IL VOLTO VELATO
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Pia Rappresentazione della Piccola Santa Teresa
nel Convento delle Carmelitane,
in occasione della Vestizione di una Novizia.

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"Seguendo lo stile delle pie ricreazioni teresiane.... rivivere, in un progressivo svelamento..."
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PERSONAGGI
numerosi sia maschili che femminili; oltre alla protagonista, Teresa, gli altri possono essere accorpati in uno o più interpreti, il carattere di rappresentazione all’interno del convento consente tale gioco interpretativo.

TERESA, interpretata dalla NOVIZIA, interpretata dall'ATTRICE.

ANGELO CANTORE

ANGELO MUSICO D'ARPA

e inoltre:

IL PERSONAGGIO AMMANTELLATO

PAPA LEONE XIII

IL PADRE DI TERESA

IL SACERDOTE DELLA VESTIZIONE

MADRE GENEVIEVE

SUOR SAN PIETRO

SUOR MARIA DELLO SPIRITO SANTO, SUOR TERESA DI GESU BAMBINO, SUOR MARIA MADDALENA, novizie

IL DIAVOLO TENTATORE, voce irridente

SUORE DI CLAUSURA DEL CARMELO DI LISIEUX, voci, ombre, presenze.

Alcuni dei personaggi possono essere interpretati dagli stessi attori.

 

 

 

PREMESSA
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UN TEATRINO DELLE SUORE CARMELITANE.
IL PALCOSCENICO E' STATO PREPARATO PER LA RAPPRESENTAZIONE DI UNA PIA RICREAZIONE, COME SI USA ALL'INTERNO DELCONVENTO IN OCCASIONE DI FESTE, RICORRENZE ED EVENTI PARTICOLARI.
TRA GLI OGGETTI IN SCENA, UN BAULETTO DA CUI VERRANNO ESTRATTI COPIONI, COSTUMI, CORONE E COSI' VIA; UN PARAVENTO CHE SERVIRA' A TERESA PER CAMBIARSI D'ABITO, ALTRI ELEMENTI NECESSARI NEL CORSO DELLA RAPPRESENTAZIONE.

IL PUBBLICO VISIBILE E' FORMATO DA PARENTI E AMICI DELLA NOVIZIA.
IL PUBBLICO INVISIBILE, DI CUI SI SENTE OGNI TANTO QUALCHE REAZIONE - BISBIGLI, RISATE, ESCLAMAZIONI - E' FORMATO DALLE SUORE DEL CARMELO, CHE SI TROVANO DIETRO UNA GRATA, SUL FONDO E SUI LATI DEL PALCOSCENICO.

GLI OGGETTI E I COSTUMI SONO REPERITI DALLE VECCHIE CASSE DEL RIPOSTIGLIO DELLE PIE RAPPRESENTAZIONI, DOVE VANNO ACCUMULANDOSI NEL CORSO DEGLI ANNI INSIEME AI COPIONI.

L'EPOCA PUO' ESSERE QUELLA ATTUALE.
DAL TEMPO DI TERESA DI LISIEUX AD OGGI LE DIFFERENZE, ALL'INTERNO DI UN CONVENTO DI CARMELITANE, SONO IMPERCETTIBILI.

SI CELEBRA LA VESTIZIONE DI UNA NOVIZIA; SARA' LEI A METTERE IN SCENA, ATTRAVERSO FRAMMENTI, LA VITA DI TERESA DI LISIEUX.
IL PUBBLICO DELLA PIA RICREAZIONE E' COMPOSTO DALLA SUORE CHE STANNO DIETRO LA GRATA DI FONDO - E DI CUI SI AVVERTIRANNO A TRATTI RISATE, ESCLAMAZIONI, SOSPIRI - E DALLA GENTE CHE RIEMPIE LA PLATEA DEL TEATRO E CHE, ESSENDO IL "NOSTRO" PUBBLICO, VIENE A RAPPRESENTARE, PER CONVENZIONE, L'INSIEME DELLE PERSONE INVITATE ALLA FESTA DEL CONVENTO.

UN "ANGELO" DAL COSTUME VARIOPINTO E DALLA GRANDI ALI PIUMATE SUONA UN'ARPA E ASSECONDA LE AZIONI DELLA PROTAGONISTA, INTERPRETANDO I PERSONAGGI CHE LE SERVIRANNO IN DETERMINATI MOMENTI.
CANTERA' SE SARA' NELLE SUE POSSIBILITA' DI CANTARE; IN ALTERNATIVA IL CANTO POTRA' ESSERE ESEGUITO DA VOCI DI SUORE NASCOSTE DIETRO LE GRATE.
LE BATTUTE POTRANNO ESSERE INTERPRETATE DA UN ALTRO ANGELO CHE VIA VIA SI IMMEDESIMERA' NEI PERSONAGGI DI SUPPORTO A TERESA.
COME ULTERIORE ALTERNATIVA, LE MUSICHE POSSONO ESSERE REGISTRATE; VERRA' ALLORA AD ESSERE IN SCENA SOLTANTO L'ANGELO CHE INTERPRETA I VARI PERSONAGGI.

L'ANGELO CANTORE SARA' - FORSE - A SUA VOLTA UNA NOVIZIA AD IMPERSONARLO: E' QUANTO ACCADE NELLE RAPPRESENTAZIONI IN CONVENTO.

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Per la documentazione e la scrittura del testo, Maricla Boggio ha avuto la consulenza del preside del Pontificio Istituto di Spiritualità Theresianum, professor Jesus Castellano.

 

I - L'INFANZIA
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L'ANGELO CANTORE INTONA UNA PICCOLA FANFARA SUONANDO LA SUA ARPA ED ACCOMPAGNANDOLA CON IL CANTO.

ANGELO CANTORE - " Piccola Pia Ricreazione
nel convento delle Carmelitane
in occasione della vestizione di una novizia...".

ENTRA UNA RAGAZZA IN UN LUNGO E SEMPLICE ABITO BIANCO, DA NOVIZIA, CON I CAPELLI SCIOLTI SULLE SPALLE.

TERESA - Quand'ero ancora troppo piccola per andare a messa, aspettavo a casa che mio padre tornasse assieme alle mie sorelle, tutte più grandi di me...
La maggiore, Maria, adesso è suor Maria del Sacro Cuore...
Pauline: voi, Madre Agnese di Gesù, che mi avete chiesto di raccontare la mia vita...
Leonia, la mia cara sorellina entrata e uscita dal convento perchè non riusciva a trovare la sua vera vocazione...
Poi quella che nello spirito mi assomiglia come una goccia d'acqua...Céline: dopo aver assistito nostro padre, diventata suor Geneviève del Santo Volto...
E nostra cugina, suor Maria dell'Eucarestia...
Dedico questa Pia Ricreazione a voi, care compagne della mia infanzia, e tutte le suore del Carmelo!

RISATE, BISBIGLI DA DIETRO LA GRATA DI FONDO.

VOCI - Ti ascoltiamo!
- Siamo tutte intorno a te!

TERESA - Mio padre dunque tornava dalla messa con tutte le sue figlie intorno. Di solito io chiedevo a Céline di portarmi del pane benedetto. Delle volte lei non ci riusciva, perchè era tardi e non ce n'era più.
Ma io quel pane lo volevo.

-"Se non ce l'hai, allora fallo!",

le dicevo con tono di comando.
Allora Céline prendeva dall'armadio in cucina un pezzo di pane, vi recitava su un'"Ave Maria" e me lo dava!
Io lo prendevo e lo mangiavo, quella era la mia "messa"!

- "Come può essere che Dio stia in un'ostia, che è così piccola?",

ha detto una volta Céline.
Io le ho risposto:

- "Non è poi così strano se pensi che Dio è onnipotente".
- "Cosa significa onnipotente?"
- "Mais c'est de faire tout ce qu'Il veux!...".

LE SUORE DIETRO LE GRATE RIDONO.
TERESA SI INGINOCCHIA; DA ALCUNI SACCHETTI PRENDE DEI SEMI COLORATI, DELLE ERBE E DEI FIORI, LI MESCOLA E LI PESTA.
DA UNA BROCCA VERSA DELL'ACQUA IN UNA PICCOLA TAZZA.
L'ANGELO CANTORE INTONA UNA CANZONCINA.

ANGELO CANTORE - "Teresa bambina amava suo padre.
Tra giochi ed affetti trascorre l'infanzia..."

TERESA CONTINUA AD ARMEGGIARE CON SEMI ed ERBE.

TERESA - Ogni pomeriggio andavo a fare una passeggiata con mio padre.
Sono entrata per la prima volta al Carmelo proprio con lui.
Mi ha fatto indicato la grata del coro....

FA UN SEGNO VERSO LA GRATA DI FONDO.
NE EMERGONO BISBIGLI TRATTENUTI .

- " Là dietro stanno le religiose...",
ha detto.
Io non avrei mai pensato di andare a stare con loro, neanche una decina di anni dopo...

RISATINE DELLE SUORE.

A casa poi facevo un po' di compiti, e giocavo...Ma la bambola no, non mi piaceva, "non sapevo" giocarci! Provavo invece una grande gioia a praparare delle pozioni con dei piccoli semi e delle scorze d'albero che trovavo per terra...Le portavo a mio padre. Lui smetteva di lavorare, sorrideva e faceva finta di berle...

TERESA PROTENDE AVANTI A SE' UN BICCHIERINO CON LA POZIONE CHE HA PREPARATO, POI SE LA RIPORTA ACCANTO.
IL GESTO HA QUALCHE COSA DI SACRALE.

... Prima di restituirmi la tazzina mi chiedeva con noncuranza se doveva gettarne il contenuto...
Qualche volta io dicevo di sì. Ma più sovente mi riprendevo la preziosa pozione, per farla servire più di una volta...
Quanto amavo mio padre! Non potevo nemmeno pensare che "avrebbe potuto morire...". Una volta era salito in cima a una scala.
Io ero proprio sotto; allora lui mi grida:

-"Scansati! Se cado ti schiaccio!"

Anzichè allontanarmi, io mi sono stretta ancora di più alla scala:

- "Almeno, se Papà cade, non avrò il dolore di vederlo morire, perchè morirò con lui!".

Ah! non potrò mai dire quanto amavo mio padre...Tutto in lui destava la mia ammirazione. Quando mi spiegava i suoi pensieri come se fossi stata grande, io gli dicevo che, se avesse detto tutto quello che diceva a me ai grandi uomini di governo, senza dubbio sarebbero venuti a prenderlo per farlo "Re". Ma in fondo ero contenta ad essere la sola a "conoscere a fondo" Papà: se fosse diventato il "Re di Francia e di Navarra" sarebbe stato infelice, perchè questa è la sorte di tutti i regnanti; e soprattutto non sarebbe stato più il mio Re, per me soltanto!...

 

II - IL CAMBIAMENTO
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L'ANGELO CANTORE FA SCATURIRE DALL' ARPA DEI SUONI ARGENTINI.
TERESA SI RIVOLGE AL PUBBLICO.

TERESA - Era la notte di Natale, e avevo tredici anni. Ritornavamo dalla messa di mezzanotte. Avevo avuto la gioia di ricevere Dio.
Arrivando a casa ero tutta allegra perchè sarei andata a prendere le mie scarpe nel camino....Durante la nostra infanzia questa vecchia consuetudine ci aveva procurato tanta gioia, e così Céline voleva continuare a ripeterla, per trattarmi ancora da bebé dato che ero la più piccola della famiglia...
Papà sentiva le mie grida di gioia ad ogni sorpresa che tiravo fuori dalle "scarpe incantate"...e l'allegria del mio Re aumentava ancor di più la mia felicità.
Ma Gesù volle mostrarmi che dovevo disfarmi dei difetti dell'infanzia, e così me ne tolse anche le gioie più innocenti.
Gesù permise che Papà, affaticato dalla messa di mezzanotte, provasse fastidio vedendo le mie scarpe davanti al camino.
Permise che dicesse delle parole che mi trafissero il cuore:

- "Oh ! per fortuna che è l'ultimo anno!..."

In quel momento stavo salendo le scale per andare a togliermi il cappello.
Céline mi vide le lacrime agli occhi...
Mi voleva molto bene e capiva il mio dispiacere; così disse:

- "O Teresa! Non scendere, ti farebbe troppa pena guardar subito dentro le scarpe".

Ma Teresa non era più la stessa, Gesù aveva cambiato il suo cuore!
Ricacciai indietro le lacrime, scesi rapidamente la scala e trattenendo i battiti del cuore presi le scarpe, le posai davanti a Papà e cominciai a tirarne fuori "con gioia" tutto quello che c'era, con l'aria felice di una regina.
Papà rideva; era tornato allegro anche lui e Céline credeva di "sognare"...Per fortuna era una realtà. Io ero riuscita a ritrovare la forza d'animo che aveva perduto a quattro anni e mezzo, quando era morta la mia mamma; una forza d'animo che dovevo conservare per sempre!...
In quella "notte di luce" cominciò il più bel periodo della mia vita, il più colmo delle grazie del Cielo... Gesù fece di me un pescatore d'anime. Provai un grande desiderio di lavorare per la conversione dei peccatori...In una parola, avvertii la "carità" entrare nel mio cuore, il bisogno di dimenticarmi. Da allora sono felice!...

 

III - IL PENTIMENTO DI PRANZINI
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L'ANGELO CANTORE TIENE FRA LE MANI UN GIORNALE.
DOPO ALCUNI ACCORDI D'ARPA ACCENNA AD UN CANTO, CHE LE SUORE ACCOMPAGNANO RIPETENDO IN UN CORO SUSSURRATO.

ANGELO CANTORE - " La salvezza percorre strade misteriose.
Persone sconosciute vi si incontrano.
Adulti e bimbi, criminali ed angeli...
Le strade di Dio per la salvezza..."

