cui la recitavo io. 
GUIDO - E noi, pronti a quel "Ma che c'entra?", per farti sconcentrare... 
AMY - ...tutti a ridere!... Come si arrabbiava la povera signora Morino! Credeva  che volessimo farci beffe del suo sacro testo... 
GUIDO - A guardarti, non posso credere che siano passati tanti anni. 
AMY - Infatti, non sono passati. E noi siamo qui, come allora, per recitare insieme. 
GUIDO -  Io devo soltanto doppiare il tuo partner americano... 
AMY - Avrai più successo che a teatro! Quanta gente può vederti in uno spettacolo, durante un'intera stagione? 
GUIDO - Mah...Cinquanta...sessantamila persone... se hai la sala sempre piena. 
AMY - Queste presenze, in cinema le ottieni in una giornata! 
GUIDO - Amy, io sono un doppiatore, per me sarà un successo relativo. 
AMY - Il mio partner ti ha sentito nel doppiaggio del suo ultimo film e gli sei proprio piaciuto: ha detto che eri più bravo di lui!
Adesso con te doppierò io, e sarà come se il personaggio fosse tuo.
Ci divertiremo, ti daranno un sacco di soldi, e chissà che poi  non nasca qualche cosa... 
GUIDO - Che vuoi dire? 
AMY - Le tempia brizzolate...qualche piccola ruga, appena appena...lo sguardo intenso, passionale!... Non hai più quell'espressione da bambolotto di quando stavamo in Accademia...Sei più interessante adesso, anche se già allora mi piacevi. 
GUIDO- Non sei proprio cambiata. Lo stesso tono sicuro che sfoderavi nell'affrontare le cose... 
AMY- Io ti mettevo di fronte ai problemi, perché volevo  costringerti a trovarne la soluzione, per quanto dovesse costare; tu ne eri spaventato. 
GUIDO - Tenevi gli occhi spalancati sull'abisso. E volevi che io facessi lo stesso. 
AMY - Così mi hai lasciato. Ma "che c'entra?", niente tristezze!
Lavoreremo insieme al lancio del film; io a doppiare me stessa; tu l'attore più popolare d'America e a tua volta celebre come voce dell'eroe di una seguitissima "soap opera"! 
Guido ride rinfrancato. 
GUIDO - Ah! Questo è vero! L'altro giorno mi sono fermato a un distributore di benzina e ho detto alla ragazza: "Per favore mi faccia il pieno e mi guardi l'olio". La ragazza mi fissa spiritata, poi balbetta: "Mi faccia il pieno e...?". "E mi guardi l'olio", ho ripetuto io, scandendo le parole. Lei allora ha aperto la portiera: "Ma lei è Tray...è Tray della tivù" ripeteva, e cercava di stringermi le mani, mi sfiorava la giacca...Poi mi ha chiesto un autografo, è corsa a prendere una cartolina e ha voluto che ci scrivessi il nome del suo idolo, capisci?, come se io fossi stato lui! 
AMY -  Ecco uno spunto per reclamizzare il nostro film! Poi studieremo qualcosa per lanciare te... 
GUIDO - Ho smesso di sognare . Mi accontento di guadagnarmi il pane. 
UNA PAUSA. 
AMY - Stai sempre con Lia? 
GUIDO -  Da quando te ne sei andata. 
AMY - Figli? 
GUIDO - Un maschio e una ragazza. E tu? 
AMY - Tony mi vuole tutta per sè, è perfino geloso di Bobby. 
GUIDO - Bobby? 
AMY - Il dobermann. Tony non sopporta rivali. 
GUIDO - Più di una volta i giornali ti hanno attribuito delle storie. Attori...un cantante...un regista...addirittura un altro produttore. 
AMY - Pubblicità per lanciare i films. Una volta Tony mise in giro la notizia che un'attrice tedesca si era innamorata di me. I giornali abboccarono come mosche al miele. Che titoli! Poi naturalmente ci fu una smentita; li costringemmo a pubblicare una mia foto in chiesa, e un'altra con la tedesca, allo zoo: il comune amore per le bestie aveva creato l'equivoco...Raccogliemmo parecchi soldi per la tutela degli animali in via di estinzione, e il film in cui recitavamo tutte e due andò a gonfie vele. 
GUIDO - Niente abilità giornalistica, allora. 
AMY - Tutto calcolato dalla produzione. Adesso dimmi di te. 
GUIDO -  Che c'è da dire? I figli crescono, consumano abiti, stereo,  computers, e si vedono ogni giorno di meno. Lia sta a casa, bada a tutto; io entro ed esco, ogni volta cambio camicia e prendo nota degli impegni, doppiaggio, RAI, pubblicità; Lia segna i turni, io inseguo le ore. Alla fine della giornata ci meravigliamo di avercela fatta. 
AMY - Ma tu, come vivi tutto questo? Come ti senti tu? 
GUIDO - Me lo ha chiesto anche Lia. Se ti fermi a riflettere, non vai più avanti. 
AMY - Certe volte fermarsi è bene. 
GUIDO- Come oggi. Perché sei arrivata tu. 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Vi mando il primo anello. Potete andare! 
GUIDO - Okay, Gianni, manda pure! 
Battute in americano dei due protagonisti del film.
Guido e Amy guardano davanti a loro, verso il pubblico, come se vedessero la proiezione del film da doppiare.
 
III - SOGGIORNO IN CASA DI GUIDO E LIA. 
Amy e Lia sono sedute una di fronte all'altra.
Guido sta preparando un whisky con ghiaccio. 
LIA - Allora ti chiamavi ancora Amalia.  
AMY - E tu Ersilia: Pirandello, "Vestire gli ignudi". 
LIA - Chi ci pensava più, a Pirandello, tra la cacca e la pappa dei bambini..."Lia" era più veloce. E tu "Amy": perché? 
GUIDO- Quella ipsilon finale sa di americano. E poi il suono..."ami", richiama l'amore. 
AMY - Ah, non sono stata tanto a pensarci su. Mi pareva più facile, più moderno. E così, "Amy". 
GUIDO - Hai fatto bene ad andartene. Non si può vivere col teatro, da noi. Almeno come ce lo immaginavamo allora. Gruppi ce ne sono tanti, ma le vere compagnie sono pochissime. Devi aver costruito per anni, con pazienza e soprattutto con fortuna. Tanti resistono cercando l'appoggio di un assessore, di un politico... o attaccandosi a un festival estivo che sparisce in un paio di settimane.  
AMY - Peggio di quando eravamo in Accademia... 
GUIDO - Già allora si discuteva della legge: non c'è ancora. E non c'è nemmeno più il Ministero. 
AMY - Non c'è più? 
GUIDO - Abolito. Con un referendum. 
AMY - E perché? 
GUIDO - Non l'ha capito nessuno. Ma anche noi abbiamo votato per abolirlo.  
AMY - E perché avete votato per abolirlo? 
GUIDO - Per rabbia. Sperando nel miracolo di veder emergere subito dopo il Ministero della Cultura. Invece hanno abbinato lo spettacolo ai beni culturali, alle biblioteche e ai musei. 
AMY - In America si sta più attaccati alla realtà.  
GUIDO - Io dovevo guadagnare. All'inizio il doppiaggio mi serviva per pagarmi i sogni, per recitare gratis in teatro... Poi si è mangiato tutto il tempo; è diventato il lavoro della mia vita. 
LIA - ( rivolgendosi ad Amy) Noi ti abbiamo seguito. Ci vendicavi un po', con il tuo successo sempre più internazionale. E adesso, sei qui: possiamo toccarti? 
AMY - Anche tu, l'amica buona, mi prendi in giro? Non immagini le combinazioni, i meccanismi, i compromessi che hanno fatto di me una "star", al di là delle mie qualità... 
LIA - Per noi tu "sei" una star. Quella tra noi che ce l'ha fatta.

