Scena e Schermo

Alle "Stanze segrete" fino al 20 dicembre:
L’AMORE NEL TEMPO DELL’ESISTENZIALISMO
 
Il "Ritratto di Sartre da giovane" di Maricla Boggio con la regia e l’interpretazione di Ennio Coltorti.
 
di Carlo Rosati

Roma (4.12.09) – Come portare l’esistenzialismo in teatro e collocarlo vicino ad una grande storia d’amore come quella tra Jean Paul Sartre e Simone De Beuvoir? Un similitudine non facile, ma ci si è dedicata, ed è riuscita nell’impresa, Maricla Boggio, che nel suo "Ritratto di Sartre da giovane", in scena fino al 20 dicembre in quella straordinaria cantina-appartamento che sono le "Stanze segrete" lo propone nell’interpretazione e regia di Ennio Coltorti, con Gianna Paola Scaffidi e Glenda Canino.

La protagonista della pièce, più che Sartre, ottimamente interpretato da Coltorti, mi sembra essere Simone De Beuvoir. Da seconda sembra prendere con il suo femminile, ben evidenziato dai costumi di Rita Forzano, il protagonismo riflessivo di questo "Ritratto" che va da una morte annunciata a quella reale del grande protagonista dell’esistenzialismo, riportato per frammenti di dialoghi nel valorizzare il pensiero del mondo, dell’uomo di pensiero, contro le astrazioni e le magie che ancora oggi sembrano guidare il pianeta e le sue credenze eterne, Vicine a queste, Simone, ottimamente interpretata da Gianna Paola Scaffidi ci presenta il loro amore, quello tra Sartre e la Beuvoir, durato venticinque anni, tra esaltazioni intellettuali e noia, tra attrazione e momenti di repulsione, mentre sulla scena scorrono le canzoni della nostra Parigi, quella di Edith Piaf, quella di Charles Trenet, lontano magari dall’esistenzialismo. ma non dai momenti d’amore e di melanconia.

Sartre morì il 15 aprile del 1980 e fu sepolto nel cimitero di Montparnasse, a Parigi, come ci dice sulla scena Simone, e la loro unione non fu scalfita da tutte le licenze del filosofo-scrittore che sulla scena vengono impersonate dalla giovane Glenda Canino che le presenta nel vivace intreccio delle donne che hanno affiancato il filosofo-scrittore nella sua vita. Uno spettacolo che Ennio Coltorti ci offre in questo meraviglioso reperto - che è Stanze segrete - del teatro degli anni Settanta romani, nel quale non contavano le scene, ma la parola e le atmosfere, e di queste, in questa "Stanza segrete" ce ne sono molte, dalle invenzioni della regia e della parola, dalla bravura degli attori che recitano ad un metro dello spettatore, dalle rifrazioni degli specchi che moltiplicano le immagini e la nostra fantasia stimolata dalla scena. Un teatro che in un paese normale, sarebbe da preferire ad un video popolato da grandi fratelli e avvocati di regime.


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