TERESA - Pranzini è stato il il mio primo "figlio"!...
Un feroce criminale era stato condannato a morte per dei delitti orrendi. Aveva ucciso due donne e una bambina, per rapinarle...
Tutto portava a credere che sarebbe morto senza pentirsi. Io volevo impedirgli ad ogni costo di andare all'inferno. Per raggiungere questo scopo ho messo in atto tutti i i mezzi possibili. Mi rendevo conto che da sola non potevo arrivare a niente; allora ho offerto a Dio i meriti infiniti di Nostro Signore, e i tesori della Santa Chiesa... Alla fine ho pregato Céline di far dire una messa secondo le mie intenzioni. Non osavo domandarla io stessa, nel timore di essere obbligata a confessare che era per Pranzini, il feroce criminale. Non volevo dirlo neppure a Céline, ma lei mi ha fatto delle domande così affettuose e così pressanti che le ho confidato il mio segreto.
Invece di prendermi in giro, Céline mi domanda se può aiutarmi a convertire il "mio peccatore". Accetto con riconoscenza; avrei voluto che tutte le creature si unissero a me a implorare la grazia per il colpevole!....
Nel fondo del cuore sentivo la "certezza" che i nostri desideri sarebbero stati esauditi, ma per darmi coraggio a continuare a pregare per i peccatori, dico a Dio che sono sicura che avrebbe perdonato a quel povero disgraziato di Pranzini. Io ci avrei creduto anche se lui non si fosse "confessato" e non avesse dato "nessun segno di pentimento", tanto avevo fiducia nella misericordia infinita di Gesù. Ma gli domandavo soltanto "un segno" di pentimento, per mia semplice consolazione...
La mia preghiera fu esaudita alla lettera! Malgrado la proibizione che Papà ci aveva fatto di leggere giornali, non credevo di disobbedire leggendo i passi che parlavano di Pranzini...

L'ANGELO CANTORE SUONA UNA NENIA LUGUBRE E POI SPORGE IL GIORNALE A TERESA, CHE LO AFFERRA.

TERESA - Il giorno dopo la sua esecuzione mi trovo sottomano il giornale. Lo apro in fretta...Ah! le lacrime tradivano la mia emozione e fui obbligata a nascondermi...
Pranzini non si era confessato; era salito sul patibolo e stava per passare la testa dentro quel lugubre buco, quando d'un tratto, preso da un'improvvisa ispirazione, si volta, afferra il "Crocifisso" che gli tendeva il prete e "bacia per tre volte le sacre piaghe"!...
E dopo la sua anima andò a ricevere la sentenza "piena di misericordia" di Dio:

"In Cielo ci sarà più gioia per un solo peccatore
in penitenza che per novantanove giusti
a cui la penitenza non occorre!...".

 

IV - IL VOLTO VELATO
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ANGELO CANTORE - " Teresa ha una visione straordinaria.
Immagine vivente della prova
che avrebbe sopportato tempo dopo...."

TERESA - Papà era in viaggio da parecchi giorni; dovevano passarne ancora due prima del suo ritorno.
Potevano essere le tre del pomeriggio. Il sole brillava di uno splendore così vivo! e tutta la natura sembrava in festa.
Io me ne stavo da sola a una finestra che dava sul giardino e guardavo davanti a me serena, assorta nei miei pensieri, quando accanto alla lavanderia che si trovava proprio in faccia, vidi...

MENTRE DESCRIVE L'EPISODIO ANDRA' PONENDO SULLE SPALLE DELL'ANGELO CANTORE UN MANTELLO, UN CAPPELLO SUL SUO CAPO E UN GREMBIULE SUL SUO VOLTO. L'ANGELO CANTORE ASSUMERA' L'ATTEGGIAMENTO DI UN VECCHIO CURVO.
UN SUONO SORDO E MARTELLANTE ACCOMPAGNA IL RACCONTO.

... vidi un uomo vestito proprio come Papà, con la stessa taglia e la stessa andatura!, soltanto "molto più curvo"...
La testa era coperta da una specie di grembiule dal colore indeciso, e così non riuscii a vedere il suo volto.
Portava un cappello come quelli di Papà. Lo vidi avanzare con passo regolare, costeggiando il giardino...
Subito mi invase uno spavento soprannaturale, ma in un attimo riflettei che Papà era senza dubbio di ritorno e si nascondeva, per farmi una sorpresa!... Allora chiamai ben forte, con la voce che mi tremava per l'emozione,

- "Papà, Papà!...".

Ma quel personaggio misterioso non sembrava udirmi... e continuò la sua camminata senza neanche voltarsi.
Lo vidi andare verso il boschetto che tagliava in due il grande viale...
Mi aspettavo di vederlo riapparire dall'altro lato degli alberi, ma la visione era svanita!...
Tutto questo non durò che un istante, ma si impresse così profondamente nel mio cuore che oggi dopo quindici anni...il suo ricordo mi è presente, come se fosse ancora davanti ai miei occhi...
In seguito la mia immaginazione mi ripresentò la scena che avevo veduto...
Spesso ho cercato di alzare il velo che me ne nascondeva il senso, perchè in fondo al cuore ho mantenuto la convinzione che quella visione aveva un "senso", e un giorno quel "senso" doveva essermi rivelato...
Quel giorno si è fatto attendere a lungo, ma dopo molti anni Dio ha strappato Lui stesso il velo misterioso.
Era proprio Papà che avevo visto camminare, curvo per l'età...Era proprio lui che sul suo viso venerabile, sulla sua testa incanutita, portava il segno della sua prova "gloriosa"...
Come il Volto Adorabile di Gesù che fu velato durante la Passione, così il volto del suo fedele servitore doveva essere velato nei giorni del dolore, per poter poi risplendere in eterno accanto al suo Signore! Tanti anni prima della grande prova, Dio me l'aveva già mostrata...
Ah! perchè Dio ha dato questa luce proprio a me? Perchè a una bambina così piccola ha dato una cosa che lei non poteva capire, una cosa che se l'avesse capita, l'avrebbe fatta morire di dolore?, perchè?...
Ecco uno dei misteri che certo capiremo solo in Cielo e che susciterà la nostra eterna ammirazione...

TERESA SI RIVOLGE AL PUBBLICO COME CONFIDANDOGLI UNA COSA DI PARTICOLARE DELICATEZZA.

Anni dopo, la mente di Papà si velò. Fu questa la prova più terribile e più dolce. Per tre anni sopportò questa prova, e noi con lui.
Gesù ci ha fatto un grande privilegio mandandoci un "dolore" così grande! L'Eternità non sarà troppo lunga per ringraziarlo.

 

V - L'UDIENZA DAL PAPA
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L'ANGELO CANTORE ACCOMPAGNA IL SUO CANTO CON UNA MUSICA GIOIOSA.

ANGELO CANTORE - " Teresa bambina, Teresa cresciuta...
Vorrebbe il convento, si sente matura...
Quattordici gli anni, ma chiara l'idea...
E chiede la grazia, la grazia di entrare...
Ma prete e confessore, vescovo e monsignore
Nessuno le accorda la grazia richiesta...
Il Papa, se vuole, può dirle di sì...
Teresa col padre e con la sorella,
Céline la più cara, Céline confidente
si mettono in viaggio, arrivano a Roma,
si fanno ricevere da Papa Leone..."

TERESA APPARE VESTITA DELL'ABITO NERO CHE LE RAGAZZE DELL'ALTA BORGHESIA INDOSSAVANO PER ANDARE IN UDIENZA DAL PAPA, CON UNA MANTIGLIA DI DENTELLE NERA SUL CAPO.
L'ANGELO CANTORE INDOSSA UNA MANTELLA BIANCA E SI PONE UNO ZUCCHETTO BIANCO SUL CAPO. SIEDE POI DI LATO, RESTANDO DI PROFILO.
TERESA - La mia unica ancora di salvezza era il permesso di Leone XIII, il Santo Padre...
Ma per ottenerlo, bisognava domandarglielo, bisognava "avere il coraggio di parlare" davanti a tutti.
Parlare "al Papa", il solo pensiero mi faceva tremare! Quello che ho sofferto prima dell'udienza Dio solo lo sa, insieme alla mia "cara Céline". Non dimenticherò mai la parte che ha preso in tutte le mie prove; sembrava che la mia vocazione fosse la sua.
Prima di entrare ero ben decisa a "parlare" , ma sentii svanire il mio coraggio quando mi dissero che era proibito parlare al Papa perchè l'udienza si stava protraendo troppo...
Mi voltai verso Céline, per sapere il suo parere:

-"Parla!",

lei mi disse.

TERESA SI INGINOCCHIA AI PIEDI DELL'ANGELO CANTORE - PAPA LEONE XIII, CON LE BRACCIA SULLE SUE GAMBE, RESTANDO IN FACCIA AL PUBBLICO.
.

- "Santo Padre, in onore del vostro giubileo,
permettetemi di entrare al Carmelo a quindici anni!..."

E' TERESA A DAR VOCE AI PERSONAGGI DEL SUO RICORDO. A MENO CHE L'ANGELO NON VOGLIA ESSERE LUI AD INTERPRETARE IL PAPA.

PAPA LEONE XIII - Non ho ben capito!...

TERESA - L'emozione aveva fatto tremare la mia voce, e il Papa non aveva capito bene che cosa volessi.
Glielo spiegò il monsignore che ci accompagnava.

- "E' "una bambina" che desidera entrare al Carmelo a quindici anni, ma i superiori stanno esaminando la sua domanda".

L'ANGELO CANTORE-LEONE XIII FA UN PICCOLO SUONO D'ARPA E CANTA A STILE DI RECITATIVO.

LEONE XIII - "Bimba mia farai
quello che diranno i superiori..."

TERESA - Allora, poggiando le mani sulle sue ginocchia...

TERESA POGGIA LE MANI SULLE GINOCCHIA DI LEONE XIII.

...feci un ultimo sforzo...

- "Oh! Santo Padre, se voi diceste di sì,
tout le monde voudrait bien!..."

PAPA LEONE XIII - "Sù...Sù...
Entrerete se il Buon Dio lo vuole...".

TERESA - Il suo accento aveva qualcosa di così penetrante e convinto che mi sembra ancora di sentirlo...

COME UN'ECO UN SUONO D'ARPA.

PAPA LEONE XIII - "...Entrereteee se il Buon Dio lo vuoooleee!..."

TERESA - Volevo ancora parlare, ma due Guardie-nobili mi toccarono "con gentilezza" per farmi alzare. Vedendo che non bastava, mi presero per le braccia e il nostro monsignore li aiutò a sollevarmi perchè io restavo ancora con le mani giunte, appoggiate sulle ginocchia di Leone XIII. E fu "di peso" che mi strapparono dai suoi piedi!...

TERESA SI ALZA. LEONE XIII LE PONE UN DITO SULLE LABBRA, ALZA LA MANO E LA BENEDICE CON IL SEGNO DELLA CROCE, POI SE NE VA.

TERESA - Malgrado tutti gli ostacoli, quello che " Dio ha voluto" si è realizzato.
Già da un po' mi ero offerta a Gesù come il suo "giocattolino". Gli avevo detto di non servirsi di me come di un giocattolo costoso che i bambini si accontentano di guardare senza osare di toccarlo...Volevo che si servisse di me come di una pallina di nessun valore che lui poteva gettare a terra, spingere con il piede, aprire, lasciare in un angolo oppure stringere al cuore se gli avesse fatto piacere. Volevo abbandonarmi ai suoi "capricci infantili"...E lui aveva esaudito la mia preghiera.
A Roma Gesù aprì il suo giocattolino; voleva vedere che cosa c'era dentro. Quando ebbe visto, contento della sua scoperta lasciò cadere la pallina e si addormentò... Sognò che "si divertiva ancora" con il suo giocattolo; lo lasciava e lo riprendeva volta a volta, e dopo che lo aveva fatto rotolare lontano se lo stringeva al cuore e non permetteva che si allontanasse mai più dalla sua mano...

 

VI - L'ENTRATA AL CARMELO
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L'ANGELO CANTORE INDOSSA UNA MANTELLA PER RAPPRESENTARE IL PADRE DI TERESA.

ANGELO CANTORE - "Il giorno dell'Annunciazione
Teresa entrò al Carmelo.
Addio casa, giardino, festicciole...
giochi e confidenze tra sorelle...
Il fascino di Cristo è sopra tutto,
nessun prezzo è troppo alto
per raggiungere la casa dell'eternità".

TERESA HA L'ABITO LUNGO BLU CHE PORTANO LE RAGAZZE DI BUONA FAMIGLIA DELLA SUA ETA'.

TERESA - Per la mia entrata al Carmelo fu scelto il giorno dell'Annunciazione.
La sera prima tutta la famiglia era riunita attorno al tavolo dove mi sarei seduta per l'ultima volta. Ah! come sono strazianti queste riunioni!...Quando si vorrebbe vedersi dimenticati, le carezze, le parole tenere fanno sentire il sacrificio della separazione...
Il mio amatissimo Re, mio padre, non diceva quasi niente ma il suo sguardo si fissava su di me con amore...
La zia ogni tanto piangeva e lo zio mi faceva mille complimenti affettuosi.
Giovanna e Maria erano anche loro piene di gentilezze per me, soprattutto Maria che mi chiedeva perdono per le pene che credeva di avermi causato....
Leonia era tornata dalla Visitazione perchè non era riuscita a trovarvi la sua pace, e mi riempiva di baci e di carezze.
E non ho ancora parlato di Céline... Non so esprimere come è passata l'ultima notte in cui abbiamo dormito insieme...
Il mattino del gran giorno ho gettato un ultimo sguardo alla casa della mia infanzia: non dovevo più rivederla!...Poi al braccio del mio Re sono partita per salire la montagna del Carmelo!...

UN SUONO D'ORGANO, IL RESPIRO AMPIO DELLE SONATE IN CHIESA.

Appena Gesù scese nel cuore dei miei parenti, intorno a me non sentii che singhiozzi, soltanto io non piangevo.
Il cuore mi batteva con una "tale violenza" che, quando mi dissero di arrivare alla porta del convento, mi parve impossibile camminare...
Ma dal di fuori la mia emozione non si vedeva...
Mi inginocchiai davanti a mio padre, chiedendogli la benedizione.
Per darmela...

L'ANGELO CANTORE-PADRE SI INGINOCCHIA,

...si mise anche lui in ginocchio.

BENEDICE TERESA, POI SI RIALZA.

ANCHE TERESA SI RIALZA.

Poi le porte dell'arca santa si chiusero su di me.
Entrai in clausura e da quel momento vi rimasi.
Finalmente i miei desideri erano stati esauditi.
La mia anima avvertiva una PACE così dolce e profonda, che mi è impossibile esprimerla...

"C'est pour toujours, toujours que je suis ici!..."