AMY - Come stavamo bene insieme, tutti e tre! Si preparavano le scene con un gusto!...E le nottate a provare, e gli scherzi...Non ci fermava nessuno! 
GUIDO - Oh!, Tofano sì, ci fermava! 
AMY - Le sue osservazioni ci aiutavano. Era il più vecchio degli insegnanti, ma sembrava giovane come noi. 
GUIDO - Quando si gettò a terra per mostrarci come si facevano le convulsioni, ve lo ricordate?  
LIA - Era nel "Lutero" di Osborne. Guido ansimava per lo sforzo. Tofano si rotolò sul pavimento,  poi si tirò su, agilmente...  
GUIDO - "Adesso provi lei", disse. E mi guardava ironico, aspettando che riprendessi fiato. 
LIA - Gli era dispiaciuto che io avessi smesso di recitare. Delle volte passavo a casa sua; gli portavo dei narcisi, i suoi fiori preferiti. "Non deve lasciare - mi diceva tenendomi la mano -; la vita è sua, lei è fatta per recitare". 
Un silenzio.  
GUIDO - Io scappo. Tra mezz'ora sono in onda con l'ultimo telegiornale. Quando torno ti accompagno in albergo. 
AMY - Non preoccuparti. Resto ancora un momento con Lia, poi chiamo un taxi e mi butto a dormire, devo ancora smaltire i fusi orari. 
GUIDO - A domani, allora. Lia, chiamami alle sette, se non sento la sveglia... 
LIA - Stai tranquillo, a quell'ora sarò già su. 
Guido esce. 
Devo preparare per Ricky e Melba, alle otto vanno a scuola. 
AMY - Non dormite assieme? 
LIA - Una volta. Poi, io allattavo...Lui, gli orari del doppiaggio...Così ognuno è più libero. 
AMY - Certo, ognuno è più libero. 
Un silenzio. 
Quanti anni sono passati? 
LIA - Tu sei come allora. 
AMY - Fa parte del mestiere. Dentro, però, è diverso. Come ti senti tu, dentro? 
LIA - Chi ha tempo per guardarsi? Le mie giornate volano via. 
AMY - Le tue almeno sono utili. Io potrei anche non esistere. 
LIA - La gente ti invidia per quello che fai. 
AMY - Tu hai fatto dei figli. 
LIA - Se ne andranno appena non avranno più bisogno di me. Qualche foto, un po' di ricordi. Non è facile stabilire un rapporto con i figli. Ci sono sempre dei contrasti, dei problemi...Non invidiarmi, Amalia. 
AMY - Più nessuno mi chiama così.  
LIA -  Avresti rinunciato a tutto, per Guido. 
AMY - Come lo sai? 
LIA - Quando recitavate, e poi, ogni volta che vi vedevo insieme, tra voi avvertivo un'intesa che superava la bravura. E per Guido, il successo tu lo avresti sacrificato. 
AMY - Volevo aiutarlo a emergere. Ma lui veniva da una famiglia borghese, abituata alla sicurezza economica..Si trascinava gli esami di legge come  un debito verso il padre...Non se la sentiva di rischiare. Quando aveva una scrittura - due, tre mesi -, durante la tournée era già in ansia per il dopo. 
LIA - Voi vi vedevate fuori, io non sapevo queste cose . 
AMY - Stavamo insieme, però lui voleva che rimanesse un segreto. Diceva "Lo sapranno quando ci sposeremo". Ma aveva paura di decidere.  Aveva la vita nelle sue mani, e gli mancava il coraggio. 
LIA - Poi non l'hai più visto. Che cosa è successo? 
AMY - Poteva fare i protagonisti: lo capivano, i grandi attori, quando andava da loro per un provino. E non lo scritturavano, era un rischio. Lui però non se la sentiva di mettere su compagnia;  gli attori, se accettano di entrare in un gruppo, già ti fanno un favore, figurati se gli va bene una parte meno importante della tua! Guido aveva bisogno di qualcuno che lo valorizzasse, che investisse nelle sue capacità e lo lanciasse.  
LIA - E allora? 
AMY - Monti. Lo chiamò per offrirgli una parte che avrebbe fatto la sua fortuna; aveva scelto apposta, pensando a lui, una novità che all'estero aveva un successo strepitoso. Guido era entusiasta di quella proposta, Monti gliela aveva accennata per telefono; ma tornò dall'incontro confuso; non vedeva chiaro nelle intenzioni di Monti; si vide un'altra volta con lui. E una notte venne da me, sconvolto, imbarazzato. 
LIA - Te ne parlò? 
AMY - Non subito. Era ancora un ragazzo. Con un'educazione all'antica...Adesso i giovani sanno come tirarsi fuori da situazioni di quel genere. 
LIA - Comincio a capire. 
AMY - Monti gli fece la proposta di entrare nella sua compagnia, insieme - diciamo così - a una dichiarazione d'amore. In casi come questi, non puoi rimanere sospeso a metà; o te ne vai oppure accetti in blocco.  E Monti nel mondo dello spettacolo era un grosso personaggio; tutti avrebbero pensato che Guido era diventato il suo amante pur di avere quella parte, anche se non fosse stato così. 
LIA - Non me ne ha mai parlato. Neppure per rimpiangere una proposta che avrebbe fatto la sua fortuna. 
AMY - Tra noi non c'erano segreti. Guardava in me come in uno specchio, non poteva raccontarmi delle storie. Lo stesso io con lui. Mancava tra noi la compassione. 
LIA - Gliel'ho data io, dopo. E comprensione anche, assistenza...Col risultato di sprofondare poco per volta nell'abitudine, nella monotonia... 
AMY -  Dopo quella delusione, rimase senza lavoro. Io non sapevo cosa fare: mi avevano proposto una scrittura; dovevo rinunciare e stargli al fianco, confortarlo,  oppure aiutarlo lavorando per tutti e due? 
LIA - Io stavo ancora beatamente al terzo anno d'Accademia; a scuola tutto ti appare come un'immensa promessa, reciti parti splendide, ricevi complimenti, auguri... 
AMY - Mi lasciò. Non cercava pietà e non voleva sacrifici. Capii, dopo, che la sua durezza era una forma di pudore. Ma io ero distrutta. E me ne andai in America. 
Entra Guido. 
GUIDO - Ancora qui? Eri stanca... 
AMY - Sai quando si comincia a parlare, tra donne... 
GUIDO - Adesso posso portarti io. 
AMY - Ma no, chiamiamo un taxi. 
LIA - Se Guido vuole accompagnarti... 
GUIDO - Ho lasciato la macchina fuori. Un sospetto che tu fossi ancora qui ce l'avevo.... 
AMY - E allora, grazie. Tony starà rientrando per la colazione, da qui a Hollywood ci sono nove ore di differenza, voglio telefonargli e raccontargli di voi; appena possibile ve lo farò conoscere. 
Guido si avvia. Lia si avvicina ad Amy, la prende da parte e le parla sottovoce. 
LIA - La prossima volta ti racconterò io... 
AMY - D'accordo. 
GUIDO - Che cosa sono questi segreti tra voi due? 
AMY - Segreti d'Accademia! 
LIA - Soltanto nostri! 
GUIDO - Non avrete sparlato alle mie spalle?! 
AMY E LIA INSIEME, ridendo - Chi lo sa? 
GUIDO - Eppure, sono contento di essere qui con tutte e due! 
Guido e Lia si avviano alla porta. 
LIA - Buonanotte!.. 
AMY - A presto! 
Guido torna un attimo accanto a Lia. 
GUIDO - Lasciami le vitamine sul comodino. E il sonnifero con l'acqua. 
LIA - Stai tranquillo. 
GUIDO - E la sveglia!... 
LIA - MA sì, vai!... 
Guido e Amy sono usciti; si sente l'avvio del motore. Lia rimane ferma, seguendo un pensiero. 
 
 
IV -  
Notte. Entra Lia in vestaglia. Si getta nervosamente sul divano; si rialza, va verso lo specchio e vi si scruta. 
LIA - "Adesso, Kostia, io comprendo come nella nostra opera, sia essa di scrittore o di attore, l'importante non è la gloria, non il successo, non quello che  sognavo...ma saper soffrire. Sappi portare la tua croce e credi. Io credo, e non soffro più tanto...".
Ma io, credo? Io soffro soltanto. Delle volte vorrei urlare; invece rispondo al telefono, vado a fare la spesa, mi occupo della casa... e sorrido, come se niente fosse...Perché lo faccio? Per lui? Per i figli? ....  
Guarda fissamente la porta di ingresso. Le si avvicina, la apre, guarda fuori, richiude. Torna a gettarsi sul divano. 
Non arriva. Un ritorno di fiamma?...Idea da sceneggiato. Un incidente!.. Non si porta mai i documenti...Oh Dio! Adesso mi concentro... 
Assume la posizione yoga, chiude gli occhi, immobile. 
...penso a lui, ci penso...luiluilui... 
Guido entra. Crede che Lia sia addormentata. Le si avvicina e le fa una carezza sui capelli. Lia ha un sobbalzo. 
Sei tu! 
GUIDO - Chi ti aspettavi che fosse? 
LIA - Ero preoccupata. 
GUIDO - Amalia ha voluto presentarmi al marito. 
LIA - Al marito? 
GUIDO - Per telefono. "Tanto - mi fa - , per lui sei una voce". Non ho capito se  lo diceva sul serio o se era un po' sbronza. 
LIA - E gli hai parlato? 
GUIDO - Sì, quelle cose formali, con accessi di cordialità. "Buongiorno!"..."Buonasera!"... "Abbiamo nove ore di differenza!"...Risate..."Che tempo fa lì?"..."Un sole splendido! E da voi?"...
"E' notte!"...Risate... 
LIA - Parla italiano? 
GUIDO - E' figlio di emigrati. In Italia ha una casa non so dove rimasta chiusa da cinquant'anni: vuole andare a vederla. Gli ho promesso che ce lo porteremo. Verrà alla fine del doppiaggio, sta preparando il lancio del film, pubblicità e interviste in grande stile. E ha in mente qualcosa anche per me. 
LIA - Per te? Devi doppiare. 
GUIDO - Lui pensa a qualcosa di speciale. Non ha voluto spiegarmi. E' di quelli che decidono tutto loro, poi dicono "Fai così e così". D'altra parte, chi mette i soldi  è lui. 
LIA - Ma non si tratta che di un doppiaggio! 
GUIDO - Non sottovalutiamolo poi troppo, questo doppiaggio. E' da lì che il produttore vuol partire per la pubblicità del film. Sta pensando a come collegare il protagonista dello sceneggiato con il personaggio del film: "Tray diventa Willy", sempre con la mia voce! 
LIA - Potrebbe essere la tua occasione. Dopo che avevi rinunciato. 
GUIDO - Io non ho mai rinunciato veramente. E il doppiaggio ci ha fatto mangiare, in tutti questi anni. 
LIA - Chi, ha fatto mangiare? 
GUIDO - Tu. Io. I nostri figli! 
LIA - Prima loro non c'erano. 
GUIDO - Ma poi sono venuti. 
LIA - Sai come sono andate le cose! 
GUIDO - Lia! Questi discorsi li abbiamo fatti mille volte. Ecco, mi sta andando via la voce...E domani ho il primo turno al doppiaggio!  
LIA - Doppiaggio! La parola magica con cui si chiude ogni discussione! Invece adesso io voglio parlare. 
GUIDO - Lo sentivo...lo sentivo...E' la solita storia! 
LIA - Come avrebbe potuto essere la mia vita se non ci fossi entrato tu? 
GUIDO - Non mi farà dormire! Mi tormenterà, fino all'alba mi tormenterà!.. 
Si avvicina minaccioso a Lia. 
Domani devo doppiare il film con Amy, lo sai!  E se la mia voce non è al meglio, Tony cancellerà ogni progetto su di me! 
LIA -  Oh! siamo già a "Tony" per una telefonata! Io...io non so come posso ancora resistere... 
Si abbandona sul divano, contratta; si ricompone e respira profondamente. Si atteggia nella posizione yoga e chiude gli occhi. Guido siede, rassegnato. Sta ripetendosi una situazione già verificatasi altre volte.
Lia riapre gli occhi e inizia a parlare, riprendendo il filo della memoria . 
Io ero un anno dopo di te in Accademia. Voi stavate per entrare nella professione, per me eravate degli dei..
Ti avevo perso di vista; ma a un certo punto sei riapparso,  ed è stato come se mi vedessi allora per la prima volta, come donna...Mi mandavi dei fiori...venivi a prendermi... 
Guido asseconda la rievocazione di Lia. E' una sorta di rituale che si ripete con effetti liberatori. 
GUIDO - Ti ho scoperto  e non sono più riuscito a fare a meno di te. 
LIA - Io ero alla ricerca di una scrittura che mi lanciasse...
Ma ogni volta che mi presentavo a un provino mi auguravo che nessuno mi scoprisse perché volevo restarti vicina... 
GUIDO - Ed eri molto brava. Ti volevano in tanti... 
LIA - Perfino Albertazzi. L'avevano invitato al saggio di diploma.  
GUIDO - Alla fine dello spettacolo venne a trovarti.   
LIA - Mi offrì una parte per la stagione successiva. Stavo per svenire dall'emozione. 
GUIDO - Ma come mi sentivo io, non te ne rendevi conto? Messo da parte, ignorato...Per te contava soltanto più quella scrittura! 
LIA - Provavi invidia, rancore...Te lo leggevo in faccia.

