Titolo: “Filotette”
Autore: Sofocle
Traduzione: Agostino Masaracchia, Maricla Boggio
Editore: Besa
Genere: Tragedia
Anno: 2003

Filottete, rappresentata nel 409, è una delle sette tragedie giunteci fra quelle scritte da Sofocle (497-406 a.C.); particolarmente amata in epoca moderna per i temi relativi alla solitudine, all’amicizia, al dovere e alla lealtà, essa offre esplicite indicazioni circa l’educazione di un giovane. Protagonista Filottete, il guerriero greco abbandonato dieci anni prima dai compagni sull’isola di Lemno a causa del fetore ripugnante della ferita al piede procuratagli dal morso di un serpente. Sbarcato sull’isola con Neottolemo, Ulisse induce il giovane a carpire con l’inganno a Filottete l’arco prodigioso – unica risorsa di vita per il naufrago – che l’oracolo ha rivelato essenziale per la presa di Troia. Dopo alterni episodi la vicenda si conclude felicemente per l’intervento di Eracle – classico deus ex machina – che induce l’eroe a partire con i Greci. Di originale rilievo drammaturgico, la scena del Falso Mercante, in cui un uomo dell’equipaggio, certamente indottovi da Ulisse, comunica a Neottolemo – perché intenda Filottete – l’arrivo di Ulisse sull’isola per rubare l’arco al povero naufrago; per sfuggire all’odiato greco il guerriero cerca di convincere il tormentato Neottolemo a farlo partire con lui, e cadrebbe nella trappola tesagli dall’astuto Ulisse, se il giovane in crisi di coscienza non decidesse di rivelargli la verità.

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