Le "illusioni". Dio mi ha fatto la grazia di "non averne NESSUNA", entrando al Carmelo.
Ho trovato la vita religiosa "come" me l'ero immaginata...
La sofferenza mi ha teso le braccia e io mi ci sono gettata con amore...
Quello che venivo a fare al Carmelo l'ho dichiarato ai piedi di Gesù, davanti all'Ostia...

"Je suis venue pour sauver les âmes
et surtout afin de prier pour les prêtres"....
Salvare le anime. Pregare per i sacerdoti.

Jésus me fit comprendre que c'était par la croix qu'Il voulait me donner des âmes et mon attrait pour la souffrance grandit à mesure que la souffrance augmentait....Mais à l'extérieur rien ne traduisait ma souffrance d'autant plus douloureuse que j'étais seule à la connaître.

 

VII - LA VESTIZIONE
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L'ANGELO CANTORE SUONA UNA NENIA DOLCISSIMA.
TERESA APPARE VESTITA DA SPOSA; LE CIRCONDA IL CAPO UNA CORONA DI ROSE BIANCHE.

TERESA - Il mio amore per la "neve"!...
Fin da quando ero piccola, il suo biancore mi affascinava. Uno dei miei più grandi divertimenti era di camminare sotto i fiocchi di neve. Da dove mi veniva questo gusto per la neve?...Io sono un "piccolo fiore d'inverno" - nata a gennaio! -: forse il primo ornamento di cui i miei occhi di bambina videro abbellita la natura fu il suo bianco mantello...
Così avevo sempre desiderato che il giorno della mia vestizione la natura fosse vestita di bianco come me.
La vigilia guardavo con tristezza il cielo grigio; di tanto in tanto sfuggiva giù una pioggia fine fine...La temperatura era così mite che non speravo più nella neve.
Il mattino seguente il cielo non era cambiato. Ma la festa fu incantevole, e il mio diletto Re, mio padre, non era stato più bello di allora...Quel giorno fu il suo trionfo, aveva donato tutte le sue figlie a Dio!...

L'ANGELO CANTORE INTONA IL TE DEUM ACCOMPAGNANDOSI CON L'ARPA.

ANGELO CANTORE - "Te Deum laudamus...
Te Dominum confitemur...
Te aeternum Patrem
Omnis terra veneratur...
Tibi Cherubin et Seraphim...
Incessabili voce proclamant...

Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth...
Pleni sunt coeli et terra...
Majestatis gloriae tuae...".

TERESA METTE UN VELO SUL VOLTO E SI INGINOCCHIA.

DA DIETRO LA GRATA, IL SACERDOTE LE FA LE DOMANDE DI RITO.

VOCE DEL SACERDOTE - Che cosa chiedi?

TERESA - La misericordia di Dio, la povertà dell'Ordine e la compagnia delle Sorelle.

VOCE DEL SACERDOTE - Vuoi essere Religiosa di tua propria volontà, e vieni con l'animo di servire Dio e con il proposito di perseverare nell'Ordine fino alla morte?

TERESA - Sì, Padre, così spero e voglio.

VOCE DEL SACERDOTE - Vuoi osservare queste regole soltanto per amore di Dio?

TERESA - Sì, Padre, con la grazia di Dio e le preghiere delle Sorelle.

VOCE DEL SACERDOTE - Deus, qui te incoepit in nobis, ipse te perfìciat.
Per Christum Dominum nostrum.

TERESA - Amen.

VOCE DEL SACERDOTE - Exuat te Dominus
véterem hominem cum actibus suis!

TERESA - Amen!

TERESA SI TOGLIE IL VELO DAL VOLTO E LO GETTA VIA.
LE LUCI SI SPENGONO.
L'ANGELO CANTORE ACCENDE UN LUNGO CERO.
UN CANTO DI SUORE.
SCENDE UNA PIOGGIA DI FIOCCHI BIANCHI, FORSE LO STESSO ANGELO CANTORE PUO' GETTARLI DALL'ALTO.

TERESA - Poi entrai in clausura. E vidi sotto il chiostro dei "fiocchi di neve"...Il cortile era bianco come me! Gesù aveva intuito i desideri della sua piccola fidanzata, e le faceva dono....

L'ANGELO CANTORE CONTINUA A FAR SCENDERE DALL'ALTO DEI FIOCCHI DI NEVE.

della neve!... La neve! Quale mortale pur potente potrebbe farne cadere dal Cielo per incantare la sua amata?...

TERESA RACCOGLIE LA NEVE E IN MODO SBARAZZINO LA LANCIA SUL PUBBLICO CON RISATE GIOIOSE.

La neve! ...
La gente diceva

-"E' un miracolo!".

Tutta la città era stupita...

- "La neve! un piccolo piccolo miracolo!..."

SI FA SERIA.

Non era un miracolo.
Era l'"incomprensibile condiscendenza" di Gesù,
che ama alla follia i "Gigli Bianchi" come la NEVE!

 

VIII - IL SOGNO DI MADRE GENEVIEVE
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ANGELO CANTORE - "Teresa sogna la Madre Geneviève.
Ancora novizia, è un esempio per lei...
Ma quanto diversa dalle santità esaltate!
Niente appare in lei eccezionale
Eppure il dono che offre a Teresa
è proprio il segno della sua santità..."

TERESA HA L'ABITO E IL VELO DELLE NOVIZIE DEL CARMELO.

TERESA - Madre Geneviève aveva fondato il Carmelo di Lisieux; la nostra casa l'aveva fatta lei. Quando ero appena novizia, lei aveva già più di ottant'anni, e se ne stava a letto, priva di forze ma sempre viva nei pensieri.
Un giorno che ero andata a farle visita, trovo due suore accanto a lei. La guardo sorridendo e faccio per andarmene - non si può stare in tre da una malata. Ma lei mi guarda con aria ispirata, e dice:

TERESA IMITA IL TONO GRAVE E TREMULO DELL'ANZIANA SORELLA.

- " Un momento, mia cara figliolina, voglio dirvi soltanto una parola. Ogni volta che venite, mi chiedete sempre un mazzetto di fiori spirituali. Bene, oggi voglio darvi questo:
'Servite Dio con pace e con Gioia. Ricordatevi, bimba mia, che il nostro Dio è il Dio della pace'."

La ringraziai e uscii commossa fino alle lacrime, convinta che il Buon Dio le aveva rivelato lo stato dell'anima mia. Quel giorno ero estremamente provata, quasi triste, in una notte tale che non sapevo più se ero amata dal Buon Dio, ma la gioia e la consolazione che provai!....si può immaginare!
La domenica seguente volli sapere che rivelazione aveva avuto Madre Geneviève. Lei mi assicurò di non averne ricevuto "nessuna". Allora la mia ammirazione fu ancora più grande, vedendo a quale livello elevato Gesù viveva in lei e la faceva agire e parlare. Ah! quella "santità" mi pareva la più "vera", la più "santa" ed è quella che io desidero perchè non vi si incontra nessuna illusione.

Il giorno della mia professione fui anche tanto consolata nel sapere proprio dalla bocca di Madre Geneviève che prima di pronunciare i suoi voti, lei era passata attraverso la stessa prova che avevo passato io..
Il suo ricordo ha lasciato nel mio cuore un ricordo profumato....

L'ANGELO CANTORE HA INDOSSATO UN MANTO DA CARMELITANA TRAPUNTATO DI RELIQUIE.
PENDONO DALLE SUE ALI, DALLE BRACCIA, SUL PETTO E SUL CAPO DELLE MEDAGLIETTE, DEI SANTINI, DEGLI "ABITINI" TENUTI DA NASTRI MULTICOLORI.
UNA MUSICA SOTTILE E MESTA FA DA SOTTOFONDO AL RACCONTO DI TERESA.

Il giorno della sua partenza per il Cielo, mi sono sentita particolarmente toccata. Era la prima volta che assistevo a una morte. Questo spettacolo era davvero affascinante...
Stavo proprio ai piedi del letto della santa morente. Vedevo perfettamente i suoi più leggeri movimenti. Durante le due ore che ho passato così, credevo che la mia anima avrebbe dovuto sentirsi riempita di fervore. Invece, una specie di insensibilità si era impadronita di me. Ma nel "momento stesso" della nascita al Cielo della nostra Santa Madre Geneviève, la mia disposizione interiore è cambiata, in un batter d'occhio mi sono sentita colmare di una gioia e di un fervore indicibili; era come se Madre Geneviève mi avesse donato una parte della felicità di cui godeva, perchè sono persuasa che è andata dritta in Cielo...
Quando era in vita, un giorno le dissi:

- "O Madre! Voi non andrete affatto in Purgatorio!...".
- "Lo 'spero'",

mi rispose lei con dolcezza...
Durante la sua agonia, ho notato una "lacrima" scintillare sulla sua palpebra, come un diamante...Questa "lacrima", l'"ultima" di "tutte quelle" che aveva versato, non cadde; io la vidi ancora brillare nel coro senza che nessuno pensasse a raccoglierla.
Allora la sera presi un fazzolettino, ed ebbi l'ardire di avvicinarmi a lei senza essere veduta e di prendere per "reliquia" l'"ultima lacrima" di una santa...E da quel giorno l'ho sempre portata con me.

Una notte, dopo la morte di Madre Geneviève, feci un sogno...Lei faceva testamento, e a ciascuna suora donava una cosa che le era appartenuta. Quando venne il mio turno credevo di non ricevere niente, perchè non rimaneva più niente; ma sollevandosi lei con un accento penetrante mi disse per tre volte:

- "A voi, lascio il mio" cuore".

L'ANGELO CANTORE - CARMELITANA LE PROTENDE UN CUORE FIAMMANTE E LUMINOSO.
SI INNALZA UNA TRIONFANTE MUSICA D'ORGANO.

 

IX - SUOR SAN PIETRO E LE PRATICHE DI CARITA'
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L'ANGELO CANTORE HA SUL CAPO UN VELO NERO.
TIENE FRA LE MANI UNA CLESSIDRA.

ANGELO CANTORE - "Suor San Pietro non poteva camminare.
Teresa novizia ogni sera l'aiutava.
Atto di carità, poca cosa. Ma Dio
che vede nel segreto, guarda all'intenzione
più che alla grandezza delle azioni".

L'ANGELO CANTORE RIVOLTA LA CLESSIDRA.
TERESA CON IN CAPO IL VELO BIANCO DA NOVIZIA REGGE FRA LE DITA UNA CINTURA DI RUVIDA TELA NERA MANTENENDOLA LARGA, A CERCHIO, COME SE CIRCONDASSE UNA PERSONA.
IL SUO RACCONTO SI SVOLGE MENTRE CAMMINA CIRCOLARMENTE LUNGO LO SPAZIO SCENICO, IN UN PERCORSO CONSUMATO CON CAUTELA.

TERESA - Ogni sera quando vedevo Suo San Pietro scuotere la sua clessidra, sapevo che voleva dire: partiamo.
E' incredibile quanto mi costava impegnarmi in questa incombenza imbarazzante, soprattutto all'inizio. Però ero subito pronta, e cominciava tutta una cerimonia. Bisognava spostare il banco in una certa maniera, ma non avere fretta; poi c'era la passeggiata, si doveva seguire la povera inferma sostenendola per la cintura, io lo facevo con il massimo della dolcezza che mi era possibile; ma se, per disgrazia, facevo un passo falso, subito le sembrava che la tenessi male e temeva di cadere.

TERESA IMITA IL TONO TREMULO E PAUROSO DELLA VECCHIA SUORA.

-"Ah! mio Dio! andate troppo in fretta, mi farò a pezzi".

Se cercavo di andare ancora più dolcemente

-"Ma insomma seguitemi, non sento più la vostra mano, mi avete mollata, sto per cadere, ah! l'avevo detto che eravate troppo giovane per portarmi".

Finalmente arrivavamo al refettorio senza incidenti. Là saltavan fuori altre difficoltà. Dovevo far sedere Suor San Pietro e agire con accortezza per non ferirla. Poi bisognava tirarle su le maniche ( sempre in un certo modo!), e dopo ero libera di andarmene.
Con le sue povere mani storpiate, lei sistemava come poteva il pane nella ciotola. Me ne accorsi, e allora non la lasciavo se non dopo averle reso ancora questo piccolo servizio. Non me lo aveva chiesto lei; fu colpita di quella attenzione, e così, senza che lo avessi cercato espressamente, mi guadagnai del tutto la sua gratitudine, soprattutto
( l'ho saputo più tardi) perchè, dopo aver spezzato il pane, prima di andarmene le facevo il mio più bel sorriso.

SORRIDENDO RADIOSA TERESA LANCIA IN ARIA LA CINTURA FACENDOLE FARE UN BEL GIRO.
L'ANGELO CANTORE LA AFFERRA AL VOLO E SE LA METTE.

Quello che facevo per suor San Pietro, era con un amore che meglio non avrei potuto se avessi accompagnato Gesù.

UN RUMORE RITMATO E PERSISTENTE, COME DI PIETRE ARROTATE UNA SULL'ALTRA. TERESA SORRIDE.

Ma la pratica della carità non mi è stata sempre dolce!...
Mi viene in mente un piccola storia...
Durante la preghiera della sera il mio posto in cappella si trovava davanti a quello di una sorella che aveva una curiosa manìa...

IL RUMORE RITMATO SI FA INSISTENTE.

Non appena arrivata, la sorella cominciava a fare con i denti uno strano rumore...come se due conchiglie si sfregassero una contro l'altra.

IL RUMORE CRESCE.
TERESA ALZA IL TONO PER FARSI SENTIRE.

Quanto mi infastidiva questo rumore! Avevo una voglia matta di voltarmi indietro e di fissare la colpevole che, certamente, non si rendeva conto del suo tic: sarebbe stato l'unico modo per farglielo capire. Ma in cuor mio sentivo che era meglio sopportare questo fastidio per amore di Dio e per non dar pena alla sorella. Così rimanevo tranquilla, cercavo di dimenticare il rumore...

TERESA TENDE L'ORECCHIO. IL RUMORE CONTINUA.

...Era tutto inutile. Sentivo il sudore colarmi addosso ed ero costretta a fare una preghiera di sofferenza. Ma, pur soffrendo, cercavo di farlo senza irritazione, nella gioia e nella pace, almeno nell'intimo dell'anima. Tentavo di amare quel rumore così sgradevole...