GUIDO - Ero geloso, ma non della scrittura.  Quell'attore si era impadronito di te. Anche quando mi eri vicina ti sentivo estranea, in adorazione di quell'altro! 
LIA - Albertazzi mi faceva esistere! Aveva scelto me, fra migliaia di ragazze, e io volevo riuscire con tutte le mie forze! Ma io restavo la tua donna, avresti dovuto esserne orgoglioso. 
GUIDO - Io volevo farti ragionare: saresti annegata nelle delusioni. Le critiche! Neanche nominata, povera Ersilia, tutti gli aggettivi per lui! E dopo lo spettacolo, nella confusione dell'unica trattoria rimasta aperta, ogni sera a ridere per l'ultimo pettegolezzo  raccontato dallo spiritoso di turno... 
LIA -  Forse ce l'avrei fatta. 
GUIDO - Mi avresti odiato se non ti avessi messo in guardia. 
LIA - Invece  si è consumato tutto l'amore per te. E tu hai deciso di ricattarmi.
.
GUIDO - Era l'unico modo per salvarti.

LIA - "O me o Albertazzi!", mi perseguitavi con quell'alternativa,   minaccioso: "O me o Albertazzi!", come se io dovessi scegliere di vivere con lui o con te. 
GUIDO - Ma l'attrazione che avevo io per te, la sentivi anche tu! E come la sentivi! 
LIA - Era furia la tua. Mi trascinavi contro la mia volontà. 
GUIDO - Ti piaceva fare l'amore con me! Dopo, hai tirato fuori queste storie... 
LIA - Io volevo soltanto recitare. Pensavo: "A un certo punto capirà". Invece mi hai fregata. 
GUIDO - Io ho cercato di richiamarti al sentimento... 
LIA - E mi hai messo incinta! Di fronte ad Albertazzi  ero soltanto un'imbrogliona!, una che l'aveva giocato...In giro per sei mesi, sai che Ofelia !

GUIDO - Perché non hai abortito? 
LIA - Me lo hai chiesto mille volte. La risposta la sai già.  
GUIDO - Ha prevalso l'amore! 
LIA - A un prezzo altissimo, e ho pagato io. Mi sentivo dentro quell'essere... Lo odiavo, mi distruggeva...  
GUIDO - Io mi chiedevo se aspettavi davvero... Se ce l'avevo fatta...Speravo! Ma tu, niente. 
LIA -Per me era un tormento , e tu "speravi"! Solo alle prove riuscivo a non pensarci; ma di notte non dormivo. 
GUIDO - Il tempo mi ha dato ragione . 
LIA - E' difficile stare insieme  ai compagni di lavoro giorno e notte per tutta una tournée e continuare a considerarli meravigliosi.  
GUIDO - Volevo farti arrivare a questo. 
LIA - Sì, ma il bambino avremmo potuto deciderlo dopo. Senza ricatti.  A quel punto che dovevo fare? L'ho tenuto. Albertazzi, comprensivo, dolcissimo; forse alle prove gli ero piaciuta di meno che nel saggio... mi liberò dall' impegno. 
GUIDO - Glielo hai detto prima che a me. Del bambino. 
LIA - Mi sono presa questo gusto. 
GUIDO -Anche quando sei tornata, neanche una parola. Ma avevi gli occhi lucenti, da colomba. E ti stancavi subito, volevi soltanto dormire. 
LIA - Non mi andava di dirtelo. 
GUIDO -  Accarezzavo la tua pancia, ti coccolavo.  
LIA - Mi hai divorata. Avremmo potuto costruire un rapporto diverso. Non mi hai dato tempo. 
GUIDO - Non c'è mai tempo. Anche adesso. 
LIA - Domani il primo turno. Devi dormire. 
GUIDO -  Vieni. 
Guido solleva Lia tra le braccia. 
Sei la cosa a cui tengo di più.  
LIA - Per questo mi hai sacrificato.
 
V - CAMERA D'ALBERGO DI LUSSO.  
Amy in camicia da notte sta struccandosi davanti allo specchio. E' allegra. Le espressioni si susseguono sul suo viso come se stesse ancora parlando con Guido.
Squilla il telefono accanto al letto. Lei vi si tuffa e afferra il ricevitore. 
LIA - Hallo! 
In un altro ambiente appare Tony. Il suo abbigliamento è vistoso, di gusto hollywoodiano . 
TONY - Non dormivi ancora. 
AMY - Come fai ad esserne sicuro? 
TONY - Quando hai chiamato c'era il tuo attore italiano;   se n'è andato? 
AMY - Prendere per il film un mio vecchio compagno d'Accademia è stata un'idea tua. 
TONY - Avrà più o meno la tua età. 
AMY - Io ero molto più giovane. E poi, in Italia, "vecchio"è anche qualcuno che si conosce da tempo. Due bambini possono essere vecchi amici! 
TONY - Voi due non siete dei bambini. 
AMY - Guido è come un fratello per me. 
TONY - Non sarebbe il primo incesto. 
AMY - Che ti prende?  
TONY - Volevo soltanto sapere se Guido è ancora lì. 
AMY - Sarà già a casa. Perché non gli telefoni? 
TONY - Digli che per il prossimo week end deve portarci alla casa dei miei.  
AMY - Arrivi così presto? 
TONY - Cos'hai addosso? 
AMY - Tony! Non mi hai risposto!... 
TONY - Sto rispondendoti. 
AMY - Cos'ho addosso che c'entra?! 
TONY - E dimmelo! Che cos'hai... 
AMY - Niente! Un po' di profumo... 
TONY - Prendo un aereo e vengo da te. 
AMY - ...Sai quel profumo che mi hai regalato tu... 
TONY - Il primo volo, e sono lì... 
AMY - ...Sono sdraiata in un letto immenso...vuoto...lenzuola bianchissime...cuscini soffici...ci affondo... 
TONY - Potrei arrivare mentre stai ancora dormendo. 
AMY - ...Ora mi infilo la vestaglia... 
TONY - ...e io ti bacio sulla spalla, prima che tu ti chiuda in quella piccola corazza... 
AMY - ...Stai facendomi il solletico... 
TONY - ...e i tuoi seni...sono dentro le mie mani... 
AMY - Oh Tony...Non riuscirò a dormire se continui così... 
TONY - Io voglio che stanotte tu sia mia...mia...soltanto mia... 
AMY - Oh Tony...no...no...sai che cosa mi succede quando fai così... 
Tony aziona un registratore accanto al telefono. La sua voce registrata continua a parlare sullo stesso tono , mentre lui esce. 
VOCE REGISTRATA DI TONY - Non dire più niente. Io ti abbraccio...Siamo insieme... Sì...sì...sparita la distanza...Ecco....  sento il tuo respiro...mio piccolo uccello prigioniero...Sto per baciarti... 
Tony entra nella stanza. Amy non si accorge di lui. 
AMY - No...Tony...ti prego...Mi stai facendo impazzire... 
Con gli occhi chiusi Amy si sporge per abbassare il ricevitore; Tony lo prende al volo e la bacia. Amy partecipa al bacio, in preda alla suggestione della telefonata, poi si rende conto della realtà. 
AMY - Ma sei tu! 
TONY - Avresti qualche dubbio? 
AMY - Eri a Hollywood! Ti ho chiamato, quando c'era Guido! 
TONY - Mi hai fatto chiamare dal portiere! E lui mi ha passato la telefonata. 
AMY - Stavi qui! 
TONY - Nella stanza accanto. 
AMY - Ci siamo lasciati da poche ore... 
TONY - Mi hanno confermato la riunione ad Atene. Dovevo fare scalo qui, dormire in uno di quegli orribili alberghi intorno all'aeroporto...e lasciarti sola! Perché sprecare questa bella occasione? 
LA ABBRACCIA. 
AMY - Ah! Sei proprio matto. 
TONY - Sei tu ad avere questo effetto su di me... 
Si baciano scomparendo sotto le lenzuola.
 
