“IL RACCONTO DI MAGGIO”
note di Maricla Boggio

“ (...) Siamo in molti ( ma ogni anno il nostro numero diminuisce) a ricordare il modo specifico in cui ‘laggiù’ temevamo la morte: se morremo qui in silenzio come vogliono i nostri nemici, se non ritorneremo, il mondo non saprà di che cosa l’uomo è stato capace, di che cosa è tuttora capace: il mondo non conoscerà se stesso (...)”.

Primo Levi

( dalla prefazione a “La vita offesa”)

Il testo è composto di quadri scomponibili, che tutti insieme. in un complesso tessuto drammaturgico, rappresentano un viaggio compiuto da un gruppo di ex deportati al campo di sterminio in cui erano stati prigionieri durante il periodo nazista.

Gli anziani sopravvissuti accompagnano un gruppo di giovani in questo viaggio, che assume un forte significato di memoria e di riflessione sui fatti accaduti: gli ex deportati trovano rinnovata forza a raccontare la loro terribile esperienza offrendola ai giovani perché non si lascino catturare da analoghe e nuove ideologie di morte.

La dimensione del ricordo sviluppato da uomini e donne nel rivedere i luoghi della deportazione consente allo spettatore di formulare un giudizio critico, pur coinvolgendolo nell’emozione di vicende che riemergono dal passato, con la minaccia di potersi ripresentare se la sete del potere e la violenza che la accompagna tornassero a prevalere.

Gli episodi si susseguono con incalzante capacità evocativa da parte di chi li ha tragicamente vissuti: ricordi atroci e momenti di intensa pietas riemergono dopo anni di silenzio, in cui pareva a tutti di aver dimenticato quel periodo disumano: parenti ed amici hanno voluto evitare – per compassione?, per egoismo nel non voler sapere? - di conoscere davvero quanto avessero patito i loro cari. Questi adesso si sentono investiti da un compito di testimonianza storica, ma soprattutto dall’esigenza morale di trasmettere ai giovani che non sanno una traccia di quanto accaduto perché non debba ripetersi mai più.

In un contesto narrativo che si sviluppa attraverso il racconto degli ex deportati filtrato da una riacquistata serenità del presente, la rappresentazione assume una forza visiva di drammatico impatto attraverso le “visioni” in cui i protagonisti di efferate crudeltà rivivono la loro storia apparendo con i segni delle torture subìte.

Nella necessità di far conoscere ai giovani di oggi la testimonianza dei sopravvissuti allo sterminio si concretizza la ragione primaria di questa rappresentazione.

 

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Primo Levi, Se questo è un uomo, Torino, Einaudi, 1976.

Primo Levi, La tregua, Torino, Einaudi, 1963.

Primo Levi, Il sistema periodico, Torino, Einaudi, 1975.

Un mondo fuori dal mondo, Indagine Doxa fra i reduci dei campi nazisti, Firenze, La Nuova Italia, 1971.

La vita offesa – storia e memoria dei Lager nazisti nei racconti di duecento sopravvissuti,
a cura di Anna Bravo e Daniele Jalla, prefazione di Primo Levi, Franco Angeli/Storia, Milano, 1986.

Bruno Vasari, Mauthausen, bivacco della morte, e altri scritti.

A. Devoto, Il comportamento umano in condizioni estreme, Franco Angeli, Milano,
1985.

Filippo Acciarini, Autobiografia di un socialista, da Torino a Mathausen, Sival Editore, Torino, 1970.

 

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