CON UN SORRISO TERESA ASCOLTA, ASSECONDANDO CON UN LIEVE OSCILLARE DEL CAPO IL RUMORE RITMATO. PARLA ALZANDO IL TONO PER SUPERARE IL RUMORE, FINO A GRIDARE.

Invece di sforzarmi di non sentirlo - cosa impossibile -, mettevo tutta la mia attenzione nell'ascoltarlo come se fosse stato un concerto delizioso.
Tutta la mia preghiera diventava "offrire quel concerto a Gesù!!!".

IL RUMORE CRESCE FINO A DIVENTARE UNA FESTOSA SARABANDA.

 

X - IL TEATRO DI GIOVANNA D'ARCO
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L'ANGELO CANTORE POGGIA A TERRA UN BAULETTO.
NE ESTRAE UNA SPADA CHE PRENDE IN PUGNO E METTE SUL CAPO UN ELMO, COME UN ARCANGELO GUERRIERO.
POI ESTRAE ALCUNI ACCORDI DALLA SUA ARPA E CANTA.

ANGELO CANTORE - "Pie Ricreazioni, momenti di allegria
dentro il convento...
Battaglie, angeli, roghi,
tremende tentazioni...
L'onore della Francia, sogni di gloria,
visioni, voci, diavoli a convegno...
Teresa studia storia e religione,
ne ricava teatro...
per lo svago delle sue novizie..."

TERESA - Mia sorella Pauline, cioè suor Agnese!, è stata eletta Priora.... Non potrà più occuparsi delle feste del Carmelo...Non avrà più tempo per inventare i fuochi dell'Inferno e le albe radiose del Paradiso... Hanno dato a me il compito di mettere in scena le nostre Pie Ricreazioni!

TERESA SI INGINOCCHIA ACCANTO AL BAULETTO E NE TIRA FUORI VECCHI COPIONI, VELLUTI E CORONE, MANTI DI RASO, GIGLI DI FERRO E CERAMICA, PARRUCCHE E COSI' VIA.

Recitare mi piace...Da quando sono qui, mi hanno già fatto fare parecchie parti. Suor Agnese è stato un bel personaggio... La Madonna mi è piaciuta ancora di più... era la protagonista ne "Il primo sogno di Gesù Bambino". Io sono Teresa di Gesù Bambino, e mi sentivo proprio "dentro" la parte! Ma mi sono anche sentita triste!, perchè io Teresa come Madonna non avevo più una Madonna a cui rivolgermi, una Santa Vergine, a cui confidare i miei desideri più segreti, che ne faccia lei quello che vuole, se gettarli via o consegnarli a Gesù che li esaudisca...

TERESA SI RIVOLGE ALLA MADONNA.

O Maria, se io fossi la Regina del Cielo e voi foste Teresa,
io vorrei essere Teresa perchè voi possiate essere la Regina del Cielo e consolare Teresa!!!...

TORNA A ROVISTARE NEL BAULE NE TIRA FUORI UN ABITO DA GIOVANNA D'ARCO, CREMISI, TRAPUNTO DI GIGLI DI FRANCIA IN ORO, E
UNA CORAZZA DI STAGNOLA. MENTRE PARLA INDOSSA ABITO E CORAZZA. I SUOI LUNGHI CAPELLI SONO SCIOLTI SULLE SPALLE.

Mi hanno dato il permesso di scrivere un dramma su Giovanna d'Arco. Credo che la proclameranno santa... e magari Patrona della Francia!
Io mi ci vedo molto, in Giovanna. E' ardita, non ha paura di parlare di fronte a nessuno...Sente le voci degli angeli e dei santi...Io voci non ne sento...ma è come se le sentissi, perchè apro il Vangelo, lui mi suggerisce... e poi ascolto il mio cuore.
Le mie battaglie sono tutte nello spirito...Io non ho la forza di Giovanna, sono fragile, forse malata... Per fortuna, la Francia adesso non ha bisogno di battaglie, mentre io posso... sì, attraverso il teatro posso esprimere certi miei pensieri, che non avrei il coraggio di dire alle sorelle...e certi sentimenti sulla morte... posso metterli in bocca a Giovanna...Sono miei, completamente, ma erano di certo anche i suoi...

PRENDE UN COPIONE.

Ho quasi finito di scriverlo...

SCORRE LE PAGINE.

Già dal titolo capiranno di che si tratta:" Giovanna d'Arco compie la sua missione". Ci vorranno tutte le novizie e qualche sorella suora, i personaggi sono tanti...Oltre a lei, l'Arcangelo San Michele...

LANCIA UNO SGUARDO SORRIDENTE ALL'ANGELO CANTORE CHE LE RISPONDE FACENDO VOLTEGGIARE LA SPADA.

ANGELO CANTORE - "Sono Michele, custode della Francia,
gran generale nel Regno dei Cieli.
Fino all'Inferno estendo il mio potere..."

TERESA GLI FA SEGNO CHE PUO' BASTARE. L' ANGELO CANTORE TACE, DIFFONDENDO ANCORA QUALCHE ACCORDO DI ARPA.

.... Poi c'è Santa Caterina, e Santa Margherita...Il Re Carlo VII, La Trémouille, favorito del Re...Regnault de Chartres, arcivescovo di Reims e cancelliere di Francia, Robert le Maçon, signore d'Angiò...il Duca di Alençon, cugino del Re... e Jean Massieu, il prete...e Fratel Martino confessore di Giovanna...Eh! Prima di arrivare a scrivere ho dovuto fare tante ricerche! Le vittorie, la Prigionia, il Martirio, il Trionfo in Cielo...le scene sono fatte...

SI ALZA E COME ISPIRATA RECITA UNA BATTUTA DEL FINALE.

GIOVANNA - "Morire a vent'anni!...Oh,
la gloria umana è davvero poca cosa!
E' passata per me come il fumo
che svanisce in un momento!...
I miei nemici hanno scavato la mia tomba.
Sto per morire...Tra un'ora, di me
non resterà che un cumulo di cenere...
Ma no...mi sbaglio, mio Dio!
La mia anima sta per slanciarsi
in volo verso di voi, vivrò
per non morire mai più...Un giorno
il mio corpo uscirà dalla polvere, verrà
ad unirsi alla mia anima. Verrà
a stare con voi, unito a voi, Signore!...
Perchè dunque sono ancora triste?
Perchè il rogo mi fa paura?...".

SI SCIOGLIE DALL'IMMEDESIMAZIONE DI GIOVANNA, TORNA AD ESSERE TERESA.

Il rogo di Giovanna, per me, è questa prova di fede, questa notte dell'anima, che non mi dà tregua, anche se dentro di me conservo la pace. Ma io voglio, VOGLIO CREDERE!

 

XI - L'INVITO A NOZZE
____________________

L'ANGELO CANTORE HA IN CAPO UNA GHIRLANDA DI ROSE BIANCHE.
TERESA SI APPUNTA SUL CAPO IL VELO NERO CHE RENDE EVIDENTE IL SUO PASSAGGIO ALLA PROFESSIONE RELIGIOSA.
APRE UN CARTONCINO GRANDE, DECORATO CON SVOLAZZI.
IL SUO TONO E' SBARAZZINO, COME SE FACESSE UN GIOCO; MA NEL GIOCO SI CELA LA PARTICOLARE FORMA DI AMORE A GESU' DA PARTE DI TERESA.

TERESA - "Lettera d'invito alle Nozze
di suor Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo".

TERESA FA UN CENNO ALL'ANGELO CANTORE E QUESTI COMINCIA A SUONARE UNA ALLEGRA MARCIA NUZIALE, CHE DURERA' PER TUTTO IL TEMPO DELL'ANNUNCIO,

TERESA - Il Dio onnipotente, creatore del Cielo e della terra,
sovrano dominatore del mondo,
e la gloriosissima Vergine Maria,
Regina e principessa della corte celeste,
si degnano di parteciparvi il matrimonio
del loro figlio Gesù Re dei Re e Signore dei Signori,
con la signorina Teresa Martin,
ora dama e principessa dei reami
portati in dote dal suo sposo,
cioè l'Infanzia di Gesù e la sua Passione,
essendo i suoi titoli di nobiltà
quelli del Bambino Gesù e del Volto Santo.

Il signor Louis Martin, proprietario e signore
delle Signorie della sofferenza e dell'umiliazione
e la signora Martin, principessa e dama d'onore
della corte celeste...
sono lieti di annunciarvi il matrimonio
della loro figlia Teresa
con Gesù il Verbo di Dio,
seconda persona della Santa Trinità che,
per opera dello Spirito Santo,
facendosi uomo è nato dalla Vergine Maria.

Non avendo potuto invitarvi
ad assistere alla benedizione nuziale
che è stata loro data sulla montagna del Carmelo
( soltanto la corte celeste essendovi ammessa),
voi siete tuttavia pregati di trovarvi
al ritorno dalle nozze che avranno luogo
domani giorno dell'Eternità,
quando Gesù figlio di Dio verrà sulle nubi del Cielo
per giudicare i vivi e i morti.
(Essendo ancora incerta l'ora
siete invitati a tenervi pronti e a vegliare).

LA MUSICA CESSA.
TERESA HA UNA PICCOLA RISATA.

TERESA - Otto giorni prima che prendessi il velo, c'era stato il matrimonio di Giovanna, mia cugina.
Il suo esempio mi faceva capire le delicatezze che una sposa deve prodigare al suo sposo.
Ascoltavo avidamente tutto quello che potevo imparare, perchè per il mio Gesù che amavo tanto non volevo fare meno di quanto facesse Giovanna per Francesco, una creatura senza dubbio perfetta ma pur sempre una "creatura"!...
E così mi sono divertita a comporre una lettera d'invito per paragonarla alla sua...

L'ANGELO CANTORE RIPRENDE A SUONARE, MENTRE TERESA TORNA A LEGGERE LA SUA LETTERA DI INVITO, E POI SE NE VA DIETRO IL PARAVENTINO.

TERESA - "Lettera d'invito alla Nozze
di Suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo.....".

 

XII - LE NOVIZIE
_______________

L'ANGELO CANTORE SUONA UNA MUSICA SBARAZZINA.
TERESA PARLA COME SE FOSSE CIRCONDATA DALLE SUE ALLIEVE: IL PUBBLICO NE DIVENTA IL MUTO INTERLOCUTORE.

TERESA - So bene che le mie agnelline mi trovano molto severa!
Ma...mi è stato affidato l'incarico di occuparmi di voi novizie, pur non essendo la vostra "maestra". A me potete dire tutto ciò che pensate, senza nessun limite, nel bene e nel male...

RISATE E MORMORII SOMMESSI.

...e per voi è più facile, perchè a me non si deve il rispetto che si rende a una maestra.
Dio ha gettato un velo su tutti i miei difetti; e questo velo mi attira qualche complimento da parte di voi novizie... Non lo fate per adulazione, ma per ingenuità. Io però davanti agli occhi mi vedo sempre per quella che sono!...
A tavola, come sapete, preferisco la "vinaigrette" con molto aceto, pepe e sale, piuttosto che lo zucchero...Anche la mia anima si stanca di un cibo troppo zuccherato...: allora Gesù permette che a questa mia anima venga servita una buona insalatina, ben condita con tanto aceto, bella aspra...Questa buona insalatina mi è servita dalla novizie nel momento in cui meno me l'aspetto. Il Buon Dio solleva il velo che nasconde le mie imperfezioni, e così le mie care sorelline, vedendomi come sono in realtà, non mi considerano più per niente di loro gusto! Con una semplicità che mi incanta, mi dicono ciò che in me gli dispiace. E non fanno che farmi piacere: è una scorpacciata di insalatina amara che riempie la mia anima di gioia!

ESCLAMAZIONI DI STUPORE, RISATE.

TERESA -Non so spiegarmi come possa procurarmi una felicità così grande una cosa che di solito dispiace. Se non l'avessi sperimentata, direi che è una favola...

RISATINE ED ESCLAMAZIONI: LE NOVIZIE AVVERTONO DI ESSERE PRESE IN GIRO DA UNA PIU' FURBA DI LORO.

Di favole "vere", invece, sto preparandovene una io, mie care noviziette!...

URLETTI DI ENTUSIASMO DI RAGAZZE, DI QUELLI CHE SI SENTONO OGGI QUANDO APPARE IL CANTANTE PREFERITO.

Sì, avete indovinato! Sto preparando per voi, ma proprio per voi!
una Ricreazione da recitare tutte quante nel nostro stanzone!
E noi stesse saremo i personaggi!

DA UNA TASCONA TIRA FUORI UN COPIONE.

Ne ho già qui l'elenco...
Titolo, "Il trionfo dell'umiltà"!, ma non abbiate paura, non si tratta di una preghiera di mortificazione, ci divertiremo!...

SI GUARDA INTORNO COMPIACIUTA.

Per ora le protagoniste sono tre..forse quattro.
Ci sarà Suor Maria Maddalena, professa di velo bianco...

UNA RISATINA DI GIOIA DELLA SUORA.

...Ci sarà Suor Maria dello Spirito Santo, postulante corista...

ALTRO STRILLETTO DI SODDISFAZIONE DELLA SUORA CHIAMATA.

Naturalmente ci sarà Suor Teresa di Gesù Bambino, decana del noviziato...

ALTRA BREVE RISATA SODDISFATTA.

E forse ancora due o tre suore che ci daranno la loro collaborazione per interpretare il diavolo Asmodeo e i diavoletti maliziosi!

UN FORTE "OH!" DI MERAVIGLIA DELLE RAGAZZE.

I diavoletti! Ci saranno anche loro, noviziette mie!
Noi ci riuniamo per una ricreazione, ci consultiamo per la Festa della Nostra Madre...e ci viene in mente di fare una Pia Ricreazione, nella quale vogliamo vedere l'inferno, in modo da sapere che cosa pensano i diavoli di noi, e da regolarci di conseguenza...
E' Suor Maria Maddalena, sempre curiosa e spavalda, a lanciare l'idea.
Io, più prudente, dico...dico...

CERCA LA BATTUTA NEL COPIONE.

-" Fareste bene a ricordare le parole di Nostro Signore: 'Beati quelli che non hanno veduto ed hanno creduto'; questo vi farebbe più bene".

Allora Suor Maria Maddalena ribatte...

CERCA LA BATTUTA NEL COPIONE.

-" Ma Nostro Signore non ha detto: 'Beati quelli
che non hanno udito'! Io mi contenterei
di "udire" senza "vedere".