VI -SALA DI DOPPIAGGIO.
Amy e Guido ai leggii guardano, fronte al pubblico, verso l'alto, per seguire l'"anello" della scena che stanno per doppiare.
Battute in inglese. La protagonista ha la voce di Amy, mentre il protagonista che sarà doppiato da Guido ha la voce dell'attore americano.
Dopo alcune battute a pieno volume, i due ascoltano il dialogo in cuffia, per cui le voci in inglese non si sentono più.
Amy e Guido iniziano a doppiare. 
AMY - "Divorzierò. Non riuscirei a vivere con te dopo che mi hai tradito con un'altra". 
GUIDO - "Lascia che ti spieghi. Io non ho mai cessato di amarti". 
AMY - "Ti ho creduto per troppo tempo, con tutta la fiducia di cui ero capace. Quella fiducia tu l'hai distrutta". 
GUIDO - "Potessi spiegarti!...E invece devo chiederti di non giudicarmi per quello che credi sia avvenuto, mentre non è come tu pensi". 
AMY - "Tu non hai pudore!, non hai vergogna! Mi consideri una povera stupida!". 
GUIDO - "Chiedimi un piovra!"...Cazz!...Scusami Amy...Gianni mi dispiace! Pensare che andavamo così bene! 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Okay Guido andava benissimo! Vi rimando l'anello della battuta di Amy e riattacchiamo da quella di Guido. Amy, per favore, adesso che entriamo nel vivo, cerca di essere  ancora più tagliente; disprezzalo, senza pietà! 
AMY - D'accordo. Non farò nessuno sforzo! 
GUIDO - Ah! Nessuno sforzo a disprezzarmi?...Gianni, mi senti? 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Okay Guido, ti sento. 
GUIDO - Posso essere più supplichevole, più sensuale per riconquistarla? Una voce di velluto, eh? 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Okay Guido, proprio quanto stavo per chiederti: Una voce da macho! 
GUIDO - Hai sentito, Amy? Ho l'autorizzazione del direttore del doppiaggio. 
AMY - Così mi riconquisterai con l'autorizzazione della "cidiesse"? 
GUIDO - L'hai detto! 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Attenzione, ripartiamo! 
VOCE DI AMY REGISTRATA - "Tu non hai pudore!, non hai vergogna! Mi consideri una povera stupida". 
GUIDO - "Chiedimi un prova! Una prova per credere di nuovo nel mio amore! Ti prego! Oh!, ti prego!". 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Stop! Guido hai esagerato. Cerca di essere credibile! 
GUIDO - Okay Gianni . Sai, riattaccare a freddo è difficile. 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Preferite rifare dall'inizio? 
AMY - Oh no! Non ci verrebbe più così bene! 
GUIDO - Sono d'accordo anch'io. Riprendiamo dalla mia battuta. Ho capito il tono, adesso andrà benissimo! 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA -  Rimando l'anello della battuta di Amy, poi parte Guido. 
VOCE DI AMY REGISTRATA - " Tu non hai pudore!, non hai vergogna! Mi consideri una povera stupida!". 
GUIDO - " Chiedimi una prova! Una prova per credere di nuovo nel mio amore! Ti prego! Oh!, ti prego!" 
AMY - "Ti do una possibilità. Ma se la tua sarà un'altra menzogna, allora tanto peggio per te!". 
GUIDO - "Non ero io l'uomo che tu hai visto abbracciato a quella donna! In quel giorno e a quell'ora io stavo lavorando ai calcoli sull'astronave. I miei compagni di bordo possono testimoniarlo!". 
AMY - "Vorrei crederti! Ma io stessa ti ho visto tra le braccia di quella che pensavo un'amica fedele!". 
GUIDO - "Non ero io, amore mio, mia unica passione!". 
AMY - "E chi allora?". 
GUIDO - "Un replicante. Una copia perfetta di me! Un'odiosa creatura meccanica creata da Flippy, lo scienziato che ti ama follemente!". 
AMY - "Un atroce disegno! Voleva che ti disprezzassi, per poi prendere il tuo posto. Ora posso amarti come prima!". 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Bene benissimo! Siete formidabili! 
GUIDO - Allora si va avanti! Che facciamo adesso? 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA -  Nel prossimo anello ci sono le battute che i due si scambiano mentre si baciano; se state più vicini tra voi, riuscite a rendere meglio...Insomma metteteci un po' di entusiasmo!... 
AMY - Come se facessimo sul serio? 
GUIDO - Credo che Gianni voglia questo. 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA -Fate una prova. Vi mando l'originale... 
Guido e Amy si rimettono in cuffia. Reagiscono alle battute con frasi, carezze, baci e suoni dettati dal momento erotico. Trascinati dall'impeto della prova, i loro corpi si attraggono, le mani si intrecciano, le labbra si sfiorano, con un risultato sonoro di forte sensualità. 
GUIDO - Ahhhhhhh!!!!Schhhhh!!!! Mmmmmm!!!!Ohhhhh!!!!Amore!!!! 
AMY - Amore!!!!Ohhhh!!!!Sìsìsìsì!!! 
GUIDO - Sìììììì!!!Amoreamoreamoremiooooo!!! 
AMY  e GUIDO INSIEME- Ahhh!!!Ahhh!!!Ahahahah!!!!sìììììì! 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Okay perfetto! 
GUIDO - Registriamo? 
AMY - Riusciremo ad essere di nuovo così bravi?!... 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA -  Siete meglio alla prova, è sempre così. Ma io vi ho registrato. Ci vediamo domani, okay? 
GUIDO - Che figlio di puttana! 
AMY - Grazie Gianni, sei un genio. 
VOCE DI GIANNI DALLA REGIA - Allora a domani. Ciao! 
AMY E GUIDO - Ciao ciao! 
Amy e Guido si guardano, poi scoppiano a ridere e si adagiano comodamente sul divano. 
GUIDO - Come faceva a prevedere che avremmo fatto così bene? 
AMY - Ci ha dato un'occhiata e ha capito che andavamo bene al primo colpo... 
GUIDO- ...e che non saremmo più andati così bene. 
AMY - Tu pensi che non riusciremmo meglio di così? 
GUIDO - Oh, noi potremmo essere anche molto più bravi... 
Si avvicina ad Amy, la accarezza attirandola a sé; lei non si sottrae. 
Le carezze sono appena un inizio...La scena ha degli sviluppi... 
AMY - Tu sai come andrà avanti? 
GUIDO - Ho visto gli anelli successivi, per avvantaggiarci sul lavoro di domani... 
La bacia. Amy lo guarda con aria di sfida. 
AMY - E allora, lei che fa? 
GUIDO - Lei gli offre le labbra... 
Amy gli offre le labbra. 
E lui la bacia... 
La bacia. Amy partecipa al bacio, poi lo guarda. 
AMY - E poi? 
GUIDO - Poi lui la rovescia sul divano... 
Esegue. 
....e le apre la camicetta... 
Esegue.  
...Lei gli sbottona la camicia... 
Amy esegue. Ormai è pienamente partecipe,  presa nel gioco erotico. 
AMY - E poi ? E poi? E poi? 
GUIDO - Poi lui si alza e va a spegnere la luce... 
Esegue. 
AMY - E perché va a spegnere la luce? 
GUIDO - Perché in un film americano quello che avviene dopo si deve soltanto immaginare. 
AMY - E' divertente questo film! Mentre lo giravo non me n'ero accorta... 
I due sono abbracciati sul divano in penombra.
Guido recita sul tono delle battute del doppiaggio.  
GUIDO - "Ora sai quanto ti amo! Io sono stato sono e sarò  sempre innamorato di te!".
 
VII . CASA DI LIA E GUIDO IN CAMPAGNA. SOGGIORNO. 
VOCE DI LIA -  Mi porterò le vostre uova in città, Orsola; le altre, Ricky e Melba non me le mangiano. E grazie per la cicorietta!... 
Lia entra nel soggiorno e tira fuori delle uova da un canestro, riponendole in una ciotola.
Entra Guido con un fascio di fiori. 
LIA - Non ti vedevo così attivo da anni! A parte il doppiaggio. 
Guido le mostra i fiori. 
GUIDO-  Belli, eh?! 
LIA - In primavera non ci stiamo quasi mai. Adesso è uno splendore. 
GUIDO - Piacerebbe anche a Ricky e Melba. Non sono venuti, perché? 
LIA - Richy aveva il tennis. Melba andava a un concorso. 
GUIDO - Un concorso? 
LIA - Ippico! 
GUIDO - Perché? Melba fa equitazione? 
LIA - Da cinque anni! Ce la portasti tu la prima volta, non ricordi? Era così piccola che passava sotto la pancia del cavallo... 
GUIDO - E ha continuato ad andarci? 
LIA - All'inizio l'accompagnavo io, poi si è organizzata con dei compagni, sai come fanno... 
GUIDO - Io non so mai niente in questa casa. 
LIA - Ringrazia il cielo di avere dei figli sani. 
GUIDO - Ringrazio. Ma mi piacerebbe essere al corrente di queste attività, non soltanto pagarle. 
LIA - Basta che tu lo voglia. 
GUIDO -Questa casa  è rimasta chiusa per mesi . Bisogna darle un aspetto decente. Almeno per non fare brutta figura con gli ospiti. 
Si guarda attorno, agitando i fiori. 
LIA - Cerchi un vaso. 
GUIDO - Ce n'è uno? 
LIA - Cinquemila, a scelta. Regali per il nostro matrimonio, e portati nella provvidenziale casa di campagna. 
Gli porge un vaso di gusto pessimo. 
Questo è il meno orrendo. 
Guido armeggiando per disporre i fiori. 
GUIDO -  Lo nascondo un po'...con questi tralci d'edera... a cascata... 
Lia sta osservandolo. 
LIA - Da quanto tempo non mi regali dei fiori? 
GUIDO - Puoi comprarteli quanti ne vuoi. Come faccio a sapere se non ne hai presi tu? 
LIA - Se me ne portassi tu,  butterei via tutti gli altri per mettere i tuoi. 
GUIDO - Che ti prende oggi? 
LIA -   Vado a controllare l'arrosto. 
Esce. Guido continua a disporre i fiori nel vaso. Sono rimaste fuori delle roselline; ne fa un mazzetto. 
GUIDO - Per Amy, nella sua camera...Ci sarà anche Tony...ma lei capirà... 
Esce con il mazzetto. 
 