Anche Suor Maria dello Spirito Santo è d'accordo.
Io allora dico...

- "Ah! che strana ricreazione stiamo facendo!...
Per fortuna non ci ascolta nessuno".

E lei subito dopo dice...

- "Ascoltate!...Sento cantare: siamo esaudite!".

TERESA SPORGE UN COPIONE ALL'ANGELO CANTORE.
L'ANGELO CANTORE CON IL COPIONE IN MANO CANTA.

ANGELO CANTORE - "Della fede il vel si leva!
In nome del vostro Gesù
vengo bimbe mie a realizzare
il sogno che avete formulato!

Per voi socchiuderò la porta
del luogo degli eterni dolori.
Di Lucifero e della sua scorta
Ascoltate i cupi clamori!

SI AVVERTONO DEI SUONI CUPI E LAMENTOSI.
CON RITMI DA COUPLETS ALLEGRISSIMI L'ANGELO CANTORE PROSEGUE A CANTARE.

Io sono Michel!
Io vengo dal Ciel!

Io sono Michel!
Io vengo dal Ciel!

Mie care sorelle!
Sorelle mie care!
Ridete dei terrori dell'Inferno
E non temete affatto i suoi furori
Gesù per voi combatte
E ve ne lascia fuori!"

DA DIETRO IL PARAVENTO SI FANNO SCOPPIARE PETARDI, SI ALZANO SCINTILLE, SI SCUOTONO CATENE.
SI INNALZANO GRIDA DEMONIACHE E SI INTRAVVEDONO DEI FORCONI AL DI SOPRA DELLA PARETE.
SI MESCOLANO ALLE GRIDA DEMONIACHE DELLE URLA DI SUORE IMPAURITE E DELLE RISATE. IL CLAMORE E' FORTISSIMO.
TERESA RIDE E SCAPPA VIA.

 

XIII - "GESU'" A CELINE
_____________________

ANGELO CANTORE - "Finalmente Céline, la sorella adorata
entra al Carmelo. Teresa le dà il benvenuto.
Chi, se non Gesù per riceverla?.."

TERESA TIRA FUORI DAL BAULETTO UNA BRACCIATA DI CORONE DI FIORI, DEGLI STEMMI, DEI DRAPPI. LI METTE A TERRA E SIEDE APPOGGIANDOSI ALLA CATASTA, MENTRE SISTEMA I FIORI A CORONCINE.

TERESA - Finalmente Céline sarà con noi!
Ha assistito Papà fino a quando Dio ha voluto richiamarlo a sè. Adesso è libera di seguire la sua scelta, da tempo voleva entrare al Carmelo...
La Madre Maria di Gonzaga ha riflettuto a lungo prima di concederle di venire qui. Siamo già in tre sorelle; oltre a me ci sono Pauline - che è Madre Agnese, e Maria - Maria del Sacro Cuore... La Madre temeva che in quattro avremmo fatto un gruppo troppo "di famiglia"...Ma Dio ha ascoltato le nostre preghiere e lei ha sentito la certezza che il nostro scopo è di servire Dio senza creare alleanze " di potere"...

SI RIALZA E SI MUOVE GIOIOSAMENTE.

Ah! sono felice! che la mia Céline stia insieme a noi per l'eternità!
Questo avvenimento merita una festa...

COMINCIA A DISPORRE IN GIRO CORONE, STEMMI E DRAPPI.

...una festa al Carmelo, in suo onore! ... Ma in Cielo la festa sarà più bella! Voglio descrivere a Céline che cosa succederà in Cielo quando diventerà la sposa di Gesù!

PARLA COME SE LA SORELLA LE FOSSE DINANZI.

Certo, cara Céline, sono festeggiamenti che non si possono descrivere, perchè...

"l'occhio dell'uomo non ha visto,
il suo orecchio non ha sentito
e il cuore non saprebbe neanche immaginare
quello che Dio riserva a quanti ama!".

Ma qualche piccola immagine, voglio rubarla!

COME ISPIRATA VA IMMAGINANDO LA SCENA CON GLI OCCHI PERSI NEL VUOTO MENTRE CAMMINA CIRCOLARMENTE .

A mezzanotte, San Pietro aprirà le porte del Cielo!
Subito gli Angeli e i Santi usciranno con una allegria senza pari per formare la corte del Re e della Fidanzata.
La Vergine Maria andrà avanti portando l'abito regale della Sposa.
Con una delicatezza tutta materna, prima di scendere sulla terra aprirà l'abisso del Purgatorio.
Subito innumerevoli moltitudini di anime si slanceranno verso la loro liberatrice per ringraziarla e conoscere la ragione della loro insperata liberazione...
Allora la Madonna dirà:

"Oggi si celebrano le nozze di mio Figlio Gesù.
Sulla terra d'esilio lui si è scelto dall'eternità
un'anima che lo incanta fra i milioni di altre anime
che ha creato a sua immagine....
Quest'anima mi ha fatto una preghiera:
'Il giorno delle mie nozze, vorrei che ogni sofferenza
fosse bandita nel regno del mio Sposo'..".

Poi tutto il corteo festante scenderà sulla terra...
Miriadi di angeli intrecceranno corone...
I cherubini prepareranno stemmi più splendenti dei diamanti
- vi appariranno Gesù e Céline! -
e li metteranno dappertutto...
sui muri, nelle arcate dei chiostri, nel refettorio, nel coro...
E ci sarà anche il Papà, con la mamma!
Quasi quasi stanno per lasciarsi convincere dagli Angeli a mostrarsi alla loro cara Céline, ma poi Papà dirà:

- "Lasciatemi fare". E' meglio non mostrarci a lei
sulla 'terra straniera': Céline vi è 'esiliata'
per un solo 'istante'...".

Poi Gesù arriverà davanti alla sua Sposa. Allora pronuncerà il suo "CONTRATTO DI ALLEANZA CON CÉLINE"!

CON UN VELO BIANCO TERESA SI COPRE IL VOLTO, DI CUI PUR AFFIORA LA STRUTTURA.
CON VOCE GRAVE E NITIDA FARA' LA PARTE DI GESU'.

GESU' - "Io Gesù il Verbo Eterno,
il figlio unico di Dio e della Vergine Maria,
oggi sposo Céline
principessa esiliata, povera e senza titoli.
Io mi dò a lei sotto il nome di Cavaliere dell'Amore,
della Sofferenza e del Disprezzo.
Voglio che condivida la sorte
che mi è piaciuto di scegliere sulla terra...
Quaggiù, il mio Volto è nascosto,
ma lei sa riconoscermi mentre gli altri mi disprezzano.

TERESA PRENDE UN VELO NERO DA CARMELITANA, LO TIENE FRA LE MANI PONENDOLO DAVANTI A SE' A BRACCIA STESE.

In cambio, oggi io pongo sul suo capo
l'Elmo della salvezza e della grazia,
perchè il suo Volto sia nascosto come il mio...
Voglio che nasconda i doni che ha ricevuto da me,
lasciando che io glieli dia e glieli riprenda
come mi piacerà, non attaccandosi a nessuno,
dimenticando anche tutto quello che può renderla grande
ai suoi occhi come a quelli delle creature.
DOMANI, GIORNO DELL'ETERNITA',
toglierò il mio Elmo...
La mia Amata vedrà lo splendore del mio Volto!...".

 

 

 

XIV - L'AMORE ASSOLUTO
_______________________

L'ANGELO CANTORE TIENE FRA LE MANI UN TURIBOLO.

ANGELO CANTORE - " Guerriero, Prete, Apostolo, Dottore,
forse Martire, o Crociato...
Qual è la vocazione di Teresa?..."

TERESA - Carmelitana, Sposa tua, Gesù,
e per questa unione madre delle anime...
Tutto questo dovrebbe bastarmi. Ma non è così!
Io sento in me delle altre vocazioni!
Io mi sento Guerriero, Prete, Apostolo, Dottore, Martire...
insomma sento il bisogno di compiere per te
tutte le opere più eroiche...
Sento nella mia anima il coraggio di un Crociato!...
Morire su di un campo di battaglia per la difesa della Chiesa...
Io sento in me la vocazione di Prete...
Con quale amore, Gesù, ti porterei nelle mie mani quando,
al mio richiamo, discenderesti dal Cielo...
Con quale amore ti darei alle anime!...
Ma pur desiderando di essere prete,
ammiro e invidio l'umiltà di San Francesco d'Assisi
e mi sento la vocazione di imitarlo
rifiutando la sublime dignità del Sacerdozio.
Malgrado la mia piccolezza,
vorrei rischiarare le anime come i Profeti, come i Dottori.
Ho la vocazione di essere Apostolo...
Vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome...
Ma vorrei anche annunciare il Vangelo
nelle cinque parti del mondo, fino alle isole più lontane...
Vorrei essere missionario non soltanto per qualche anno;
vorrei esserlo stato dalla creazione del mondo,
vorrei esserlo fino alla consumazione dei secoli...
Ma soprattutto, mio Amato Salvatore,
vorrei versare il mio sangue per te fino all'ultima goccia...
Il Martirio, ecco il sogno della mia giovinezza!
Questo sogno è cresciuto con me nel chiostro del Carmelo...
Ma anche là io sento che il mio sogno è una follia,
perchè non saprei limitarmi a desiderare "un" genere di martirio...
Per soddisfarmi avrei bisogno di averli "tutti"!
Come te mio Sposo Adorato, vorrei essere flagellata e crocifissa...
Vorrei morire scorticata come San Bartolomeo...
Come San Giovanni, vorrei essere immersa nell'olio bollente...
Vorrei subire tutti i supplizi inflitti ai martiri...
Con Santa Agnese e Santa Cecilia vorrei offrire il mio collo alla spada,
e come Giovanna d'Arco mia cara sorella,
vorrei sul rogo sussurrare il tuo nome, o Gesù...
E sognando i tormenti che toccheranno i cristiani
del tempo dell'anticristo, sento il mio cuore trasalire
e vorrei che questi tormenti mi fossero riservati...

O mio Gesù! Che cosa rispondi a tutte le mie follie?
Esiste un'anima più piccola, più impotente della mia!?...Ma proprio per la mia debolezza ti è piaciuto di esaudire i miei "piccoli desideri infantili", e oggi puoi realizzare altri miei "desideri", più "grandi" dell'universo.... Ho letto nei Vangeli che non "tutti" possono essere apostoli, profeti, dottori...che la Chiesa è composta di membra differenti e che l'occhio non saprebbe essere "al tempo stesso" la mano... La risposta era chiara ma non appagava i miei desideri, non mi dava la pace...Senza scoraggiarmi ho continuato la lettura e mi ha dato sollievo questa frase:

"Cercate con ardore i "doni" più "perfetti",
ma io vi mostrerò una via più eccellente".

E il Vangelo spiega che tutti i "doni" più "perfetti" non sono niente senza l'Amore...Che la Carità è la "via eccellente" che conduce a Dio. E finalmente ho trovato il riposo...La Carità mi ha dato la chiave della mia "vocazione". Ho capito che se la Chiesa aveva un corpo, composto di membra differenti, il più necessario, il più nobile di tutti non gli mancava certo. Ho capito che la Chiesa aveva un Cuore....

L'ANGELO CANTORE INCENDIA IL TURIBOLO CHE MANDA ALTE FIAMME.

....e che questo Cuore bruciava d'Amore!
Ho capito che solo l'Amore faceva agire le membra della Chiesa;
che se l'Amore venisse a spegnersi,
gli Apostoli non annuncerebbero più il Vangelo,
i Martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue...
Ho capito che l'Amore racchiudeva tutte le Vocazioni,
che l'Amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi...
in una parola che è Eterno!

Allora nell'eccesso della mia gioia delirante mi son gridata:

"O Gesù mio Amore...
la mia vocazione finalmente l'ho trovata,
la mia vocazione, è l'Amore!...".

Ma perchè parlare di gioia delirante, no!, questa espressione non è giusta, è piuttosto la pace calma e serena del navigatore che scorge il faro che deve condurlo al porto...
O Faro luminoso dell'amore, io so come arrivare fino a te, ho trovato il segreto di impadronirmi della tua fiamma.
Io non sono che un bambino debole e impotente, ma è la mia stessa debolezza a darmi l'audacia di offrirmi come Vittima al tuo Amore, Gesù.
I bambini non riflettono alla portata delle loro parole, ma i genitori quando posseggono immensi tesori non esitano ad accontentare i desideri dei "piccoli esseri" che hanno cari come se stessi; per fargli piacere fanno delle follie, arrivano fino alla "debolezza"...

Bene! Io, io sono il Bambino della Chiesa,
e la Chiesa è Regina perchè è la tua Sposa,
o Divino Re dei Re...

Non sono le ricchezze e la Gloria, ( neanche la Gloria del Cielo) che reclama il cuore di un bimbo...La gloria, lui capisce che appartiene di diritto ai suoi Fratelli, gli angeli e i Santi...La sua Gloria sarà per lui il riflesso di quella che scaturirà dalla fronte di sua Madre. Ciò che lui domanda non è che l'Amore...Non sa altro che una cosa: amarti, Gesù...Le opere clamorose gli sono proibite.. .Che importa, i suoi fratelli lavorano al suo posto...Ma come testimonierà il suo Amore, dal momento che l'Amore si prova con le opere? Il bimbo "getterà dei fiori"...Sì, mio Amato, così si consumerà la mia vita...Io non ho altro mezzo per provarti il mio amore che quello di gettare dei fiori, cioè di non lasciar scappare nessun piccolo sacrificio, nessuno sguardo, nessuna parola, di approfittare di tutte le più piccole cose e di farle per amore...Io voglio soffrire per amore, e anche gioire per amore, così getterò dei fiori davanti al tuo trono, non ne incontrerò nessuno senza "sfogliarlo" per te...e gettandolo canterò, anche quando dovrò cogliere i miei fiori in mezzo a delle spine, e il mio canto sarà più melodioso quanto più le spine saranno lunghe e pungenti...
Questi petali fragili e senza alcun valore, questo canto d'amore del più piccolo dei cuori ti incanteranno, sì, questi niente ti faranno piacere; faranno sorridere la Chiesa Trionfante, essa raccoglierà i miei fiori sfogliati "per amore" e facendoli passare per le tue Divine Mani, o Gesù, questa Chiesa, dal Cielo, volendo "giocare" con il suo bimbo piccolo, questi fiori che avranno acquistato attraverso il divino contatto con Te un valore infinito, lei li getterà sulla Chiesa che soffre per spegnerne le fiamme, li getterà sulla Chiesa che combatte per farle riportare la vittoria...