 

VIII.  
Amy e Tony entrano nel soggiorno. Vestono abiti stile country. Tony porta un grosso involto. 
AMY - La contadina ci ha indicato di qua... 
TONY - Forse non saranno ancora arrivati... 
Amy si avvicina al vaso con i fiori. 
AMY - Ma no, guarda...Questi fiori sono freschissimi...Che vaso orribile!...Hai fatto bene a portargliene uno... 
Entra Lia con dei fiori. 
LIA - Oh siete già arrivati! Pensavamo di venirvi incontro! 
AMY - Tony aveva sbrigato le telefonate fin da ieri sera - sapete, i fusi orari...- ed era impaziente di partire. Nel week end noi non stiamo mai in città. 
Tony porge il pacco a Lia. 
TONY - C'è sempre bisogno di un vaso da fiori...Me ne sono fatto portare uno di artigianato pellerossa dal direttore di produzione...Il gusto è il suo... 
LIA - Oh! Stavo proprio cercando un vaso per i fiori... 
Apre il pacco; ne emerge un vaso di fattura pellerossa, di gusto assolutamente particolare. 
Oh! Ma è meraviglioso! 
Vi dispone i fiori. 
Siete stati proprio carini... 
TONY - L'altra sera, a cena, ti guardavo. Tu somigli in qualche modo ai miei parenti italiani.

AMY - Attenta Lia. E' uno dei suoi sistemi per attaccare!... 
LIA - Attaccare? Che vuoi dire? 
Entra Guido con una sdraio. 
GUIDO - L'ho trovata nello stanzino. La metto fuori... 
SI accorge di Amy e Tony. 
Oh, siete arrivati! Stavamo per venirvi incontro... 
TONY - Siamo partiti in anticipo... 
GUIDO, (sottovoce, a Lia)  - Dove hai preso quell'orribile vaso? 
LIA , (sottovoce, a Guido)  - E' un regalo di Tony!...
(forte)  Hai visto che bel regalo?
Un autentico vaso pellerossa, portato in volo dal direttore della produzione! 
GUIDO -  Non ho parole! 
AMY - Ne abbiamo uno quasi uguale, nella nostra casa di campagna... 
GUIDO, (sottovoce, ad Amy)  - Così ti sentirai a casa tua... 
AMY, (sottovoce, a Guido)  - Non fare imprudenze... 
GUIDO, (forte, a Lia) - A che punto è l'arrosto? 
LIA -  Deve ancora cuocere un pochino, a fuoco piccolissimo...Posso permettermi un po' di riposo... 
Afferra la sdraio. 
Vado in giardino a prendere il sole. Chi vuol venire? 
TONY - Io ho una gran voglia di sole. E di silenzio. 
LIA - Benissimo. Vado a cercarti un'altra sdraio. 
Esce. 
AMY - Io vorrei sgranchirmi un po'. 
GUIDO - Ti faccio vedere la casa. E poi, un giretto nel bosco. Se Tony permette... 
TONY - Falle vedere tutto quello che vuoi. 
Esce con la sdraio. 
AMY, ( a Guido) - Andiamo? 
GUIDO - Andiamo. 
Escono. 
 
IX . GIARDINO.  
Lia e Tony sulle sdraio. Lia ha gli occhi chiusi. Tony la osserva intensamente. 
LIA - Sento il vostro sguardo su di me. 
TONY - Somigliate a mia madre. 
Lia apre gli occhi. 
Alla madre di mia madre...e ancora più indietro. 
Da una tasca estrae una fotografia. 
Più che i lineamenti, lo sguardo. L'espressione della bocca. La stessa fierezza, forse anche...rassegnazione. 
LIA - E' questo che avete notato in me? 
TONY - Le donne della mia famiglia erano così. E voi adesso, quando ve ne stavate con gli occhi chiusi, sembravate così indifesa...e innocente, e così antica...Mi avete dato del voi, ve ne siete accorta? 
LIA - Non mi è mai capitato. Anche tu, mi hai dato del voi.  
TONY - Mia madre dava del voi al padre. E mia nonna anche a suo marito. 
LIA - Si usa ancora, nelle nostre campagne. 
TONY - I miei erano di queste parti. 
LIA - Non sono più tornati? 
TONY - Il nonno, da vecchio. Non si era mai abituato alla vita americana. Lasciò tutto e se ne tornò al paese. Ma la casa era abbandonata da anni, andò a vivere da una sorella. Quando morì, la casa rimase a noi. Non ci siamo mai venuti. 
Un silenzio. 
Non parli mai di te. 
LIA - Sono una donna di casa. Una madre. 
TONY - Tu e Amalia eravate insieme in Accademia. 
LIA - Anche tu la chiami Amalia? 
TONY - Qualche volta, nei week ends, Ersilia. 
LIA - Ersilia, te lo ha detto lei. 
TONY - Certe volte parliamo del passato. 
LIA - Sei  suo marito, e il suo produttore. 
TONY - Sì, ma nel lavoro ci comportiamo in piena autonomia. Per un contratto si può perfino litigare. 
LIA - Sarebbe impensabile, tra me e Guido. Tutto è per la famiglia. 
TONY - E se ci si divide? 
LIA - Non ci si divide, qui. 
TONY - Avete il divorzio. 
LIA - Anche se si divorzia, non ci si divide. Rimangono sempre dei legami. 
TONY - Recitavate insieme, voi tre. 
LIA - Da allievi. Non ci stancavamo mai. Ah! era bellissimo! 
TONY - Perché hai smesso? 
LIA - Mah! All'inizio, per i figli; erano piccoli... 
TONY -Poi sono cresciuti... 
Una pausa. Lia fa uno sforzo per rispondere. 
LIA - E infatti...quando Ricky aveva qualche anno ho cercato di riprendere.  Mia madre si era offerta  di tenere il bambino. A parole  Guido era d'accordo; poi si ammalò; dovevo assisterlo, non riuscivo a studiare, arrivavo alle prove in ritardo... perché quando stavo per uscire, lui si sentiva male. I medici dicevano che non aveva niente... 
TONY - E dopo? 
LIA -  Io resistevo, avevo capito che si trattava di un ricatto; lo curavo, ma continuavo a provare lo spettacolo. Lui non poteva costringersi a letto in eterno; guarì, e io partii. Una bella tournée...Ero con Albertazzi; mi voleva già anni prima; ma ero rimasta incinta di Ricky e avevo dovuto rinunciare..Lui si era ricordato di me e mi aveva ripreso, ero così felice! Appena si arrivava in una città, subito andavo in giro per conoscere i monumenti, le chiese, i musei... la gente! Camminavo e mi sentivo libera! Di notte, dopo lo spettacolo, Guido mi telefonava e io gli raccontavo ogni cosa come se fosse stato lì, con me... Lo amavo ancora di più, perché dimostrava interesse per il mio lavoro. 
TONY - E poi? 
LIA - Lui non ce la faceva a restare lontano da me. E il doppiaggio gli impediva di raggiungermi. 
TONY - Non poteva decidere di tornare a recitare, con te? 
LIA - Fai più soldi col doppiaggio. E c'era la casa col mutuo, il bambino, la donna fissa...Doveva rimanere al chiodo... 
TONY - Ma tu, tornavi a casa? 
LIA - Quando potevo mettere assieme il giorno di viaggio col riposo, e finivamo al pomeriggio, di domenica. In aereo o in macchina, quante corse! Arrivavo e saltavano fuori mille problemi. Lui poi, sempre a recriminare...: "Se c'eri tu, questo non succedeva... Se ci pensavi tu, risparmiavamo... Il bambino patisce con tua madre...", e non era vero!, mia madre teneva il bambino che era una bellezza. 
Tace, in preda all'emozione. 
TONY - Ti commuovi ancora. 
LIA - Una volta siamo venuti qui. Avevamo appena preso la casa, con tutti i risparmi. Era primavera, e io avevo due giorni di riposo. Siamo stati insieme... Mi mise incinta un'altra volta. Finii la tournée che cominciavo a ingrossarmi. La bambina doveva nascere in inverno, non potevo accettare altre scritture. E uscii dal giro. 
TONY - Madre, ma con rimpianto. 
LIA - Adesso non ci penso più. 
TONY - Davvero non ci pensi? Se tu avessi una possibilità, rifiuteresti? 
LIA - Sì. Credo di sì. 
TONY - Recita per me. Adesso! 
LIA - Che dici! Dopo tanti anni... 
TONY - In Accademia facevate il "Gabbiano", me lo ha detto Amalia. 
LIA - Quelle battute, le caricavamo di sottintesi nostri.. Mi pareva di riceverne forza, per la mia vita. 
Si alza, concentrata. 
"Per una felicità come quella di essere una scrittrice o un'attrice, io sopporterei l'ira dei parenti, la povertà, le disillusioni, vivrei anche in una soffitta, mangiando pane nero, e accetterei di soffrire per lo scontento di me stessa, per la coscienza delle mie imperfezioni... ma in compenso potrei aspirare alla gloria... a una vera, strepitosa gloria...". 
Torna a rivolgersi a Tony, in un'alternanza di interpretazione evocata e di dialogo. 
Incominciava uno di noi... Dopo un po' andava avanti un altro... Anche i maschi, a recitare Nina... Io temevo di non riuscire mai abbastanza a esprimere tutto quello che c'era in quelle battute... 
"Temevo che mi odiaste...Ogni notte sogno che mi guardate senza riconoscermi...": qui Nina ritrova Kostantin, che aveva amato... Tutto è perduto, ma lei non lo sa... 
"Ah, se sapeste! Da quando sono arrivata ho girato sempre qui intorno... vicino a questo lago. Più volte mi sono trovata accanto alla vostra casa e non ho avuto il coraggio di entrare. Sediamoci. 
Tony è affascinato; segue Lia che siede. 
Sediamoci e parliamo, parliamo!... Si sta così bene qui: c'è un tepore, una pace! 
Tony asseconda Lia. 
Sentite...il vento? In Turgheniev c'è un brano che dice: 'Beato chi, in una notte come questa, ha un tetto per ripararsi e un suo tiepido cantuccio'. Io sono...un gabbiano...Ma che c'entra? Di che stavo parlando? Ah!...di Turgheniev... 'Che Dio aiuti tutti i pellegrini senza tetto!...' Mah, non importa!" 
Piange. Tony è turbato. Di colpo, Lia smette di piangere e prorompe in una risata. Tony è sconcertato. 
TONY - Credevo che ti fossi commossa davvero. 
LIA - Era Nina, che piangeva. Io sono Lia. 
TONY - Sei molto brava. Peccato che tu non abbia continuato. 
LIA - E' andata così. 
TONY - Si può riparare. 
LIA - Che vuoi dire? 
TONY - Pensavo... 
Un silenzio. 
Il sole è al tramonto... 
LIA - Parli di me? 
Tony le prende una mano. 
TONY - Questo tepore... 
LIA - Del sole... o della mano? 
TONY - La voce di mia madre...le carezze...e la terra...il paese...la casa... 
Sempre più in un sussurro, la sua voce si muta in un respiro verso il sonno. Lia gli sfiora una guancia e rimane a guardarlo.
 
X - SOLAIO-STUDIO NELLA CASA DI CAMPAGNA.
UNA TENDA DA UNA PARTE. LIBRI E COPIONI QUA E LA'. 
Amy e Guido emergono da una scaletta. Dal lucernario la luce del tramonto illumina il piccolo ambiente. 
AMY - Non avrei mai pensato che dietro quella porta ci fosse una scaletta e poi ancora una stanza!... 
GUIDO - Il sole batte forte, qui; pare una serra... 
AMY - Perché ci vieni? 
GUIDO - E' il mio rifugio segreto. Lia non lo sa. 
AMY - E non ti chiede dove vai? 
GUIDO - Crede che sia in giro, nel bosco, o in paese... 
AMY - Anche oggi, hai detto che andavamo nel bosco... 
GUIDO - Volevo portarti qui. 
Amy afferra delle riviste, le sfoglia. 
AMY - Sono dell'anno scorso...inglesi...francesi...americane... 
GUIDO - Cerco di leggerle d'estate, quando finalmente mi libero dal doppiaggio. Gli spettacoli che non ho potuto vedere...le commedie che avrei voluto recitare... 
AMY -  Quello che non hai vissuto...E vorresti recuperare... 
GUIDO - ...almeno qualche brandello...

AMY - In segreto. Perché? 
GUIDO - Lia. L'ho sacrificata. Ed era brava, lo sai. Deve sentire che ne è valsa la pena. 
AMY - Perché mi dici queste cose? 
GUIDO -  Per cercare di spiegarti... perché ti ho lasciato. 
AMY - Non mi brucia più. 
GUIDO - Mi avresti lasciato tu. Non potevo sopportarlo.  
AMY - E così l'altro giorno, al doppiaggio, hai voluto vedere come reagivo. 
GUIDO - Io ho sentito la stessa attrazione di allora. 
AMY - Non parliamone più.  
GUIDO - Ecco, di colpo un muro tra te e gli altri. Facevi così anche in Accademia. 
AMY - Per difendermi da chi mi aveva deluso. Avremmo potuto vivere insieme, il teatro come scopo...Un lavoro faticoso, ma esaltante, e con la soddisfazione del successo. Tu ti sei tirato indietro. Ma "che c'entra?" Nessuno di noi due si è fermato.  
Guido scosta il tendaggio. Oscillanti sullo sfondo di un palcoscenico in miniatura, appaiono alcuni burattini, maschere della commedia dell'arte e personaggi moderni. 
GUIDO - Mi piace stare con loro. Sono miei...totalmente.Li ho fatti io...Li ho vestiti...Li ho inventati come mi venivano pensando a un personaggio che avrei voluto interpretare; poi facevo anche la sua compagna, l'amante, la moglie, la nemica...e pensavo a te. 
AMY - Tu questo...per anni! E io non sapevo... 
Guido le si avvicina. 
GUIDO - Forse è ancora possibile... 
AMY - Il nostro tempo lo abbiamo consumato. Siamo cambiati, abbiamo fatto esperienze diverse; e ci sono degli altri accanto a noi. 
GUIDO - L'altro giorno sembrava possibile. 
AMY - Era eccitante andare dietro al film,  prolungarlo per gioco, dimenticarci di noi stessi... Io non ero con te, ma con il personaggio della storia. 
GUIDO - Non nasconderti dietro il doppiaggio! Insieme in quello studio ci siamo stati noi. 
AMY - Era soltanto una scena in più. 
Guido tenta un abbraccio, ma Amy non risponde all'invito.
Lui si arrende. 
Scusami... 
AMY -  Non voglio che tu sia triste. Il passato è una parte di noi. 
GUIDO - E riemerge, qualche volta... 
Amy gli sfiora la guancia con un bacio leggero. 
AMY -  Dobbiamo andare. 
GUIDO - Sì. Staranno cercandoci. 
Guido chiude il tendaggio. Si avvia alla scaletta, seguito da Amy. 
XI - INTERNO DI UNA VECCHIA ABITAZIONE CONTADINA, ABBANDONATA.  
Il rumore di una serratura arrugginita, forzata dall'esterno. 
Entrano Lia e Tony. 
TONY - Non è entrato più nessuno dalla morte del nonno... 
LIA - Tutto è rimasto come allora. 
TONY -Ma le persone, non ci sono più... 
LIA - Era meglio non venire. 
TONY - No, sono contento di essere qui. E poi, è meno triste, con te. 
Lia prende un bicchiere. Si guarda attorno. 
LIA - Ah!... C'è il pozzo, fuori!... 
TONY - Volevi dell'acqua. Vado a cercartela. 
LIA - Era soltanto, così...per bere in un bicchiere che serviva ogni giorno...Tutta quella gente, la famiglia grande... 
TONY - Finito. 
LIA - Delle volte ci penso. Le mie giornate si consumano sotto il segno dell'affanno. La vita che volevo... Adesso, mi pare tutto lontano. 
TONY - Sei bella; non la bellezza che dura un tempo breve.
Gli anni hanno lasciato dei segni sul tuo viso; ci leggo la tua vita ... 
LIA - Nessuno mi ha mai parlato così.  
TONY - Ci sono cose che bisogna scoprire...
Anche per i miei film... Comincio a pensarci lontano dalla confusione.  
LIA - Credevo ti occupassi di soldi. 
TONY - E' una fase indispensabile. Ma sono io a proporre il tema,  a farmi nascere l'idea. 
LIA - Allora sei anche uno scrittore. 
TONY - Uno che scrive attraverso le immagini. 
Guarda Lia con rinnovata attenzione. 
Una donna italiana...emigrata in America. Primi del novecento... una vita difficile. Sacrifici... e l'onore, l'orgoglio... una passione che la mette di fronte alla necessità di scegliere fra il dovere e l'amore... 
LIA - Mi sento un ingrediente  per la riuscita di un'operazione. 
TONY - Potrebbe anche esserci dell'altro... 
Prende una brocca. 
Vado a vedere di prendere l'acqua... 
Esce. 
Lia si guarda attorno. Apre l'anta di un armadio e vi scopre una veste nera. La indossa; in testa si drappeggia un fazzoletto nero trovato insieme alla veste.
Tony rientra con la brocca piena d'acqua. 
TONY - Ah! 
Si avvicina a Lia, contemplandola.  Versa l'acqua nel bicchiere, ne beve un sorso, poi offre il bicchiere a lei, che beve. I due sono uno di fronte all'altra. 
TONY - Restiamo qui. 
LIA - Che cosa penseranno... 
TONY - Che abbiamo trovato delle cose da sistemare. Andranno al doppiaggio e si dimenticheranno di noi. 
LIA - Non ho mai fatto una cosa del genere... 
TONY - Amalia... 
Sfiora il volto di Lia, contornato dal fazzoletto. 
LIA -Che cosa mi succede? Non trovo le parole... 
TONY - Tu hai altri modi per esprimerti... 
Le si accosta, abbracciandola con delicatezza. 
Avremmo potuto essere noi, un secolo fa...
 