O mio Gesù, ti amo,
amo la Chiesa mia Madre,
e mi ricordo che "il più piccolo moto di "puro amore"
le è più utile che tutte le altre opere riunite insieme".

 

XV - LO SBOCCO DI SANGUE
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UNA MUSICA NOTTURNA.

ANGELO CANTORE - "Il Venerdì Santo Teresa
ebbe una prova. Si rallegrò
nel cuore pensando
che presto Dio l'avrebbe chiamata..."

TERESA INDOSSA UN'AMPIA CAMICIA BIANCA, DA NOTTE.

TERESA - Sì, il Venerdì Santo Gesù ha voluto darmi la speranza di andare presto a vederlo in Cielo...
Ero rimasta fino a mezzanotte sul Sepolcro, poi sono rientrata nella cella. Avevo appena appoggiato la testa sul guanciale, e ho sentito come un fiotto che saliva, saliva gorgogliando fino alle mie labbra...

DALL'ALTO L'ANGELO CANTORE GETTA UNA STRISCIA COLOR SANGUE DI RASO LUCCICANTE SULLA CAMICIA DI TERESA, CHE RIMANE IMMOBILE, CON GLI OCCHI PERSI LONTANO, COME QUANDO NEL BUIO SI RIMANE AD OCCHI APERTI.

Non sapevo che cos'era, ma pensavo che forse stavo per morire e la mia anima era inondata di gioia...
La lampada era spenta, mi dissi che bisognava aspettare fino al mattino per essere sicura della mia felicità, perchè mi sembrava che quello che avevo vomitato era sangue...
Il mattino non si fece tanto attendere. Svegliandomi, pensai subito che stavo per scoprire qualcosa che mi avrebbe dato una gran gioia...
Mi sono avvicinata alla finestra e ho visto! che non mi ero ingannata....

TERESA AFFERRA LA STRISCIA SANGUIGNA E LA GUARDA TRIONFANTE.

La mia anima si riempì di consolazione!
Dentro di me ero persuasa che Gesù mi voleva far sentire un primo richiamo, proprio nel giorno della sua morte!

CON UN MOTO DI GIOIA TERESA SI AVVOLGE NELLA STRISCIA PURPUREA E VOLTEGGIA TUTT'INTORNO.

Era come un mormorio dolcissimo, lontano...
Mi annunciava l'arrivo dello Sposo...
Io godevo allora di una fede così viva, così chiara, che il pensiero del Cielo faceva tutta la mia felicità. Non potevo credere che ci fossero dei malvagi che non hanno la fede. Credevo che parlassero contro il loro pensiero negando l'esistenza di Dio, del Cielo dove Dio stesso vorrebbe essere la loro eterna ricompensa.
Nei giorni del tempo pasquale così pieni di gioia, Gesù mi ha fatto sentire che ci sono veramente delle anime che non hanno la fede, che perdono questo prezioso tesoro per l'abuso che fanno delle grazie...
Gesù permise che la mia anima fosse invasa dalle tenebre più fitte, e che il pensiero del Cielo, così dolce per me, non fosse più che un motivo di lotta e di tormento...
Questa prova non doveva durare qualche giorno, o qualche settimana... Doveva non aver fine che nell'ora segnata da Dio...E quest'ora non è ancora venuta...Vorrei esprimere quello che sento, ma...ah! credo che sia impossibile.
Bisogna aver viaggiato sotto questo tunnel per capirne tutta l'oscurità....

L'ANGELO CANTORE SUONA IN SOTTOFONDO UNA NENIA LUGUBRE.
TERESA E' FERMA, IN PIEDI. SI SDRAIA A TERRA ADERENDO AL PAVIMENTO. GLI OCCHI FISSI DAVANTI A SE', MUOVENDO LENTAMENTE GAMBE E BRACCIA COME IMPEDITA DA QUALCOSA CHE LA TRATTENGA, UNA SORTA DI MELMA AVVOLGENTE.
LA DIFFICOLTA' DELL'ANIMA AD INNALZARSI E' ESPRESSA DAL CORPO NEL SUO FATICOSO TENTATIVO DI LIBERARSI.

TERESA - E' come se fossi nata in un paese avvolto da una spessa nebbia. Mai ho contemplato una natura dall'aspetto ridente, inondata, trasfigurata dal sole splendente.
Fin dall'infanzia sento parlare di queste meraviglie...
So che il paese dove sono non è la mia patria, che ce n'è un altro al quale devo aspirare senza tregua.

UNA VOCE IRRIDENTE - "Tu sogni la luce,
un paese avvolto nei profumi più soavi!
Tu credi di uscire un giorno
dalle nebbie che ti circondano!
Continua, continua pure
a rallegrarti per una morte
che ti offrirà non quello che tu speri
ma una notte ancora più profonda,
la notte del nulla!..."

TERESA SI RIALZA E RISPONDE CON VEEMENZA.

TERESA - Non è una storia inventata da un abitante di questo triste paese... E' una realtà certa, perchè il Re della patria dal sole splendente è venuto a vivere trentatre anni nel paese delle tenebre. Ma le tenebre non hanno capito che questo Divino Re era la luce del mondo...

L'ANGELO CANTORE DA' QUALCHE SQUILLO ARGENTINO, MOLTO TIMIDO.
TERESA E' IN GINOCCHIO.

Signore, il vostro bambino l'ha capita quella luce divina E vi domanda perdono per i suoi fratelli.
Il vostro bambino accetta di mangiare il pane del dolore per quanto tempo volete...
Il vostro bambino non vuole togliersi da questa tavola piena di amarezza prima del giorno che voi avete segnato...

TERESA SI RANNICCHIA SU SE STESSA

Sembra che io sia un'anima tutta consolazioni...Sembra che il velo della fede si sia quasi squarciato per lasciarmi vedere il Cielo, la sua felicità, l'eterno possesso di dio...
E invece non provo nessuna gioia.
Canto semplicemente ciò che VOGLIO CREDERE.

SI RIMETTE DRITTA IN PIEDI.

Il Signore è dolce e misericordioso. Mi ha inviato questa prova quando ero in grado di sopportarla.
Il mio solo desiderio è quello di amare fino a morire d'amore...

 

 

 

XVI - LA CARITA' NUOVO COMANDAMENTO
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L'ANGELO CANTORE PORTA IN SCENA, TRAENDOLA DA DIETRO IL PARAVENTO, UNA CARROZZELLA. HA POSTO SUL CAPO UNA SORTA DI CASCATA DI LEGGERI RAMI FOGLIATI: E' UN SALICE PIANGENTE .
TERESA HA INDOSSATO UN AMPIO GREMBIULE CON UNA TASCONA. SIEDE SULLA CARROZZELLA, ALL'OMBRA DEL SALICE.
DALLA TASCONA ESTRAE UN QUADERNO CHE PONE SULLE GINOCCHIA, E TRA LE DITA PRENDE UNA PENNA.

SALICE PIANGENTE - "Teresa scrive. vorrebbe concentrarsi.
Ma è difficile, gli altri sono intorno,
ognuno con la mente a sè, non pensando
veramente al bene altrui, ma a se stesso...
al proprio modo di vedere..."

TERESA - Perchè mi sia possibile tradurre in scritti i miei pensieri,
dovrei essere come il passero solitario... ma mi capita di rado.
Quando prendo in mano la penna, ecco una buona sorella che mi passa vicino con il forcone sulla spalla. Crede di distrarmi facendo una chiacchieratina. Fieno, anatre, polli, visita del dottore... tutto viene messo sul tappeto. A dire il vero non dura molto tempo, ma c'è "più di una sorella caritatevole", e tutt'a un tratto un'altra di ritorno dai campi depone sulle mie ginocchia dei fiori, credendo forse di ispirarmi idee poetiche. In quel momento io non le cerco; preferirei che i fiori restassero a dondolarsi sui loro steli. Alla fine, stanca di aprire e di chiudere questo quaderno, dico risolutamente che copio dei pensieri dal Vangelo per la festa della Nostra Madre. E in fondo, è vero che non economizzo in citazioni... Io non so se nei boschetti del Carmelo ho potuto scrivere dieci righe senza essere disturbata...Tuttavia, per l'amore di Dio e delle mie sorelle, ( così caritatevoli verso di me) mi sforzo di avere l'aria contenta e soprattutto di "esserlo"...

SMORZATE DALLE GRATE, SI AVVERTONO DELLE PICCOLE RISATE SOFFOCATE.

Per fortuna non sono facile da scoraggiare, e Gesù mi ha fatto capire molte cose a proposito della Carità...
C'è in convento una sorella che ha la capacità di dispiacermi in tutto.
Le sue maniere, le sue parole, il suo carattere mi sembravano "veramente sgradevoli", però deve essere "molto gradita" al buon Dio. Così non volendo cedere all'antipatia naturale che provavo, mi sono detta che la carità non doveva consistere nei sentimenti, ma nelle opere. Allora per questa sorella mi sono applicata a fare quello che avrei fatto per la persona che amo di più.
Ogni volta che la incontravo pregavo Dio per lei, offrendogli tutte le sue virtù e i suoi meriti. Sentivo che a Gesù faceva piacere, perchè non c'è artista che non ami ricevere delle lodi delle sue opere. Gesù, l'Artista delle anime, è felice quando non ci si ferma all'esterno ma si penetra fin dentro al santuario intimo che lui si è scelto per dimora, quando se ne ammira la bellezza...
Non mi accontentavo di pregare per questa sorella che mi dava così tanti combattimenti; mi sforzavo di farle tutte tutte le gentilezze possibili, e quando avevo la tentazione di risponderle in maniera sgradevole, mi contentavo di farle il mio sorriso più amabile e mi sforzavo di sviare la conversazione: nell'Imitazione di Cristo è detto

"E' meglio lasciare ciascuno nel suo modo di sentire,
piuttosto che fermarsi a contestare".

Quando poi, per qualche rapporto di lavoro con lei, i miei combattimenti erano troppo violenti, me ne fuggivo come un disertore. Siccome questa sorella ignorava totalmente quello che provavo per lei, mai ha sospettato i motivi della mia condotta ed è rimasta convinta che il suo carattere mi piace. Un giorno in ricreazione con un'aria molto contenta mi ha detto:

- "Mi vorreste dire, Suor Teresa del Bambino Gesù, che cos'è che vi attira verso di me?
Ogni volta che mi guardate, vi vedo sorridere!".

Ah! quello che mi attirava verso di lei era Gesù nascosto nel fondo della sua anima...Gesù che rende dolce ciò che c'è di più amaro.
Le ho risposto che sorridevo perchè ero contenta di vederla. Ma non ho aggiunto che era dal punto di vista spirituale!...

ALCUNI SONORI SQUILLI DITROMBA.

ANGELO CANTORE - " Vi do un comandamento nuovo.
Amatevi l'un l'altro.
Amatevi come io vi ho amato!...".

TERESA - E ho pensato alle parole di Gesù.
Prima che lui venisse in terra, il comandamento era

"Ama il tuo prossimo come te stesso".

Dio non poteva chiedere agli uomini un maggior amore per il prossimo di quanto ognuno ami se stesso.
MA Gesù diede un comandamento nuovo. IL SUO COMANDAMENTO - lui lo chiama così - non parla più di amare il prossimo come se stessi, ma di amare il prossimo come "Lui, Gesù, l'ha amato".
Come potremmo, noi, amare gli altri come Dio li ama? Deve essere ancora Gesù "ad amarli in noi!".Sei tu, Gesù mio, ad "amare in me" tutti quelli che comandi di amare!...
.Bisogna usare carità; così Gesù agisce in me.

"Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete?
- dice San Luca -
Anche i peccatori amano chi li ama a sua volta".

E' la carità, invece, quella che dilata il cuore e rende possibile ogni atto di amore.

 

XVII - LA ROSA SFOGLIATA
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ACCANTO ALLA CARROZZELLA L'ANGELO CANTORE PONE UN GRANDE FASCIO DI ROSE BIANCHE CON QUALCHE ROSA ROSSA IN MEZZO.

ANGELO CANTORE - "Teresa soffriva ma non lo mostrava.
Offriva il suo dolore in segreto,
e nient'altro chiedeva nient'altro
chiedeva che annullarsi
in Dio...."

TERESA E' seduta suLLA CARROZZINA. DALLA TASCA DEL GREMBIULE TIRA FUORI IL CROCIFISSO. LO ACCAREZZA.
SFOGLIERA' LE ROSE AD UNA AD UNA' SOPRA IL CROCIFISSO.

TERESA - Fiori...Siamo fiori di Dio...
Per molto tempo mi sono chiesta perchè Dio aveva delle preferenze...perchè tutte le anime non ricevevano una stessa quantità di grazie....Mi stupivo vedendolo prodigare dei favori straordinari a dei santi che lo avevano offeso, come San Paolo, Sant'Agostino... che lui forzava, per così dire, a ricevere le sue grazie. Leggevo di altri santi che Dio si è compiaciuto di accarezzare dalla culla alla tomba, senza lasciare sulla loro strada nessun ostacolo che gli impedisse di innalzarsi fino a lui...E mi domandavo perchè i poveri selvaggi, per esempio, morivano prima di aver sentito pronunciare il nome di Dio...Gesù mi ha fatto capire questo mistero. Mi ha messo davanti agli occhi la natura: tutti i fiori creati sono belli. Lo splendore della rosa e la bianchezza del giglio non tolgono il profumo alla violetta o la semplicità incantevole della margheritina...Ho capito che se tutti i fiori volessero essere rose, la natura perderebbe il suo ornamento, i campi non sarebbero più smaltati dei colori della primavera...

PRENDE IL QUADERNO, VI LEGGE, VI SCRIVE COME VIA VIA CORREGGENDO QUANTO GIA' HA SCRITTO, CIOE' LA POESIA DELLA "ROSA SFOGLIATA". LA SCELTA DI ALCUNI FRAMMENTI DI ESSA E LA LETTURA CRITICA CHE NE FA TERESA ADDIRITTURA APPORTANDO QUA E LA' QUALCHE CORREZIONE CONSENTE UNA INTERPRETAZIONE DISTACCATA, SENZA RISCHI DI MISTICISMI.

TERESA - "Gesù!...
Ti immagino bambino, tenuto dalla mamma...
Lasciare le sue braccia
Tentare traballando sulla terra
i primi passi...
Davanti a te vorrei sfogliare una rosa
in tutta la freschezza dei suoi petali...
Perchè il tuo piede si posi dolcemente
Sopra un fiore!...

Questa rosa sfogliata è l'immagine...
Bambino Dio,
Del cuore che si immola per te
In ogni istante.
Più di una rosa appena sbocciata
Ama brillare donandosi a te
...ma io sogno altra cosa:
"Sfogliarmi!..."

La rosa nel suo splendore può abbellire la festa,
Dio Bambino.
Ma la rosa sfogliata si getta
al capriccio del vento...
Una rosa sfogliata si dà senza problemi
Per non essere più.
Come lei, io mi abbandono a te con gioia.

Si cammina senza rimpianti su foglie di rosa,
Io l'ho capito.
Gesù, per il tuo amore ho dato la vita,
Il mio avvenire...
Agli occhi degli uomini rosa sfiorita per sempre
Devo morire !...

Per te devo morire, Bambino, Bellezza Suprema
Destino felice!
Sfogliandomi voglio provarti che ti amo
Mio Bene mia Ricchezza!...
Sotto i tuoi passi di bambino voglio nel mistero
Vivere qui
E vorrei ancora addolcire sul Calvario
I tuoi ultimi passi!..."

TUTTE LE ROSE SONO SFOGLIATE. I PETALI FORMANO UN MUCCHIO ROSSO E BIANCO IN GREMBO A TERESA, NELL'INCAVO DEL GREMBIULE. TERESA RIVERSA IL GREMBIULE CON UN GESTO IMPROVVISO. UN GRANDE SFARFALLIO SI INNALZA PER UN ATTIMO NELL'ARIA PER POI RICADERE IN UNA PIOGGIA DI PETALI.

L'ANGELO CANTORE HA MESSO SUL CAPO UN VELO DA CARMELITANA.
PORGE A TERESA UN BIGLIETTINO RIPIEGATO.
LEI LO APRE E LO LEGGE, POI SORRIDE.

TERESA - Madre Enrichetta vorrebbe che completassi la mia poesia con un'altra strofa...

LEGGE NEL BIGLIETTO.

"Alla morte, Dio raccoglierebbe quei petali, per formarne una bella rosa che brillerebbe per tutta l'eternità..."

SORRIDE CON UNO SGUARDO ENIGMATICO.
CON TONO DECISO MA INFLESSIBILE SI RIVOLGE ALL'ANGELO CANTORE-SUORA.

Dite alla buona Madre che faccia lei stessa questa strofa come lei la vuole, io per me non sono per niente ispirata a farla.
Il mio desiderio è di essere sfogliata per sempre, a dar gioia al buon Dio. Punto e basta.

 

XVIII - LA SOFFERENZA PURA
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L'ORAZIONE CANTATA DEL MATTINO.
DALL'ALTO, DI LATO SCENDE OSCILLANDO UNA GRANDE FOGLIA SECCA ATTACCATA AD UN FILO DI RAGNATELA E RIMANE AD OSCILLARE NELL'ARIA PER TUTTA LA DURATA DELLA SCENA.
L'ANGELO CANTORE GETTA A TERRA UN PAGLIERICCIO RICOPERTO DA UN LENZUOLO.

ANGELO CANTORE - "Teresa soffriva. Tisi la sua malattia...
Ma la sofferenza non la rattristava.
Senza lamenti anzi con gioia la offriva a Dio..."

TERESA SI GETTA SUL PAGLIERICCIO. LASCIA ANDARE A TERRA UN PICCOLO CARILLON CHE EMETTE UNA DELICATA MUSICA INFANTILE. RIMANE AD ASCOLTARLA FINCHE' LA MUSICA FINISCE.

TERESA - Ne avevo uno così quand'ero bambina...Adesso Leonia me l'ha regalato per distrarmi....
Ma io non voglio distrarmi!, la sofferenza è Dio a volermela mandare....
e io l'accetto con gioia...

TOSSISCE CON VIOLENZA. LA TOSSE LA SCUOTE IN TUTTA LA PERSONA.
SI CALMA.

TERESA - Sono come una locomotiva quando arriva alla stazione. Anch'io arrivo a una stazione...Il Cielo! e lo annuncio!

RIPRENDE IN MANO IL CARILLON, GLI DA' UNA PICCOLA CARICA E QUELLO EMETTE DEI BREVI SUONI.

TERESA - Dopo tutto, vivere o morire per me è la stessa cosa. Non vedo che cosa avrei di più dopo la morte, che non abbia già in questa vita.
Vedrò Dio, è vero! ma per essere con lui, ci sono già del tutto sulla terra...

RESPIRA CON DIFFICOLTA' INGHIOTTENDO L'ARIA A CORTE SORSATE.
SI SFORZA DI TIRARE UN RESPIRO PIU' PROFONDO.

Morirò presto. Ma quando? Oh! quando?...Non arriva!
Sono come un bambino piccolo a cui ogni giorno si promette un dolce: glielo si fa vedere di lontano; poi quando lui si avvicina per prenderlo, la mano si ritira...
Ma, in fondo, sono del tutto disponibile a vivere, a morire, a guarire...magari a partire per la Cina! se Dio lo vuole.

IL CARILLON EMETTE UN ALTRO PICCOLO SUONO, COME SE APPROVASSE.

C'è gente che prende tutto in modo da farsi male il più possibile.
Per me, è il contrario. Se io non ho che la pura sofferenza, se il cielo è così nero che non vedo nessuna schiarita, beh, ne faccio la mia gioia... J'en fais...jabot! Me ne faccio...una bella coccarda!
Sono arrivata a non poter più soffrire, perchè ogni sofferenza mi è dolce.

GIOCA CON LA FOGLIA CHE LE DONDOLA ACCANTO, FACENDOLA ONDEGGIARE CON UN LIEVE TOCCO DELLA MANO.

Eppure, la mia prova di fede non si placa. Il dubbio che al di là di questa vita non esista nient'altro che il buio di una notte eterna continua a tormentarmi...Ah!, ma io credo al Ladro! La questione riguarda solo il Cielo. Com'è strano e incoerente, il Cielo! Il Ladro verrà e mi porterà via! Evviva!

TOSSISCE CON VIOLENZA. SI CALMA.
LE SUORE CANTANO COMPIETA. IL CANTO SVANISCE.

TERESA - Una volta suor Maria dell'Eucaristia voleva accendere i ceri per una processione. Non aveva fiammiferi, ma vede la piccola lampada che brucia davanti alle reliquie e pensa "Uso quella!". La trova mezza spenta; sullo stoppino carbonizzato non rimane più che un debole chiarore. Però lei riesce ad accenderci il suo cero e con quel cero si sono poi accesi tutti i ceri della Comunità!

LE SUORE CANTANO IL MATTUTINO NELLA SERA.
TERESA SI ASSOPISCE.
IL CANTO PROSEGUE.
TERESA SI RIDESTA E ASCOLTA IL CANTO FINCHE' SVANISCE.

TERESA - C'est reconnaître son néant!... Bisogna aspettare tutto da Dio, come un bambino piccolo che aspetta tutto da suo padre. Appena il bambino diventa grande, suo padre non vuole più dargli da mangiare e gli dice:

- "Adesso lavora. Puoi bastare a te stesso".

Per non farmi dire così, non ho voluto crescere. Mi sentivo incapace di guadagnarmi la vita, la vita eterna del Cielo. Così sono rimasta piccola per sempre, senza nessun'altra occupazione che quella di raccogliere dei fiori...i fiori dell'amore e del sacrificio, e di offrirli a Dio per suo piacere.

TOSSISCE. RESPIRA CON FATICA.

Mi domando come Dio possa trattenersi così a lungo dal prendermi...
Si direbbe che vuol farmi "credere" che non c'è un Cielo!...
E tutti i Santi, dove si sarebbero "cacciati"?...
...Ah! Non "fingo", è proprio vero che non vedo affatto. Ma io devo devo! cantare ben forte nel mio cuore:
- Après la mort la vie est immortelle...".
Altrimenti, senza questo andrebbe proprio male...

TORNA A GIOCHERELLARE CON LA FOGLIA, DELICATISSIMAMENTE.

Foglia secca, sei la mia immagine...
La mia vita non si regge più che a un filo leggero.

LE SUORE CANTANO IL MISERERE.
TERESA SI ADDORMENTA.

 

XIX - MORTE E RESURREZIONE
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L'ANGELO CANTORE STA TUTTO RACCOLTO IN SE STESSO.
LE SUE PAROLE SONO APPENA SUSSURRATE.
TERESA E' DISTESA SUL PAGLIERICCIO.
L'ANGELO CANTORE LE ADAGIA SOPRA UN CANDIDO LENZUOLO.

ANGELO CANTORE - "Fin dal mattino...sembrava in agonia...
La comunità fu chiamata...
e si riunì attorno al suo letto...
per recitare le preghiere del Manuale....".

L'ANGELO CANTORE METTE FRA LE MANI DI TERESA UN CERO ACCESO, CHE LEI REGGE DAVANTI AL SUO VOLTO.

VOCI DI SUORE - "Kyrie, eléison...
"Christe, eléison...
"Kyrie eléison...
"Sancta Maria, ora pro ea...
"Omnes sancti Angeli et Archàngeli, oràte pro ea...
Sancte Abel, ora pro ea...
"Omnis Chorus Justorum, orate pro ea...".

LE VOCI SFUMANO.
L'ANGELO CANTORE TOGLIE IL CERO DALLE MANI DI TERESA.

ANGELO CANTORE - A mezzogiorno Teresa disse":

TERESA - E' l'agonia?...
Come devo fare per morire? Non saprò mai morire!...

LE SUORE RECITANO L'UFFICIO DI SAN MICHELE

VOCI DELLE SUORE - L'arcangelo Michele è venuto
con una moltitudine di angeli.
A lui Dio ha affidato le anime dei Santi,
perchè le conduca alle gioie del Paradiso...

TERESA - L'aria della terra mi manca....
Quando il Buon Dio mi darà l'aria del Cielo?

LE SUORE RECITANO LE PREGHIERE DEGLI AGONIZZANTI.
LE LORO VOCI SI SENTONO PER QUALCHE ISTANTE, POI SVANISCONO IN SOTTOFONDO.

VOCI DI SUORE - "Profiscere, anima christiana,
de hoc mundo.. in nomine Dei Patris omnipotentis,
qui te creavit....
in nomine Jesus Christi,
Filii Dei vivi,
qui pro te passus est...
in nomine Spiritus Sancti,
qui in te effusus est....
in nomine Angelorum et Archangelorum...
in nomine Thronorum et Dominationum....

ANGELO CANTORE - "Quando si parlò dei demoni...
lei ebbe un gesto infantile...
come per minacciarli...
e ridendo esclamò":

TERESA - Oh! Oh!

ANGELO CANTORE - " Non aveva paura...
La Madre venne a vederla dopo Mattutino...
Lei aveva le mani giunte...".

TERESA - O Madre mia, è proprio facile scrivere delle belle cose
sulla sofferenza, ma scrivere è niente, niente!
Bisogna esserci per sapere!...

RESPIRA A FATICA.

ANGELO CANTORE - "Le sue sofferenze erano indicibili..."

TERESA - Non credo più alla morte per me...
Non credo che alla sofferenza...Tanto meglio!
O mio Dio! O mia buona Santa Vergine, vieni in mio soccorso!

LE SUORE CANTANO I VESPRI.

TERESA - O Madre mia, io sono un bebè che non ne può più!...

LE SUORE CANTANO.

TERESA - Mi pare di non aver mai cercato che la verità...
Sì, ho capito l'umiltà del cuore...
Tutto quello che ho scritto sui miei desideri di sofferenza. Oh! è vero!
...E non mi pento di essermi consegnata all'Amore.

OGNI SUONO SCOMPARE.
IL SILENZIO E' SEGNATO SOLTANTO DAL RESPIRO CORTO DI TERESA.

TERESA - Se questa è l'agonia, che cos'è la morte?!...

LA NOVIZIA CHE INTERPRETA TERESA SI SOLLEVA DAL PAGLIERICCIO E VA DECISA VERSO IL PUBBLICO.
LA SUA E' LA VOCE SQUILLANTE E SICURA DI UNA RAGAZZA GIOVANE E SANA.

NOVIZIA - Madre... sorelle...scusatemi... e voi parenti e amici... scusatemi tutti!..Io non posso continuare a interpretare Teresa nella sua agonia...E' troppo...troppo terribile!...
Vi dirò piuttosto che cosa ne scrisse Madre Agnese di Gesù, che era sua sorella Pauline...Lei ne raccolse ogni parola, per tutti i mesi della sua sofferenza, fino alle ultime ore, che adesso dirò...

Madre Agnese racconta...

"Verso le cinque ero sola accanto a lei.
D'un tratto il suo volto cambiò.
Quando la Comunità entrò nell'infermeria,
lei accolse tutte le sorelle con un dolce sorriso.
Stringeva il suo Crocifisso e lo guardava continuamente.
Un terribile rantolo lacerò il suo petto per più di due ore.
Il suo viso era congestionato, le mani violacee;
aveva i piedi ghiacciati e tremava in tutte le sue membra.
Un sudore abbondante le imperlava di gocce enormi la fronte
e scorreva sulle sue guance.
Era in un'oppressione sempre crescente
e talvolta per respirare lanciava dei piccoli gridi involontari.
A un certo punto aveva la bocca così riarsa
che Suor Geneviève, la sua Céline, pensando di darle sollievo,
le mise sulle labbra un pezzetto di ghiaccio. Lo accettò
facendole un sorriso che non dimenticherò mai.
Era come un supremo addio.

LE CAMPANE SUONANO L'ANGELUS.

Alle sei, quando suonò l'Angelus, guardò a lungo
la statua della Madonna.

SILENZIO. IL RESPIRO AFFANNOSSO.

Alle sette sospirò.
- "Non è ancora l'agonia?... Non morirò?...

Poi riprese coraggio.

- "Ebbene!...Sù!...Sù!...
Oh! non vorrei soffrire meno a lungo..."