XII - CAMERA D'ALBERGO DI AMY, ADESSO ANCHE DI TONY.  FOTOGRAFIE SPARSE, ALCUNE GRANDI, DI AMY E DI GUIDO, INSIEME ED IN ATTEGGIAMENTI AFFETTUOSI.  
Sdraiato sul letto, Tony sta esaminando le foto. Amy è in vestaglia.  
TONY - Un successo, la conferenza stampa. 
LIA - Sì, ma non vedevo l'ora che finisse.  
TONY - Perché? Eravate i protagonisti... 
LIA - I protagonisti del film! Non eravamo più l'attrice e il doppiatore, i giornalisti giocavano sull'equivoco. E lo hai voluto tu! 
TONY - Ma vi siete prestati voi. 
LIA - "Voi" chi? 
TONY - Tu e Guido. 
LIA - Ci è ritornata la familiarità che avevamo in Accademia.  
TONY - Certe volte è difficile distinguere. 
AMY - E' difficile, ma poi tutto si chiarisce. Possono esserci dei momenti di gioco... Ma la realtà vissuta ha basi solide; basta che ci sia la volontà di fare chiarezza. 
TONY - Non ti avevo mai vista così premurosa nei confronti di un partner. Qui poi si tratta di un doppiatore...  Lo guardi... 
Via via le porge le foto. 
Gli sorridi... Lo indichi ai fotografi... Lo abbracci, con gli occhi socchiusi... Qui, guarda!, lo baci addirittura... 
AMY - Su una guancia. Più si parla del film...: è una tua teoria. 
TONY - Il tuo scopo è questo? Davvero? 
Un silenzio. 
AMY - Bèh, ho provato a riprendere una storia con lui. Mi faceva sentire giovane. Un capriccio. Una scommessa con me stessa. 
TONY - E allora? 
AMY - Già finita. 
TONY - Ah!? 
LIA - Non ci si ritrova più quelli di prima. E' stato un gioco. 
TONY - Per me, invece, Lia non è un gioco. 
LIA - Sei tu, allora, ad avere qualcosa da dirmi. 
TONY - Voglio portarla in America. 
AMY - Un film? 
TONY - All'inizio, forse. Poi, attraverso di lei, ho capito delle cose di me, della mia famiglia. 
LIA - E noi stavamo al doppiaggio! 
TONY - Eri pagata per questo. 
AMY - E...Guido? 
TONY - Vedrà lei cosa dirgli. 
AMY - E io?...Come faccio? 
TONY - Come hai sempre fatto. 
AMY - Rimango?... 
TONY - Potrei vivere senza di te? 
AMY - Egoista! Mostruoso egoista! 
TONY - Finora mi sono trovato bene così. E anche tu ci stavi! 
AMY - Tony... 
TONY - Sì? 
AMY - Non potremmo riprovare, noi due? 
TONY - Che c'è da riprovare? 
LIA - Niente. 
Lia entra nel bagno. Tony guarda l'ora all'orologio da polso, poi compone un numero al telefono. 
TONY - Hallo John! Allora? Hai visto le foto? Vanno bene per il lancio!...Sì, Amy è stata molto astuta...Cominciate a dare qualche notizia alle agenzie...Ti mando un fax... Figurati!, la pubblicità non deve risparmiare la vita privata: "La grande attrice si innamora dell'attore italiano che ha doppiato il film con lei...Da ragazzi hanno frequentato insieme l'Accademia, tra loro era nata una delicata storia d'amore...". Poi diamo la notizia più gagliarda: "La love story è rifiorita all'ombra della potente produzione cinematografica americana..". Per ora niente notizie su di lui. Mettiamo qualcosa su di me...Meglio non lasciare margini alla fantasia dei giornalisti: "Pur essendo la moglie del grande produttore che ha finanziato il film, la famosa attrice non ha esitato di fronte alla passione ritrovata della sua giovinezza...". E chiudiamo con il nostro lancio: "Attualmente in fase conclusiva di lavorazione, il film uscirà a Natale su tutti gli schermi italiani...". Ah John! Fatti venire in mente con chi posso farmi vedere in giro nei prossimi giorni. Qualcosa di originale, okay? Buon lavoro!
 
XIII - SOGGIORNO DELLA CASA  DI LIA E GUIDO IN CITTA'. 
Lia sta sparecchiando la tavola apparecchiata per tre. Mentre va e viene con piatti e bicchieri, parla con i figli che stanno fuori scena. 
LIA - Ricky...Io credo che potrai andare al torneo di tennis. Tuo padre non avrà niente in contrario...purchè non ci siano problemi con gli esami...Melba... Non so se ti convenga portare avanti cavallo e judo...Non ti vedo mai studiare...E poi, ci avevi promesso che saresti venuta almeno una volta in campagna, magari col tuo ragazzino...e non vi abbiamo mai visti, né te né Ricky!... 
Si ferma ascoltando. 
Ehi! Ragazzi! Sto parlando con voi!... 
Alza il tono della voce. 
Mi sentite? 
Silenzio. 
Hanno già messo le cuffie! Quando mangiano, parlano tra loro...Si alzano, corrono nelle loro stanze... e mettono le cuffie...La sera, un boccone e poi, in discoteca!...Che cosa ci sto a fare, io... 
Le musiche di due diverse cassette si alzano improvvisamente a pieno volume. Poi vi si sovrappone il rumore di due motorette che si allontano. 
LIA - Se ne sono andati!... 
Siede in posizione yoga, chiudendo gli occhi.
Una pausa.
Entra Amy. 
AMY - Ho trovato la porta aperta... 
Lia riapre gli occhi, si tira su. 
LIA - Sono usciti i ragazzi... 
AMY - Vorrei parlarti. 
LIA - Non c'è più niente da dire. 
AMY - Al tuo posto ci penserei, prima di partire. Il prezzo è alto. Io l'ho pagato. Ma non avevo niente da perdere. Tu, delle cose ne hai. 
LIA - Ho già deciso. 
AMY - Quando ho conosciuto Tony, io non ero nessuno. Lui ha capito che potevo essere un affare, e mi ha ingaggiato.Via via che diventavo la sua diva, mi spingeva a dei comportamenti che favorivano il mio lancio come attrice, ma mi allontanavano dall'affetto per lui. Tutte le cose belle del nostro rapporto, le abbiamo sacrificate per il successo e per i soldi. E non ero succube, questo devo dirlo per onestà; anch'io ero d'accordo a farmi strumentalizzare, per l'ambizione di arrivare. Mi disprezzavo, ma soprattutto cresceva in me il rancore per lui, che mi induceva a quei comportamenti... Ero innamorata, all'inizio; per questo mi è stato più facile accettare... Poi però è venuto fuori il desiderio di vendicarmi;  volevo farlo soffrire, aveva distrutto la mia fiducia, la mia capacità di amare... Così sono stata al gioco delle sue conferenze stampa, dei partners di grido in coproduzioni colossali, con abbandoni, ritorni, flirts... 
LIA -  Anche con Guido? 
AMY - Eravamo insieme in Accademia...Lo sai... 
LIA - Con lui non è stato per pubblicità. 
AMY - Che vuoi dire? 
LIA - Oh, è passato il tempo della gelosia. 
AMY - Pubblicità, anche questa volta. Tony gioca molto sui due fronti. Stai attenta. 
LIA - Che cosa ti ha detto? 
AMY - Si è inventato l'elemento nuovo, dell'origine italiana; tu, che somigli alle donne della sua famiglia, se poi è vero; ma anche inventato, funziona, per lanciare la futura protagonista del film.
Come attrice, avrai il tuo momento di celebrità. Nient'altro, non ti fare illusioni. E non potrai tornare indietro. 
LIA - Perciò ti ho risposto che per me non c'era più niente da dire.
Il discorso semmai è un altro. 
AMY - Guido. 
LIA - E i figli...la casa.... un mondo. Tutto fa perno su di me. Sono la serva e la padrona. E per questo ho deciso di rimanere qui. 
AMY - Allora posso dirti una cosa; prima no, poteva sembrare che volessi convincerti a non partire. Il doppiaggio è come il cinema...Ti plagia. Quando sei preso da questo lavoro, tu "sei" il personaggio. Se il partner è il tuo amante nel film, tu lo segui nel dialogo, nella situazione...E quando hai finito la scena, rimani sotto l'influsso delle immagini, delle parole... Tu continui ad agire dietro quegli impulsi... Colpa? Responsabilità? Con Guido non c'è stato un flirt; soltanto il doppiaggio.  
LIA - Anch'io, giorni fa, ho sentito una suggestione. La casa antica... le tracce di una famiglia mai conosciuta...da immaginare. Là, Tony  mi ha vista come un'apparizione... 
AMY - E ne ha tirato fuori lo spunto per un film. Gli emigranti...le radici italiane...Eh, lo conosco!... 
LIA - Quel giorno rimpiangeva gli affetti che avrebbe potuto offrirgli una famiglia vera, magari in un piccolo paese in Italia... e che non aveva mai provato.   Era sincero, lo capivo al di là delle parole. Ma non poteva durare, dopo quel momento. Per questo, anche, ho deciso di non partire. 
AMY - Io non sono mai riuscita a ragionare così. Addio, allora. 
LIA - Addio. E ricordati..."In Turgheniev c'è un brano che dice..."... 
AMY - ..."'Beato chi, in una notte come questa, ha un tetto per ripararsi...'"... 
LIA - ..." 'e un tiepido cantuccio'...Io sono..."... 
AMY - ..."...io sono un gabbiano..."... 
AMY E LIA INSIEME - ..."Ma che c'entra?"... 
Ridono abbracciandosi, e piangono; ma il pianto rimane nascosto dalla risata e dall'abbraccio. Infine si sciolgono. 
AMY - Addio, Ersilia. 
LIA - Amalia, addio. 
Amy esce. Lia chiude gli occhi e assume la posizione yoga
 
XIV - SALA DI DOPPIAGGIO.  
Tony e Guido stanno guardando delle foto di Guido e di Amy. 
TONY - Ah! Ah! I giornalisti hanno abboccato! :"Il flirt tra i protagonisti del doppiaggio prosegue a gonfie vele. Faranno  un film insieme. Produzione colossale, una commovente, coraggiosa, appassionante storia nel mondo dei primi emigrati italiani in America!" Che te ne pare? 
GUIDO - Sei sicuro che questa storia non danneggerà la reputazione di Amy, e la tua?... 
TONY - Sciocchezze! Gli americani si commuoveranno fino alle lacrime : l'attrice italiana ritorna al suo paese  per doppiare un nostro film; rivive con il partner del doppiaggio la passione della sua giovinezza, e si riporta in patria l'amore ritrovato, per farlo diventare famoso!... 
GUIDO - Io però faccio  la figura di quello che ha approfittato della fiducia del marito, per farsi la moglie... 
TONY - E perché? Non è così? 
Guido impallidisce. Lo guarda allibito. 
GUIDO - Cosa dici?!... 
Tony gli batte una mano sulla spalla. Ride, gioviale. 
TONY - Ah! Ci sei cascato! Io scherzo, mi piace mettere la gente in imbarazzo. Stai tranquillo, in America si commuoveranno alla vicenda dell'oscuro doppiatore! Che  per anni tu abbia dato la voce al grande Tray è una cosa che ci venderemo bene! Vedrai, vedrai!...Siamo appena agli inizi... 
Entra Amy. 
AMY -  Tutto okay? 
TONY - Tutto okay. E domani si parte. 
AMY - Si parte! Si parte! Ah! Ho una voglia di tornare a casa! 
GUIDO - Anch'io non vedo l'ora di partire... 
TONY - Ah, dimenticavo. Bisogna ancora scattare delle foto. Guido, per il vestito ti consiglia Amy; nessuno pubblica delle foto mal riuscite, e lei in queste cose è bravissima... 
GUIDO - ( docile, passivo) Sì... 
Tony raccoglie le foto e si avvia. 
TONY - Salgo un attimo per lasciare le foto. Domani passerà la produzione... 
Esce.
Guido e Amy si guardano.
Un silenzio. 
AMY - Non è stata mia l'idea del flirt. 
GUIDO - L'avrà fatto per vendetta?... 
AMY - Tony non sta dietro ai sentimenti. Ha agito in vista del prossimo film. 
GUIDO - Non vorrei che Lia pensasse... 
AMY - Forse non le importa più. 
Guido  guarda Amy senza capire.
La voce di Tony dalla regia li distoglie da un dialogo difficile. 
VOCE DI TONY DALLA REGIA -  Siete ancora lì? Forse volete doppiarvi un'altra volta... 
AMY - Veniamo! 
GUIDO - Ma sì! Bisogna andare!... 
AMY - Gettarsi a capofitto!   
GUIDO - Nella vita! Come nel doppiaggio! 
Amy prende Guido sottobraccio e lo spinge fuori.
 