Guardava il suo Crocifisso:

- "Oh! Lo amo!...
Mio Dio...ti amo!...

Di colpo cadde dolcemente all'indietro. Nostra Madre fece suonare subito la campana per richiamare tutta la Comunità, e disse:

- "Aprite tutte le porte!".

Le sorelle ebbero il tempo di inginocchiarsi attorno al letto
e furono testimoni dell'estasi della piccola santa morente.
Il suo volto aveva ripreso il colore del giglio
che aveva in piena salute, i suoi occhi erano fissi in alto
e brillavano di pace e di gioia.
Questa estasi durò circa lo spazio di un Credo,
e poi Teresa rese l'ultimo respiro".

LA NOVIZIA SI TOGLIE L'ABITO, MOSTRANDOSI AL PUBBLICO COME L'ATTRICE CHE HA INTERPRETATO QUESTO PERSONAGGIO, CHE A SUA VOLTA HA INTERPRETATO LA PARTE DI TERESA DI LISIEUX. ADESSO SI PONE AL DI FUORI DELLA RAPPRESENTAZIONE, VESTITA IN MODO ESSENZIALE, SECONDO LE CARATTERISTICHE DELL'EPOCA ATTUALE.

ATTRICE - Per Teresa la morte non fu la fine ma coincise con l'inizio. La sua vera missione cominciò quando, "seduta come un bambino ai piedi di Dio", libera da ogni limite di spazio e di tempo, cominciò a spargere i suoi fiori sulla gente che soffre. Si compirono allora i suoi desideri di percorrere tutta la terra, per arrivare dovunque ci fosse qualcuno che nel cuore celasse anche solo un desiderio fuggevole di conoscere il Cielo. Per questo Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo è stata proclamata Santa e Dottore.


INDICE

Personaggi p.2
Premessa p.3

I - L'infanzia p.5

II - Il cambiamento p. 7

III - Il pentimento di Pranzini p. 8

IV - Il volto velato p. 10

V - L'udienza dal Papa p. 11

VI - L'entrata al Carmelo p.14

VII - La vestizione p. 16

VIII - Il sogno di Madre Geneviève p. 18

IX - Suor San Pietro e le pratiche di carità p. 21

X - Il teatro di Giovanna d'Arco p. 23

XI - L'invito a nozze p. 26

XII - Le novizie p. 27

XIII - "Gesù" a Céline p. 31

XIV - L'amore assoluto p. 34

XV - Lo sbocco di sangue p. 37

XVI - La carità nuovo comandamento p. 40

XVII - La rosa sfogliata p. 42

XVIII - La sofferenza pura p. 45

XIX - Morte e Resurrezione p. 47

IL VOLTO VELATO

frammenti di una Pia Rappresentazione di Thérèse de l'Enfant Jésus et du Saint Visage in scena nel Convento delle Carmelitane di Lisieux.

di Maricla Boggio
per Isabella Caserta
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Attraverso una serie di scene alternate a brevi intermezzi musicali che annunciano via via i temi delle scene stesse, si delinea in una ingenua Sacra Rappresentazione il percorso della Santina in un succedersi di eventi e di riflessioni di straordinaria ricchezza poetica e di vivacità intellettuale quanto mai moderna.

La personalità di Teresa contraddice a tutto quanto si immagina solitamente in relazione alla santità ed ai suoi attributi.
Fin dalla prima infanzia Teresa decide di farsi suora al Carmelo, dove la precederà una sorella e la seguiranno altre due: sono quattro le sorelle Martin che saranno suore del Carmelo. Ma nel racconto dell'infanzia e della fanciullezza c'è una grande capacità di suggestione, di affetti, di giochi, di scherzi ecc.

Teresa ha in sè una grande gioia di vivere, una notevole capacità di amare, una inventiva che le consente di penetrare nei segreti pensieri della gente così come di immaginare le più ardite costruzioni intellettuali o di descrivere le più delicate invenzioni della sua ispirazione poetica per comunicare con l'intero creato, attraverso una dimensione che sempre ripropone il rapporto con Gesù Cristo, la necessità di passare attraverso l'esperienza della Passione vivendola su di sè in unione con il Cristo.

In tutta questa espressione di fede non c'è mai tristezza nè lamento, ma una appassionata accettazione della sofferenza, voluta per la purificazione del mondo dal peccato.

Le scene sono presentate da una sorta di Grande Angelo dalle Ali Piumate, che suona un'armoniosa Arpa Celtica e canta con divina allegria i temi attraverso cui si dispiega il percorso di Teresa sulla terra.

La ragazza che interpreta Teresa è una novizia, che dà vita a questa Pia Rappresentazione di fronte al pubblico degli Invitati - i parenti delle Consorelle - in occasione di una nuova monacazione. Soltanto perchè si tratta di un evento eccezionale, è possibile avere un pubblico così vasto ed eterogeneo, benchè ben disposto e pio. La giovane, essendo una novizia, può ancora mantenere questo contatto con il mondo, mentre le Suore Carmelitane che hanno già fatto la Professione rimangono al di là della Grata, sul fondo della scena, a vedere, non viste, la Rappresentazione. Se ne avvertirà ogni tanto un vago frusciare, uno stormire di risate, qualche esclamazione di sorpresa e così via; e forse la luce che batterà sulla grata pervasa da piccoli buchi lascerà intravvedere qualche fuggevole sagoma intenta ad assistere alla Pia Rappresentazione. Questo tipo di intervento sonoro darà spessore alla Rappresentazione, consentendo all'Attrice un respiro, un supporto di presenze, come se ci fossero più personaggi in scena, anche se tali presenze non saranno visibili.

Il supporto di presenze viene anche offerto dalla figura dell'Angelo Cantore che, proprio perchè angelo, potrà assumere tutti gli aspetti necessari via via alla rappresentazione.
Se nella Presentazione della Prima Scena-Mistero, egli apparirà veramente come un Angelo Cantore che suona l'Arpa Celtica, in Scene-Mistero successive potrà di volta in volta apparire come Louis Martin - il padre amatissimo di Teresa - oppure come il Papa Leone XIII, a cui Teresa chiede di persona, andando apposta a Roma, di farla entrare in convento a quindici anni; sarà poi ancora la Madre Agnese di Gesù, a cui Teresa dedica il Manoscritto A - da cui avremo parecchi spunti vivaci per la nostra Pia Rappresentazione - oppure l'Asino Portatore di reliquie, della favola di Lafontaine, a cui Teresa si paragona ridendo se dovesse farsi bella di cose non sue; oppure la Sorella Antipatica, quando Teresa, per esercitare la sua capacità di amare, le si rivolge con il massimo dell'affetto, stupendo quella stessa per tutta la simpatia che le viene riversata e di cui confusamente si rende conto di non essersi dimostrata degna: per tutte queste "presenze" non occorrerà che l'apporto di un elemento - mantello, parrucca, velo ecc. - che determinerà veritieramente il Personaggio: l'Angelo Cantore - che ad ogni scena canterà il tema da rappresentare - potrà "diventare" l'Interlocutore che serve alla nostra Novizia per far procedere la Storia di Teresa; la sua partecipazione alla scena non comporta che reciti battute.

L'arco delle Scene-Mistero parte dall'Infanzia ed arriva alla Morte; da una gioia freschissima ad una intensa sofferenza sempre animata da gioia - questa è proprio la caratteristica, direi unica, di Teresa. Tutto si risolve nei suoi ventiquattro anni. Tutto il tempo della malattia e dell'agonia è accettato con totale dedizione, senza lamenti o esteriorità devozionali, ma con coscienza della sofferenza e volontà di offrirla per riscatto dai peccati e per aiuto ai fratelli missionari. E' attraverso questa volontà di sacrificio e di offerta che Teresa diventa Santa, patrona della Francia come Giovanna d'Arco, e Dottore della Chiesa, in tempi brevissimi dopo la morte. Non è, questo terreno scelto, un terreno facile per il teatro. Però può invece suscitare una ancora maggiore possibilità di interesse, perchè si va alla scoperta di cose singolari, da stupire.

Le Scene-Mistero sono assai varie. Alcune sono veri e propri episodi della vita di Teresa; altre ne mettono in scena dei pensieri, dei ragionamenti, delle riflessioni; altre ancora ne riportano delle composizioni drammatiche, come quella, bellissima, che rappresenta Giovanna d'Arco, e che con mano sicura e talento di autrice, regista ed attrice, realizzò lei stessa di fronte alle Consorelle; altre ancora - ed una almeno, sicuramente - ne riportano poesie di struggente bellezza, di folgorante capacità espressiva, come quella della "Rosa sfogliata". Ci sono poi delle Scene-Mistero che sono ricche di premonizioni, come quella nella quale Teresa racconta l'apparizione del Volto Velato, quando appena bambina vide suo padre con il capo coperto da un velo, mentre il padre era lontano, e l'episodio contiene una serie di riferimenti molto importanti.

Ciò che dà stupenda vivacità a tutto quanto dice Teresa è la dimensione del riferimento. Non si tratta mai di pensieri elaborati per rimanere pagina scritta, ma di vere e proprie battute indirizzate ad una persona, a cui si dirigono per essere recepite, comprese, giudicate anche, come in un dialogo dove l'Altro appare nella ricerca di riflessione-consenso, di silenzio-richiesta e così via.

Teresa si muove con grande libertà nell'ambito delle cose che vuol dire. Il suo linguaggio è diretto, e quindi adatto alla scena, perchè corre immediatamente alla comprensione altrui; non intende mai porsi come superiorità intellettuale, ma come creatura "piccola" e bisognosa di amore, soprattutto dell'Amore di Gesù Cristo e della Madonna, a cui continuamente fa riferimento.

La "piccolezza" di Teresa - che ce la avvicina con una forte carica di simpatia, riconoscendosi continuamente come imperfetta, inadeguata e bisognosa di aiuto - non teme invece, poi, di sentirsi Guerriero, Apostolo, Martire ecc.; nell'Amore ci sarà poi l'intero compimento della sua personalità, il fine ultimo della sua esistenza.

Qualche accenno per entrare nello spirito della Rappresentazione:
il pane benedetto dalle bimbe, l'ostia piccola che contiene Dio perchè Dio - che è onnipotente - può farsi anche così piccolo;
i diavolini spaventati nel sogno; lei che va all'inferno per portare anche lì dell'amore; il dono del cuore di Madre Genoveffa; i petali delle rose gettati nell'aria, ma che dovranno essere conservati, per "farne grandi cose"; il riconoscimento della distrazione, del sonno, durante le preghiere, nella noia del rosario ecc., ma è l'intenzione che conta; il gioco dei birilli e la trottola come esempi per una suora a cui si rivolge; il cartoncino, molto spiritoso, in cui Teresa annuncia le sue nozze con il Cristo, annunciata dal Re di Francia e di Navarra ( come lei chiama suo padre) quando sua cugina Giovanna sposa il farmacista La Néele, e lei non vuole essere da meno, sposando il Cristo, nel diffondere dal convento la sua "partecipazione"; il criminale Pranzini che non si confessa ma per il quale lei vuole ricevere un segno che le dia notizia di essere stata esaudita nella sua preghiera di conversione, e quello finirà per baciare il crocifisso un momento prima che gli taglino la testa; il fiotto di sangue che la invade, ed è il segnale dell'inizio della fase della malattia, che si concluderà un paio di anni dopo con la morte per tisi, e così via.
Ci sono poi delle scene dove l'elemento narrativo e realistico si scioglie in situazioni che sono tenute dall'immaginazione, dalla metafora, da una sorta di intento vivcemente favolistico, come il racconto del "Paese della nebbia" dal quale ci si libera mangiando il "pane della prova", un vero autentico pezzo di grande poesia. E c'è la "Notte del nulla", dove tutto è tenebra, e si sentono soltanto le voci dei peccatori. C'è poi, anche, un suo sano buonumore, una sua innata ironia che parte da un'intelligenza non comune, che non ha paura di niente perchè avanza con la forza della sua fiducia nella lealtà: ecco allora il suo sentirsi "zero", con l'importanza dello zero, che però venga "dopo" e non prima!; ecco ancora la citazione "Datemi un punto d'appoggio e solleverò il mondo!" adattato a quanto lei vuole significare con quel "sollevare" e "appoggiare". Così, quando sente di avere la peggio, nelle discussioni o in situazioni in cui si accorge di aver torto, ecco che fugge, si allontana, non accetta un duello che la porterebbe a perdere!
E c'è una scena della Carità, dove l'amore che Teresa vuole scegliere non è quello del Vecchio Testamento, amare il prossimo come se stessi, ma, dopo la venuta di Cristo, amare il prossimo come Lui lo ha amato, quindi al di là di se stessi, e non secondo i meriti.
E' una santa modernissima. Guarda in faccia e scruta nel profondo. Decide di "essere Santa", "vuole" essere santa, e così lo diventa, ma secondo la volontà di Dio. E, più che credere, canta ciò che "vuole credere"! E' tutta una dimostrazione di volontà, nell'abbandono a Dio.
Tutto quanto riguarda gli ultimi mesi può rappresentare una scena straordinaria, quasi impossibile: è la sofferenza pura, desiderata e amata, non per morbosità, ma per Amore.
Ci sono, anche per Teresa, dei costumi che le consentono di cambiare per le diverse situazioni, mentre l'Angelo Cantore occuperà la scena suonando e cantando: costumi che hanno la semplicità delle cose fatte con i resti di sete e velluti trovati nel baule, con i diademi delle statue in disuso, con oggetti ritrovati e così via:
c'è l'abito con cui si presenta al Papa, nero;
c'è l'abito nuziale, bianchissimo e spumoso, per l'entrata al Carmelo: in questa cerimonia c'è un episodio grazioso, ed è la discesa insolita della neve, un elemento che a Teresa piaceva moltissimo e la cui presenza lei accoglie come un segno di grazia;
c'è l'abito da novizia, semplice, con un velo;
c'è il costume per Santa Giovanna, di seta a stelle d'oro, con tanto di spada e di parrucca....
Ci sono degli elementi che via via articolano la scena, mutandola: i giochi dell'infanzia, le rose sfogliate, gli elementi per la rappresentazione di Santa Giovanna, la carrozzella dove rimane quando comincia a star male, il telo dove sono appese le sue reliquie, le lettere, i grembiali, gli oggetti della cella, la clessidra...


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