XV - SOGGIORNO DELLA CASA DI LIA E GUIDO. 
Lia sta preparando la valigia per Guido. 
LIA - I calzini di cotone....Quelli di lana se li comprerà...Camicie, gliene ho messe abbastanza...Ah! Le cravatte! 
Sistema  con cura alcune cravatte nella valigia. 
Questa gliel'avevo regalata io, per l'onomastico... E queste due, i ragazzi per il compleanno... 
Ripone via via gli indumenti nella valigia. 
Il pigiama è nella valigia grande...Pantaloni, giacche, jeans...tutto sistemato.
La sveglia! Speriamo che si ricordi di metterla a posto... 
Accosta la sveglia all'orecchio, poi la ripone nella valigia. 
Pantofole...Vestaglia... 
Sistema le pantofole, indugia a trattenere tra le mani in un abbraccio la vestaglia come se si trattasse di un corpo amato, poi la ripiega e la ripone nella valigia.
Squilla il telefono. E' Tony a un telefono a lato della scena.
Lia va a rispondere . 
LIA - Sì? 
TONY - Volevo salutarti. Prima di partire... 
Lia risponde con sforzo, cercando di avere un tono naturale. 
LIA - Sei gentile.  
Un silenzio. 
TONY -  Lia? 
LIA - Sì?... 
TONY - Volevo salutarti... 
LIA - Sì, Tony, " stiamo" salutandoci. 
TONY - In fondo, sei stata tu a decidere... 
LIA - Era l'unica decisione da prendere. 
TONY - D'altra parte, quella proposta, a Guido in fondo gliela dovevo fare... Lui ci ha riflettuto molto, sai... poi ha accettato: "Per il bene della famiglia", ha detto...  
LIA - Sì. Ne abbiamo parlato. Anch'io penso che sia per il bene di tutti. 
Un silenzio. 
TONY - Volevo dirti...Con te...ho capito molte cose...Mi hai aiutato... 
Lia controlla l'emozione dietro un'apparenza di cortesia  distaccata. 
LIA - Ti ho aiutato...per il personaggio di lei? 
TONY - Anche per questo, certo...Amy non avrebbe avuto nessuna possibilità di inventarlo così.... Ma era di me che parlavo... Tu mi hai aiutato. 
LIA - Ma davvero, Tony? 
TONY - Bèh, siamo stati assieme troppo poco tempo per conoscerci a fondo... ma, credimi, per me è stato molto, molto importante. 
LIA - Ma sì, Tony, parti pure tranquillo. Per te è stato importante. E per me, ripensandoci, è stato... utile. Ho capito delle cose di me, che ancora non sapevo. 
TONY - Ah!, bene...  tu, vedi... Bèh, ci rivedremo senz'altro... 
Lia si lascia sfuggire una piccola risata ironica. 
LIA -  Per il lancio del film in Italia!...Guido dovrà doppiarsi, credo...e anche Amy... 
TONY - Sì, certo, sì...Allora ciao. Ti telefonerò... 
LIA - Ciao. 
Lia richiude velocemente il telefono. Tony rimane ancora con il ricevitore in mano, perplesso, poi se ne va.
Lia  incomincia a legare le cinghie della valigia. Entra Guido. 
GUIDO - Hai già fatto tu. Mi dispiace, avrei dovuto pensarci io... 
LIA - Non ti è mai dispiaciuto che ti preparassi la valigia. Quante volte è successo, in questi anni? 
GUIDO -  Non mi è mai dispiaciuto che ci pensassi tu. E neppure questa volta...Era un modo...per dire... 
Lia lo scruta. 
LIA - Per dire?... 
GUIDO - Niente, Lia. Puoi immaginare... 
LIA - Io non immagino. Tu parti, io ti faccio la valigia. Spero di averci messo tutto. E poi, puoi comprare quello che ti manca... 
Guido è in grave difficoltà ad affrontare il vero argomento dell'incontro prima della partenza. 
GUIDO - Ne avevamo parlato...E' un bel passo avanti...Tu eri d'accordo. 
LIA - Io "sono" d'accordo. Certo. Sennò non partiresti... 
Guido vorrebbe replicare, ma la frase di Lia lo ha sconcertato. Tace, imbarazzato. 
Mi pareva di dover ancora aggiungere una cosa importante...Ah! La sciarpa di lana per il mal di gola...ecco!... 
Esce.
Guido rimane a contemplare la valigia. Lia torna con la sciarpa. 
LIA - Da quanti anni ce l'abbiamo? 
GUIDO - Avevamo appena preso la casa in campagna. Quasi quindici anni fa...Ce l'aveva regalata il pastore... 
LIA - Ci abbiamo curato tutti i raffreddori dei ragazzi... 
GUIDO - E anche noi...Io non ero ancora nessuno. Ma stavamo bene, insieme. 
LIA - Sì. Abbiamo avuto la nostra parte. 
GUIDO - Adesso, vedrai...Il successo, lo devo anche a te. Ai tuoi sacrifici... 
Guido le afferra le mani, gliele bacia, sincero. 
LIA - La casa è qui. Io, i ragazzi, siamo qui. Quando sentirai che è venuto il momento.... 
Lo guarda negli occhi, ferma. 
...tornerai alla tua famiglia. 
Guido prende la sciarpa. 
GUIDO - Voglio tenerla addosso.  Mi farà sentire più sicuro. 
Si mette la sciarpa in tasca.
Un suono ripetuto di clacson, a segnale, dall'esterno. 
La macchina della produzione. 
LIA - Sì. Ricky e Melba verranno a salutarti all'aeroporto. Speravano di arrivare in tempo... 
Un suono di clacson prolungato. 
Vai. Ti saluterò dalla finestra... 
Si abbracciano in fretta, con imbarazzo. Lia sfugge all'abbraccio, va alla finestra mentre Guido è ancora sulla porta. Come se lei volesse trovarsi già dopo il distacco. 
Vai. Ti prego!...Vai!... 
Guido esce.
La macchina riparte.
Lia grida. 
Ciao!...  
Ripete piano. 
Ciao... 
Siede come un fantoccio senza vita.
Parla a se stessa, piano. 
Niente più telefonate...Niente orari...turni...pranzi...cene d'affanno...Più niente... Camicie da stirare... Niente... Week end incerti... per  doppiaggi... speaker... voci fuori campo... Niente... Più niente... Anni... anni... l'abitudine... Cambiare!... Aspettavo...
Ma forse adesso... mi mancheranno... 
Squilla il telefono. Lia ha un moto di stupore. 
LIA - Sì? Mio marito è appena andato via...Io?! Ah!.. Ma come fate a sapere che ero attrice? Mio marito... ha detto in un'intervista... che recitavo nel "Gabbiano"...Eh!... ho lasciato per i figli, e poi... non ho più ripreso... Lei è il regista!... Dovrebbe avere più o meno l'età dei miei ragazzi...! E "Il gabbiano" è il suo sogno... Lo è stato per noi, negli anni di Accademia... Io facevo Nina.. Ah! La vostra... è un'allieva appena diplomata!, certo, il gruppo  è tutto di ragazzi... Arkadina...dev'essere una donna matura... Io Arkadina? E' un'idea... divertente... Non ci avevo pensato... Come affrontare un problema da un'angolazione differente... dopo aver creduto che ci fosse solo un modo... Niente... una mia riflessione.  
Il suo tono si fa più allegro e deciso. 
La proposta mi piace. Vediamoci, parliamone. Domani pomeriggio, da me? Alle quattro,  allora. Arrivederci. 
Lia riabbassa il ricevitore. Va a prendere un libro, lo sfoglia, cercando un punto.
Legge, via via immedesimandosi nel personaggio. 
"Sono dunque così vecchia e brutta, che, senz'ombra di riguardo, mi si possa parlare di altre donne?"... Qui lei abbraccia Trigorin, il suo amatissimo amante... uno sciocco; eppure Arkadina lo ama, perché per lei rappresenta tutta la sua vita... 
Riprende a leggere. 
"Ah, tu hai perduto la testa! Amore, amore mio!... Tu sei l'ultima pagina della mia vita!". La didascalia dice: "Si mette in ginocchio dinanzi a Trigorin". 
Si mette in ginocchio, come se avesse Trigorin dinanzi a sé. 
"Tu sei la mia gioia, il mio orgoglio, la mia felicità!". La didascalia..."Gli abbraccia le ginocchia". 
Asssume con le braccia una posizione come se circondasse le ginocchia del personaggio. 
"Se mi abbandoni anche per un istante, io ne morirò, diventerò pazza... amore, amore mio, tu puoi dominarmi come una schiava!...". 
Sta per cedere alla commozione, la situazione di Arkadina richiama la sua. Ma ciò che conta per Lia è il personaggio che, attraverso la sua sofferenza, le consente di sublimare quella personale.
Riprende la battuta, la ripete, frantumandola e interpretandola con variazioni, più volte.

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